14/2/2020. Si è tenuto ieri sera l’incontro pubblico che era stato promosso dall’Associazione In Pista! per far chiarezza su quella che sarà la relazione tra l’aeroporto “Vespucci” nell’assetto con la nuova pista 12/30 e il quartiere di Novoli e che è stata l’occasione per ribadire con ancora più forza e chiarezza la validità del progetto previsto per il “Vespucci” e l’assetto della piana nell’ambito del masterplan aeroportuale.
L’iniziativa, che voleva dare risposta alle preoccupazioni suscitate dalle informazioni non corrette che ancora circolano sulla nuova pista e sulle relative modalità d’uso, si è aperta inevitabilmente con il commento alla sentenza del Consiglio di Stato, arrivata poche ore prima, che ha confermato lo stop all’iter del masterplan posto dal TAR toscano nel maggio scorso, cercando di far chiarezza anche su questo ennesimo atto della vicenda già strumentalizzato e distorto in ogni modo nella giornata di ieri.
È stato quindi evidenziato e confermato come la sentenza del Consiglio di Stato riguardi giudizi sulle modalità in cui sono stati attuati alcuni passaggi ministeriali della procedura di VIA sul masterplan, ma in alcun modo riguardi la validità del progetto in sé per la nuova pista, l’assetto dello scalo e le altre opere territoriali e ambientali. Quindi adesso la procedura potrà e dovrà essere fatta ripartire dagli enti promotori (Toscana Aeroporti ed ENAC) per confermare l’obiettivo di avere uno scalo più funzionale e ambientalmente più compatibile e un reale sistema aeroportuale regionale.
Intanto, nell’incontro, i responsabili dell’Associazione hanno illustrato con immagini e video reali e simulati le traiettorie di volo previste con la nuova pista in raffronto alla pista attuale, sottolineando gli evidenti netti miglioramenti attesi per gli abitati e i cittadini; ricordato la modalità di utilizzo monodirezionale della nuova pista, che non avrà quindi voli dalla parte di Novoli ma solo dalla parte libera della piana, sorvolando con le traiettorie a bassa quota e impattanti zone pressoché senza insediamenti in prossimità dell’autostrada A11 e lontane dalle aree abitate; ricordate le opere ambientali previste per la piana; evidenziato i miglioramenti ambientali attesi anche dall’evoluzione “ecologica” degli aerei, che è già iniziata anche a Firenze con l’introduzione di alcuni nuovi velivoli (Airbus A220 e Embraer E Jet-E2) ma che potrà attuarsi efficacemente solo con la nuova pista, necessaria per far operare i modelli “ecologici” più ordinati o già messi in linea dai vettori (in particolare l’A320neo, velivolo di riferimento per il nuovo assetto dello scalo).
Un incontro “salutare”, che ha cercato di portare uno sprazzo di verità e chiarezza in un’altra giornata assurda per la questione aeroportuale fiorentina e toscana, che sarebbe tanto facile da risolvere con un progetto sotto ogni aspetto migliorativo della situazione attuale qual é il masterplan in iter, se potessero valere solo logica, buon senso, buona politica e l’interesse generale del territorio e dei cittadini.
29/3/2019 – È stato pubblicato l’annuale report del traffico aereo di ENAC, Ente Nazionale Aviazione Civile, che delinea l’andamento del traffico aereo sui 42 aeroporti italiani che nel 2018 hanno gestito traffico commerciale (rispetto ai 41 del 2017 è tornato operativo lo scalo di Crotone). Nel complesso il sistema italiano nel 2018 ha registrato 184.810.849 passeggeri (+5,8%) e 1.090.699 tonnellate di merce (+3,6%), con 1.413.466 movimenti (+0,0%). Come da alcuni anni, il dato complessivo delle tabelle principali non ricomprende il traffico aerotaxi (riportato parzialmente in una tabella separata assieme all’aviazione generale).
