20/3/2019 – Il Comune di Firenze ha reso noto l’esito dell’incontro tenutosi oggi a Bruxelles tra il sindaco Dario Nardella e l’assessore ai Fondi Europei Lorenzo Perra con il direttore Aiuti di Stato della DG Concorrenza della Commissione Europea per chiarire la questione della legittimità del cofinanziamento pubblico (150 milioni) per il masterplan dell’aeroporto di Firenze, ultimo spunto di polemica infondata sollevato dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli nelle scorse settimane, dopo la conclusione positiva della Conferenza dei Servizi.

Firenze aveva (ed ha) il diritto di chiedere (e ottenere) il cofinanziamento, come previsto negli scorsi anni in supporto al progetto del “Vespucci”, secondo i parametri previsti dalla normativa europea (fino al 50% dell’investimento per uno scalo come quello fiorentino, con traffico inferiore ai 3 milioni di passeggeri) e secondo le relative modalità, che prevedono che il Governo ne supporti la richiesta con notifica alle autorità europee. Tale pratica era stata avviata dal precedente Governo con una pre-notifica, ma poi il nuovo Governo non ha proceduto (finora) con la notifica vera e propria (per lo scalo fiorentino, ma anche per altre opere nazionali), bloccando di fatto la procedura, che di per sé vede il consenso di Bruxelles.

In sostanza, come ben noto, il finanziamento per il masterplan del “Vespucci” è chiedibile, ottenibile e legittimo (ci mancherebbe altro che non venisse riconosciuta la bontà di un investimento di grande valenza infrastruturale e ambientale come quello previsto con il progetto legato allo scalo dell’area fiorentina) a condizione che si voglia ottenere… ossia che il Governo italiano ne istruisca la corretta pratica.

Di seguito uno stralcio del comunicato stampa diffuso nel pomeriggio dal Comune di Firenze.

 

Smontato l’ultimo alibi del governo sulla realizzazione della nuova pista: ammissibili gli aiuti di Stato se il MIT lo chiede. Il premier Conte sia coerente e sblocchi le notifiche

L’ammissibilità degli aiuti di Stato per la realizzazione della nuova pista dell’aeroporto Vespucci, per la quale sono stati impegnati contributi statali pari a 150 milioni di euro, è stata al centro dell’incontro a Bruxelles tra il sindaco Dario Nardella e il direttore aiuti di Stato della DG Concorrenza della Commissione Europea Henrik Morch. All’incontro, concordato con l’europarlamentare Nicola Danti, era presente anche l’assessore ai Fondi europei Lorenzo Perra.

Nel corso della lunga riunione la delegazione ha posto al direttore generale una serie di quesiti su tutti i punti problematici emersi dalle dichiarazioni rilasciate dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli, in particolare se siano ammissibili aiuti di Stato per le infrastrutture aeroportuali; se la Commissione abbia sollevato questioni ostative particolari sul caso di Firenze a seguito della pre-notifica inviata dal ministro Delrio nell’aprile 2018; se dopo la pre-notifica il nuovo governo abbia inviato la notifica o comunque abbia annunciato di volerlo fare; se vi sono altri ostacoli all’autorizzazione dei contributi e la legittimità dei contributi di qualunque altra natura.

«Siamo rimasti soddisfatti dell’incontro con il direttore aiuti di Stato della DG Concorrenza della Commissione Europea Morch – ha detto il sindaco Nardella – del quale è stata informata anche la Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Unione Europea. Dall’incontro abbiamo ricevuto chiarimenti sui cinque punti. In particolare, i tecnici della Commissione Europea ci hanno precisato che sono ammissibili aiuti di Stato per la realizzazione di infrastrutture aeroportuali; che la Commissione Europea aveva chiesto approfondimenti al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti su due punti specifici, ovvero l’entità del contributo e la compatibilità con lo scalo di Pisa, elementi considerati comunque risolvibili ai fini dell’autorizzazione dell’aiuto a condizione che il governo li argomentasse». «Il direttore Morch inoltre ci ha detto, con nostra grande meraviglia, che a partire da giugno 2018 hanno più volte sollecitato Roma sulle procedure di notifica degli aiuti di Stato in essere – ha continuato il sindaco – incluse quelle su Firenze, senza mai aver ricevuto risposte di qualsiasi natura, motivo per cui la Direzione generale Concorrenza ha archiviato il procedimento di pre-notifica dell’aeroporto di Firenze, che tuttavia il governo potrà riaprire in ogni momento».