Analizzando i dati passeggeri per poli regionali (nostre elaborazioni dei dati sui singoli aeroporti), le posizioni sono in gran parte confermate. Dopo Lazio (48,7 milioni) e Lombardia (46,5 milioni), si pongono in ordine decrescente entro i primi dieci posti Veneto (17,7 milioni), Sicilia (17,7), Campania (9,9), Emilia Romagna (8,8), Sardegna (8,6), Toscana (8,1), Puglia (7,4) e Piemonte (4,1). Tra i risultati significativi si segnala anche nel 2018 la crescita della Campania (+15,8%), trainata dallo sviluppo di Napoli per l’insediamento di Ryanair, passata dal sesto al quinto posto, e della Liguria (+16,7%); importante anche la crescita della Calabria (+9,2%) e del Veneto (+8,9%) e il risultato raggiunto dalla Toscana che, pur confermandosi all’ottavo posto, per la prima volta ha superato la soglia degli otto milioni di passeggeri.
Considerando i singoli aeroporti, sono rimasti invariati gli scali entro le prime dieci posizioni per traffico passeggeri, con alcuni scambi di posizione: Roma Fiumicino (42,8 milioni), Milano Malpensa (24,5), Bergamo (12,8), Venezia (11), Napoli (9,9), Catania (9,8), Milano Linate (9,1), Bologna (8,4), Palermo (6,6), Roma Ciampino (5,8). Nel corso del 2018 tra i maggiori scali hanno registrato crescite a due cifre Genova (+16,7%), Napoli (+15,8%), Palermo (+14,7%), Verona (+11,8%), Milano Malpensa (+11,5%). Da segnalare Treviso, il secondo scalo del sistema aeroportuale di Venezia, che ha superato la soglia dei 3 milioni di passeggeri, mentre il “Marco Polo” di Venezia ha passato la soglia degli 11 milioni. Soglie “milionarie” sono state superate anche da Fiumicino (41 e 42 milioni), Malpensa (23 e 24 milioni), Napoli (9 milioni), Palermo (6 milioni) e Bari (5 milioni).
La Toscana, come detto, ha superato gli 8 milioni di passeggeri, esattamente 8.164.391, il traffico merci è stato di 11.238 tonnellate, gestiti con 64.512 movimenti di voli di linea e charter sui quattro scali presenti nelle statistiche ENAC. Pisa si è confermato 11° aeroporto, con 5.449.334 passeggeri (+4,3%), 11.174 tonnellate di merce (+9,5%) e 38.512 movimenti (+2,6%). Firenze è sceso dal 18° al 19° posto (superato da Lamezia Terme) con 2.706.689 passeggeri (+2,3%), 64 tonnellate di merce (+2,9%) e 27.608 movimenti (-5,0%). Grosseto è passato dal 37° al 40° posto, con 7.650 passeggeri (-1,6%) e 144 movimenti (+67,4%). Marina di Campo è sceso dal 35° al 39° posto, con 718 passeggeri (-92,2%) e 71 movimenti (-97,1%).
Aggiungendo per la Toscana anche i dati dei voli aerotaxi e di aviazione generale riportati nella specifica tabella di ENAC, il traffico è stato di 5.459.083 passeggeri e 43.109 movimenti a Pisa; 2.719.007 passeggeri e 34.225 movimenti a Firenze; 10.558 passeggeri e 1.820 movimenti a Grosseto e 4.834 passeggeri e 3.454 movimenti all’Elba, per un totale per la Toscana di 8.190.622 passeggeri e 82.608 movimenti.
12/12/2018 – Riportiamo di seguito il comunicato stampa diffuso nel pomeriggio da ENAC, costretta per l’ennesima volta a intervenire nella questione aeroportuale fiorentina per chiarire la realtà di atti, norme e procedure a fronte della distorsione della realtà su cui sono costruite le polemiche assurde contro il “Vespucci”, alimentate per la “dose odierna” con la sconcertante conferenza stampa tenuta dal Movimento 5 Stelle nella sede della Regione Toscana.
L’AEROPORTO DI FIRENZE È CERTIFICATO DALL’ENAC SECONDO LA NORMATIVA VIGENTE E OPERA IN SICUREZZA
Con riferimento a notizie di stampa in merito alla sicurezza dell’Aeroporto di Firenze, l’ENAC ribadisce che anche questo scalo, come tutti i principali scali italiani, è certificato secondo il Regolamento comunitario numero 139 del 2014, che attesta la rispondenza dell’infrastruttura, dell’organizzazione del gestore e delle sue procedure operative ai requisiti nazionali e internazionali applicabili in materia di sicurezza.
Prima dell’entrata in vigore del Regolamento comunitario n. 139, i 46 principali aeroporti italiani erano certificati sulla base di un Regolamento nazionale, il “Regolamento per la Costruzione e l’Esercizio degli Aeroporti”, basato sulle disposizioni dell’Annesso 14 dell’ICAO (International Civil Aviation Organization).
Le operazioni di volo dello scalo di Firenze Peretola, pertanto, sono svolte in sicurezza nel pieno rispetto della normativa vigente, così come attestato dalla costante e continua sorveglianza dell’ENAC finalizzata al mantenimento dei requisiti di certificazione.
L’ENAC auspica che non vengano diramate ulteriori notizie non veritiere sulla sicurezza che potrebbero determinare allarmismi ingiustificati a scapito della tranquillità dei passeggeri che utilizzano l’infrastruttura di volo.
ENAC ha pubblicato nei giorni scorsi il periodico report relativo agli investimenti sugli scali italiani per i quali è stato sottoscritto il Contratto di Programma o è stato approvato il piano quadriennale degli interventi alla data di emissione del report (i Contratti di Programma sono accordi sottoscritti con i gestori aeroportuali per disciplinare il profilo tariffario, la realizzazione del piano degli investimenti e il rispetto degli obiettivi di qualità e di tutela ambientale, nell’ambito degli impegni di lunga scadenza delineati nei masterplan).
I piani di investimento approvati e monitorati nel documento prevedono opere per oltre 4,1 miliardi di euro su 29 aeroporti, con data di avvio tra il 2015 e il 2017 e scadenza tra il 2018 e il 2021, variabile per i diversi scali. 3,2 miliardi riguardano i 13 aeroporti strategici individuati nel Piano Nazionale Aeroporti, con oltre 2,9 miliardi concentrati sui tre poli aeroportuali principali di Roma (Fiumicino e Ciampino), Milano (Linate e Malpensa) e Venezia. Nelle schede illustrative sono considerati anche sette scali non dotati di Piano degli Investimenti per i quali sono indicati comunque interventi effettuati per circa 1,7 miloni.
La verifica nell’attuazione degli investimenti relativa al 2017 evidenzia come lo scorso anno, a fronte di interventi programmati per circa 775 milioni, siano state concretizzate opere per 492 milioni (circa il 63%), con parziali differenziazioni tra il diverso tipo di contratto in essere (ordinario o in deroga), mentre più a rilento risultano gli investimenti sugli altri scali che ancora non hanno sottoscritto il contratto. In generale la lentezza nell’esecuzione dei progetti e quindi nel rispetto degli impegni è in gran parte imputabile alle lentezze burocratiche delle complesse procedure cui vengono sottoposti i masterplan, per le valutazioni ambientali e le successive verifiche di conformità urbanistica. In alcuni casi i ritardi sono imputabili a lentezze nelle progettazioni o nella disponibilità dei finanziamenti. Dei 29 scali considerati, una decina hanno masterplan definitivamente approvati con la conclusione della verifica di conformità urbanistica (alcuni con procedure concluse hanno di nuovo in corso iter su aggiornamenti del masterplan); cinque aeroporti hanno procedure ambientali concluse e hanno in corso o in avvio la verifica urbanistica; gli altri si trovano in varie situazioni procedurali.