«Il punto di fondo – ha spiegato Nardella – è che il ministro Toninelli non ha mai dato seguito alla procedura di pre-notifica, non ha mai avviato né annunciato di voler avviare la successiva procedura di notifica, né ha mai posto quesiti o problemi sui contributi per l’aeroporto di Firenze alla Commissione Europea.  Dunque, dal ministro silenzio totale da dieci mesi a questa parte sulla procedura degli aiuti di Stato all’aeroporto di Firenze, al contrario di quello che aveva pubblicamente dichiarato e nonostante il ripetuto interessamento della Direzione generale Concorrenza della Commissione Europea.

La stessa Direzione ci ha fatto capire che è pronta ad esaminare tutta la documentazione sull’erogazione dei contributi statali per il masterplan dell’aeroporto di Firenze, approvato da Enac che ha avuto il via libera anche dalla Conferenza dei Servizi, prevedendo circa due mesi di lavoro per completare il percorso di notifica e arrivare alla autorizzazione dell’aiuto di Stato».

11/2/2019 – Riportiamo il testo del comunicato stampa diffuso da Toscana Aeroporti questo pomeriggio in risposta all’ultimo filone di esternazioni del ministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli circa i finanziamenti per l’attuazione del masterplan del “Vespucci” e l’assetto della società di gestione degli scali toscani, ribadite anche oggi in dichiarazioni ai media in occasione della presenza alla cerimonia di inaugurazione della linea T2 della tranvia di Firenze.

 

TOSCANA AEROPORTI IN MERITO ALLE DICHIARAZIONI DEL MINISTRO DANILO TONINELLI

Firenze, 11 febbraio 2019 – Occorre ricordare al Ministro che Toscana Aeroporti è una società quotata in Borsa Italiana e come tale sensibile a dichiarazioni che ne possono influenzare l’andamento azionario a svantaggio anche di tanti piccoli risparmiatori che hanno investito nell’azienda.

Riteniamo pertanto doveroso fare alcune precisazioni:

 

– La Procedura di infrazione

Sarebbe opportuno che il Ministro per primo facesse chiarezza e non confusione. La procedura d’infrazione, a cui si riferisce, si ritiene riguardi i contratti di programma di quasi tutti gli aeroporti italiani. I contratti di programma regolamentano i piani di investimento quadriennali (nel caso specifico dal 2015 al 2018) tra il gestore aeroportuale e lo Stato, attravero Enac e ART (Autorità di Regolamentazione dei Trasporti).

L’art 1 comma 11 del DL 133/2014 ha disposto che sono “approvati con decreto del MIT, i contratti di programma sottoscritti da Enac con i gestori degli scali aeroportuali di interesse nazionale”. Come quasi la totalità dei contratti di programma, anche quello dell’aeroporto di Firenze è stato “approvato” da Enac ma non anora “sottoscritto” dal MIT. Mancherebbe quindi la ratifica del Mit per l’approvazione definitiva del Contratto di Programma.

La quasi totalità degli aeroporti italiani, oggi, applicano le tariffe concordate negli accordi di programma ordinari vigenti, anche se in assenza della firma del MIT. Questo è un problema annoso di tutto il sistema aeroportuale italiano.

 

– I finanziamenti

Altra cosa invece è il percorso relativo al finanziamento della realizzazione dell’opera di Firenze, argomento su cui evidentemente il Ministro è male informato.

In questo caso l’iter, così come previsto dalla normativa, prevede una prima prenotifica, su cui viene fatto un lavoro preliminare, per una successiva notifica.

Per quanto riguarda l’aeroporto di Firenze, così come risulta dalle stesse recenti dichiarazioni del Presidente della Regione Rossi, il Mit ha inviato solo la prenotifica, su cui è stato avviato un lavoro preliminare che avrebbe già dato esito positivo.

Pertanto Toscana Aeroporti chiede al Ministro che l’iter, che consentirebbe di ottenere un finanziamento pubblico al masssimo del 50%, sia portato a termine senza indugio così come disciplina la normativa europea in materia secondo l’art. 108 del TFUE, che prevede inoltre che i relativi adempimenti vengano svolti dalle autorità italiante ancorchè con il supporto della Azienda beneficiaria.