Per la Toscana sono presenti nel report ENAC gli scali di Firenze e Pisa, per i quali viene ricordata la situazione in essere. Il “Galilei” di Pisa ha completato definitivamente l’iter del masterplan con la conclusione della verifica di conformità urbanistica nell’ottobre 2017, seguita alla chiusura nel 2016 della procedura di verifica di assoggettabilità a VIA sull’aggiornamento del masterplan. Il Piano di Investimenti 2015-2018 (sottoscritto nel dicembre 2014) comprendeva investimenti per 63,6 milioni, destinati per circa un terzo al terminal. Il “Vespucci” di Firenze ha avviato la procedura per la verifica della conformità urbanistica del masterplan, successiva alla conclusione della procedura VIA del dicembre 2017. Il Piano di investimenti 2015-2018 (sottoscritto nel dicembre 2014) comprendeva investimenti per 106,4 milioni, in gran parte destinati a espropri (70,2 milioni), che in realtà potranno partire dopo la definitiva approvazione del masterplan (al termine della Conferenza dei Servizi), mentre sono stati attuati (e in parte previsti al 2018) migliorie alle infrastrutture esistenti.
Con la presentazione del nuovo report sugli investimenti ENAC è tornata a sottolineare l’importanza della capacità di attuare gli interventi programmati per adeguare il sistema alla crescita del traffico aereo in atto e prevista in Italia (250 milioni di passeggeri al 2030 rispetto ai 175 di oggi), secondo le linee di azione individuate nel Piano Nazionale Aeroporti in vigore dal gennaio 2016. Investimenti per un miglioramento infrastrutturale necessario per sostenere la crescita e la competitività del paese nello scenario internazionale, l’occupazione e lo sviluppo sociale dei territori, ma anche la sostenibilità ambientale del trasporto aereo, superando situazioni di congestione e inefficienze operative.
“È sempre più importante mantenere il passo con il programma degli investimenti – ricorda ENAC – con atteggiamento cooperativo tra tutti gli stakeholder aeronautici e tutte le istituzioni interessate”. Occorre “ponderare la valenza di un’infrastruttura strategica rispetto alla tutela esasperata di porzioni di territorio, spesso già ampiamente urbanizzate”, cioè “trovare un ragionevole compromesso tra due interessi che possono non essere contrapposti e che anzi devono convergere verso la ricerca dello sviluppo del benessere economico e sociale della nazione”.
È stato pubblicato da ENAC il rapporto annuale sull’andamento del traffico aereo italiano relativo al 2017. Il quadro rappresentato ricalca sostanzialmente la situazione già evidenziata nei dati di Assaeroporti (gestori aeroportuali) diffusi nel gennaio scorso, ma con una maggiore completezza per la copertura di tutti i 41 aeroporti che nell’anno passato hanno ospitato traffico commerciale e numeri leggermente differenti per alcune variazioni nelle modalità di conteggio, che però non incidono sostanzialmente sulla situazione.
Nel complesso il traffico aereo nazionale lo scorso anno ha registrato 174.628.241 passeggeri (+6,2 sul 2016), 1.364.564 movimenti (+2,4) e 1.090.923 tonnellate di merce e posta (+9,2) sui 41 aeroporti conteggiati, distribuiti in 17 regioni (Basilicata e Molise non hanno aeroporti, la Valle d’Aosta anche nel 2017 non ha avuto voli commerciali). Dallo scorso anno i numeri riportati nelle tabelle generali di ENAC riguardano il traffico di linea e charter e non comprendono i dati dei voli aerotaxi, riportati parzialmente a parte, comunque l’incidenza sui totali è minima.
Accorpando il traffico aeroportuale per poli regionali, 14 regioni su 17 hanno mantenuto la posizione. Le prime cinque sono state quindi anche nel 2017 Lazio (46,7 milioni), Lombardia (43,8 milioni), Sicilia (16,9 milioni), Veneto (16,3 milioni) ed Emilia Romagna (8,6 milioni). Quattro regioni hanno registrato incrementi di passeggeri superiori al milione: 3,7 milioni in più in Lombardia, 1,7 in Campania, 1,4 in Veneto e Sicilia. Le tre posizioni variate riguardano la Campania, salita dall’8° al 6° posto, e le due regioni superate dalla Campania che sono Sardegna (scesa dal 6° al 7° posto) e Toscana (scesa dal 7° all’8° posto).
Guardando ai singoli aeroporti, il gruppo dei primi 10 scali per traffico passeggeri nel 2017 si è confermato lo stesso del 2016, anche se con alcuni scambi di posizione: Roma Fiumicino (40,8 milioni), Milano Malpensa (22), Bergamo (12,2), Venezia (10,3), Milano Linate (9,5), Catania (9), Napoli (8,6), Bologna (8,1), Roma Ciampino (5,9) e Palermo (5,8). L’incremento maggiore (tra gli scali principali e con traffico consolidato) è stato a Napoli Capodichino, con un +26,6% (uno dei più alti tassi di crescita europei), effetto atteso dell’attivazione della base Ryanair con il lancio di decine di nuove rotte. Crescite a due cifre, sempre tra gli scali principali, hanno riguardato anche Catania (+15,3%), Treviso (+14,5%), Malpensa (+14,1%), Cagliari (+11,8%), Verona (+10,8%), Olbia (+10,6%) e Bergamo (+10,6%). Dieci aeroporti hanno raggiunto nel 2017 nuove soglie “milionarie” di passeggeri: i 22 milioni sono stati superati a Malpensa (dai 19 del 2016), 12 milioni a Bergamo, 10 a Venezia, 9 a Catania (dai 7 del 2016), 8 a Napoli (dai 6 del 2016) e Bologna, 5 a Pisa, 4 a Cagliari e Torino, 3 a Verona.
La Toscana nel 2017 ha registrato sui suoi quattro scali commerciali (voli di linea e charter) 7.885.478 passeggeri (circa 395.000 in più sul 2016) scendendo però, come già evidenziato, dal 7° all’8° posto tra le regioni italiane, superata dalla Campania. I movimenti sono stati 67.544 (sesta regione italiana) e il traffico cargo (merci e posta) 10.270 tonnellate (quinta regione). Guardando ai singoli scali toscani, l’aeroporto di Pisa si è confermato 11° per traffico passeggeri, 5.222.427 (+4,9%), superando per la prima volta la soglia storica dei 5 milioni di passeggeri annui (festeggiati da Toscana Aeroporti con la cinquemilionesima passeggera il 7 dicembre 2017). I movimenti gestiti dal “Galilei” sono stati 37.536 (+2,6%) e 10.208 tonnellate di merce e posta (+3%). L’aeroporto di Firenze è passato dal 19° al 18° posto (superando nel 2017 Lamezia Terme) con 2.646.050 passeggeri (+5,7%), mentre i movimenti del “Vespucci” sono stati 29.068 (+0,9%) e 62 le tonnellate di merce e posta (-12,3%). Gli altri due scali toscani che nel 2017 hanno ospitato attività commerciali si mantengono in fondo alla graduatoria ma hanno mosso le proprie posizioni: l’aeroporto dell’Elba è passato dal 37° al 35° posto, con 9.227 passeggeri su 854 movimenti; lo scalo di Grosseto è salito dal 40° al 37° posto, con 7.774 passeggeri su 86 movimenti.
Come sempre l’inquadramento della Toscana nel quadro nazionale è da leggere tenendo conto del condizionamento derivante dalla situazione dell’aeroporto di Firenze, che incide nelle statistiche per il traffico perso a causa delle attuali disfunzioni del “Vespucci” (oltre 1.400 voli e 130.000 passeggeri nei dati 2017 comunicati in questi giorni da Toscana Aeroporti) e per l’impossibilità di gestire una normale evoluzione del traffico aereo nel principale bacino d’utenza regionale. Da una parte quindi i numeri in crescita comunque raggiunti dalla Toscana hanno ancora più valore, perché ottenuti con un gap di capacità infrastrutturale che nessun’altra regione presenta; dall’altra parte i dati toscani non sono rappresentativi del reale potenziale di traffico aereo della nostra regione.
ENAC e Toscana Aeroporti hanno annunciato oggi il completamento della procedura di certificazione dell’aeroporto di Firenze in base al Regolamento Europeo n.139 del 2014 che stabilisce i requisiti tecnici e le procedure amministrative relative agli scali comunitari.