Occorre, infine, ricordare che il contributo pubblico di cui l’aeroporto di Firenze può beneficiare per legge, sarà significativamente inferiore alla soglia ammissibile (50%) per aeroporti con meno di 3 milioni di passeggeri come nel caso del Vespucci.

 

I presunti atti “illeciti”

Toscana Aeroporti invita il Ministro ad abbandonare la via della diffamazione alludendo a presunte azioni illegali compiute dall’azienda in “combutta” con “gli amici degli amici”. Toscana Aeroporti non ha violato alcuna legge. Il sistema aeroportuale è stato definito da un Decreto del Presidente della Repubblica in data 17/09/2015. L’accordo di programma dell’aeroproto di Firenze è stato predisposto seguendo il percorso previsto dalla Legge e sottoscritto il 09/10/2015 (non è chiaro quindi a quali atti “illeciti” si riferisca il Ministro). Le opere di compensazione relative al Master Plan sono state stabilite dalla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente.

Riteniamo che tali affermazioni danneggino l’immagine e la reputazione di Toscana Aeroporti e del suo management, cosa che l’azienda non può consentire.

 

-Aumento di capitale

Quanto al ventilato ingresso dello Stato dentro il capitale della Società, non spetta a Toscana Aeroproti rispondere ma ai suoi azionisti. Tuttavia, richiamiamo l’attenzione sulla la normativa vigente, il Decreto 175 del 2016, che pone dei limiti insuperabili in ordine all’acquisizione di una partecipazione da parte dello Stato.

Qualche giorno fa, commentando le reazioni al dossier del Movimento Cinque Stelle toscano contro le opere della nostra regione preparato per il neo ministro alle infrastrutture e trasporti, avevamo prefigurato l’atteggiamento verso la questione aeroportuale fiorentina come un esame di maturità per il Governo: agire con responsabilità e rispetto istituzionale secondo atti e documenti ufficiali, canali informativi competenti, pronunciamenti degli enti tecnici preposti del settore, tenendo conto di anni di studi e procedure già fatte o in corso (e delle reali esigenze e volontà dei cittadini e dei territori); oppure assumere come metodo “di governo” atteggiamenti dettati da “comitati contro” localistici, opposizioni ideologiche, ripicche politiche e personali o altri “no” variamente interessati alimentati da disinformazioni, bufale e cavillosità da azzeccagarbugli, come quelli che alimentano i “no aeroporto di Firenze”.

La prima prova ufficiale per il ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli, ossia il primo intervento in Parlamento, è stato proprio sulla questione toscana (TAV e aeroporto di Firenze), in risposta all’interrogazione presentata dall’on. Toccafondi nella seduta alla Camera di ieri, e non è stata proprio una prova delle migliori (fosse stata una sessione d’esame sarebbe stata una prova sospesa, da rimandare alla successiva per mancanza di conoscenza della questione). Qui di seguito le parole del ministro, nel resoconto stenografico della Camera dei Deputati relativo alle considerazioni generali e al passaggio specifico sulla questione aeroportuale:

 “Presidente, onorevoli interroganti, le questioni poste riguardano diverse opere, alcune in via di realizzazione o di imminente avvio ai lavori, altre in fase di progettazione e altre ancora in attesa di finanziamenti. Molti sono gli enti coinvolti. Sono pronto ad ascoltare e a incontrare tutti, nell’ottica, auspicata dal collega interrogante, di collaborazione e concertazione di diversi livelli di governo (…). Quanto allo sviluppo dello scalo di Firenze, il Piano Nazionale degli Aeroporti, definito con il DPR n. 201 del 2015, configura il sistema aeroportuale Firenze-Pisa tra gli aeroporti strategici per il bacino di traffico centro-nord, essendosi realizzata la condizione della gestione unica integrata degli stessi. Le prospettive di sviluppo del bacino di traffico considerato portano a ritenere che il bacino di traffico del centro-nord possa generare una domanda di circa 27 milioni di passeggeri l’anno, all’orizzonte temporale del 2030, di cui circa 11-12 milioni riconducibili agli aeroporti toscani. Anche in questo caso registriamo le tante perplessità sugli impatti dell’opera, soprattutto in relazione alle traiettorie di volo, molto vicine al centro storico di Firenze. Dunque, si rifletterà sulle giuste opere infrastrutturali da realizzare per consentire la migliore integrazione con lo scalo di Pisa. Voglio comunque rassicurare che gli approfondimenti in corso mirano proprio ad evitare lunghi contenziosi e spreco di risorse pubbliche, partendo dall’analisi costi-benefici di ogni singola opera, che, come più volte detto, è elemento basilare per ogni successiva azione.”

In sostanza, il ministro non esprime qui un “no” assoluto e di chiusura, ribadendo l’intenzione di aprire una fase di riflessione e concertazione con i soggetti coinvolti per agire nell’interesse dei cittadini. Ma evidentemente ancora non sa che di riflessioni su questa vicenda ne sono state fatte tante (troppe) per decenni e che il progetto in campo (la nuova pista per l’aeroporto di Firenze necessaria per poter creare il sistema aeroportuale toscano tra Firenze e Pisa) ne è il faticoso risultato e su di esso sono state prese decisioni, completati atti e procedure (anche dal suo ministero) e c’è solo da andare avanti nei passaggi ancora necessari per arrivare all’apertura dei cantieri, proprio nell’interesse dei cittadini e del territorio e per i benefici (miglioramenti ambientali e di funzionalità, ricadute economiche e occupazionali) largamente prevalenti sui costi.

Ovviamente il neo ministro lombardo, appena insediato, lontano da competenze in materia di infrastrutture e ancor più ignaro della vicenda aeroportuale fiorentina e toscana, è del tutto legittimato a non conoscere situazione e progetti del “Vespucci”. Il problema è che in queste condizioni ci si dovrebbe appoggiare ai dossier aperti dei propri uffici competenti e agli atti ufficiali fatti dalle istituzioni preposte, non a copioni scritti da gruppi localistici (politici o altro che siano), che portano peraltro a fare anche figure poco edificanti, com’è avvenuto ieri. Non solo per il richiamo a una nuova fase di riflessione che è proprio l’ultima cosa che possa servire in questa vicenda, ma anche per riferimenti specifici fuori luogo che gli sono stati fatti fare.

Non ha senso il richiamo alle preoccupazioni ambientali dato che uno dei fondamenti del progetto nuova pista è proprio il netto miglioramento ambientale dell’aeroporto (esistente), per tutte le ragioni note a chi conosce la questione e agli atti nei documenti ufficiali. E la sostenibilità ambientale è certificata dalla procedura VIA conclusa e garantita dalle opere complementari al progetto aeroportuale, confermate nelle 70 prescrizioni dei ministeri competenti (MATTM, MIBACT) e della Regione Toscana.

Non ha senso il richiamo alle preoccupazioni per le rotte di volo sul centro storico di Firenze dato che in realtà tali procedure non ci saranno e non sussiste alcun pericolo per i beni artistici e culturali (né di Firenze, né di altri comuni della piana). Situazione accertata negli studi annessi al masterplan e alla procedura VIA e certificata dalla relazione UNESCO resa nota lo scorso novembre (curiosamente “dimenticata” da chi ha scritto al ministro la risposta da dare ieri alla Camera).

Non ha senso il richiamo a preoccupazioni (infondate) per le rotte di volo sul centro di Firenze (che non ci saranno), quando le rotte di volo sulle città, spesso anche sui centri cittadini, ci sono davvero da sempre (e cresceranno con il crescere del traffico) su altri aeroporti italiani (ad esempio a Pisa e Bologna), senza che ciò sia mai stato ostacolo alla realizzazione di progetti di sviluppo aeroportuale, che in tali condizioni sono approvati o in esecuzione.

Insomma, quello di ieri è stato un esordio ministeriale non proprio felice, improntato da una parte alla vaghezza disinformata, dall’altra alle “solite” contraddizioni palesi con la realtà della questione aeroportuale fiorentina e toscana e con se stessi. Un approccio che può essere corretto in corso d’opera, senza stop di riflessione, semplicemente conoscendo e riconoscendo la vicenda, i progetti e le procedure in corso. Volendo…