Il nuovo Certificato di Aeroporto del “Vespucci”, consegnato questa mattina dal presidente dell’ENAC Vito Riggio al presidente di Toscana Aeroporti Marco Carrai, attesta che l’organizzazione della società concessionaria, le procedure delle operazioni a terra, tutte le infrastrutture e gli impianti aeroportuali rispondono ai requisiti contenuti nel Regolamento Comunitario in materia di sicurezza aeronautica.
L’atto inerente lo scalo fiorentino fa parte del processo di riconversione in base alla nuova normativa comunitaria delle certificazioni che l’ENAC aveva rilasciato a partire dal 2003 ai 46 principali scali italiani, a suo tempo certificati sulla base di un Regolamento nazionale (“Regolamento per la Costruzione e l’Esercizio degli Aeroporti”), che recepiva le disposizioni dell’Annesso 14 dell’ICAO (International Civil Aviation Organization).
Con il passaggio odierno si ribadisce quindi anche per il “Vespucci” di Firenze lo status di aeroporto in regola e sicuro secondo tutte le nome vigenti.
ENAC: l’aeroporto di Firenze è certificato secondo la normativa vigente e opera in sicurezza
Toscana Aeroporti: VIA del 2003 riferita a iter mai completato e progetti mai realizzati. Vespucci in regola
Per l’ennesima volta ENAC, l’ente nazione regolatore dell’aviazione civile italiana del Ministero dei Trasporti, unico responsabile della validazione di infrastrutture e progetti aeroportuali e del corretto funzionamento degli scali aerei, è dovuta intervenire con nota ufficiale nelle polemiche sempre più ridicole scatenate dai soliti soggetti che animano o ispirano i comitati della piana contro l’aeroporto di Firenze per ribadire l’ovvio: il fatto che il “Vespucci” è un aeroporto sicuro, certificato in tal senso, come qualsiasi altro scalo in attività. Certificato naturalmente in base a tutto il quadro di caratteristiche tecniche, strutturali e del contesto in cui è collocato.
Come abbiamo ribadito tante volte anche noi su questo blog e sul nostro notiziario, un aeroporto (qualunque sia, da Fiumicino al Cinquale) o è sicuro o è chiuso, nel senso che il parametro sicurezza è inderogabile e in base ad esso varia il parametro funzionalità dello scalo. Situazione che nell’attuale assetto di pista del “Vespucci” genera tutte le note disfunzioni operative (non di sicurezza!) in essere. Il fronte dei “contro” (autori e attori) ha pensato bene di strumentalizzare e distorcere anche questo concetto inventandosi un “Vespucci” non sicuro. Quindi adesso, oltre a contestare la nuova pista, sono passati alla richiesta di chiusura dell’attuale scalo. Tesi basata appunto sul disconoscimento (sempre solo per Firenze…) dell’autorità e delle competenze dell’ente nazionale dell’aviazione… e sulla pretesa ormai di stabilire le regole dell’aviazione mondiale da qualche circolo di Galciana o Sesto Fiorentino…
Qui di seguito il testo integrale del comunicato stampa diffuso da ENAC nella giornata di ieri, che in alternativa può essere scaricato a questo link.
COMUNICATO STAMPA N. 53/2017
ENAC IN MERITO ALLA SICUREZZA OPERATIVA DELL’AEROPORTO DI FIRENZE OGGETTO DI ALCUNI RECENTI ARTICOLI DI STAMPA
Con riferimento ad alcuni articoli pubblicati negli ultimi giorni sulla stampa toscana e ad una lettera che l’ENAC ha ricevuto da parte del “Coordinamento dei comitati per la salute della Piana di Prato e Pistoia” – e a cui l’Ente ha dettagliatamente risposto in via ufficiale ieri, 28 luglio, l’ENAC precisa quanto segue in merito alla sicurezza infrastrutturale e operativa dell’Aeroporto di Firenze e al relativo Decreto VIA.
Le operazioni di volo presso lo scalo di Firenze Peretola sono ed erano aderenti al normale esercizio di un aeroporto certificato che opera nel pieno rispetto della normativa internazionale di settore, così come attestato dal mantenimento della certificazione da parte dell’ENAC.
Su tale aeroporto l’ENAC ha, peraltro, condotto uno studio di rischio, che solitamente viene applicato ai soli aeroporti con almeno 50.000 movimenti annui, a fronte, invece, dei 28.868 movimenti registrati dallo scalo fiorentino nel 2003 e dei 28.806 nel 2016, e una valutazione sulle sicurezza operativa per la pista di volo esistente, la 05/23.
Le valutazioni del rischio associato al verificarsi di eventi incidentali sono state condotte attraverso l’impiego del modello statistico sviluppato dalla FAA (Federal Aviation Administration, Ente americano per la sicurezza del volo e del trasporto aereo) nell’ambito di uno specifico “Airport Cooperative Research Program” (ACRP) sul “Airport Safety Risk Management”, grazie al quale si è verificata la sicurezza dell’attuale infrastruttura di volo.
La stima del rischio è stata eseguita in considerazione dell’influenza che le effettive caratteristiche della pista possono indurre sul livello di sicurezza standard delle operazioni; lo studio di sicurezza ha previsto un’analisi statistica dei dati sui movimenti giornalieri effettuati sullo scalo, tenendo in adeguata considerazione sia le caratteristiche della pista, sia le condizioni meteorologiche che si verificano durante l’anno, in modo da pervenire ad una specifica stima della probabilità di accadimento di incidenti.
Per l’Aeroporto di Firenze è stato elaborato un nuovo Piano di sviluppo fino al 2029 (per il quale la pronuncia di compatibilità ambientale non si è ancora conclusa) che prevede una nuova pista di volo pressoché parallela alla direttrice dell’autostrada Firenze – mare. Il nuovo Piano di sviluppo aeroportuale varia lo scenario aeroportuale, in particolare modificando l’orientamento della pista.
Roma, 29 luglio 2017
É stato reso noto da ENAC l’annuale rapporto sul traffico aereo registrato sugli aeroporti commerciali attivi in Italia nel 2015 (45 scali in 18 regioni). Nel complesso sono stati gestiti 156.965.253 passeggeri (+4,5% sul 2014), 1.336.610 movimenti aeromobili (+0,1%) e 941.107 tonnellate di merce e posta (+4,3%), confermando la ripresa del settore già in atto nel 2014. Suddividendo il dato dei passeggeri per segmenti, il traffico è stato per il 62,4% a carattere internazionale, per il 37,6% nazionale. Il ruolo maggiore di traino nella crescita si conferma quello svolto dai vettori low cost che nel 2015 hanno operato, in diversa misura, su tutti gli scali interessati da voli di linea e sono cresciuti per passeggeri trasportati del 10,33% sul 2014 raggiungendo il 48,38% del traffico totale, mentre i vettori tradizionali sono rimasti sostanzialmente fermi (-0,48%), con il 51,62% del totale.
Accorpando i dati passeggeri dei singoli scali (nostra elaborazione), 16 regioni su 18 hanno confermato nel 2015 la posizione del 2014; le due variazioni riguardano la Puglia che ha superato la Campania e l’Abruzzo che ha superato le Marche. Le prime dieci regioni sono state, nell’ordine, Lazio (46 milioni), Lombardia (38,3), Sicilia (14,2), Veneto (13,6), Sardegna (7,6), Emilia Romagna (7,2), Toscana (7,1), Puglia (6,2), Campania (6,1) e Piemonte (3,7). In termini percentuali gli incrementi maggiori si sono registrati in Puglia (+6,6%), Lazio (+6,4%) e Lombardia (+5,8%). In termini numerici sono da evidenziare i dati della Toscana che, pur confermandosi al settimo posto, grazie al buon andamento registrato su Firenze e Pisa (+3,8% nel totale) per la prima volta ha passato la soglia dei sette milioni di passeggeri (traguardo già evidenziato nelle scorse settimane da Toscana Aeroporti nella presentazione dei dati del bilancio 2015), mentre Campania e Calabria hanno superato rispettivamente quota sei milioni e tre milioni. In negativo va segnalata la frenata dell’Emilia Romagna (circa -1%) per effetto dei mesi di chiusura dello scalo di Rimini (-66,3%), che ha però mantenuto (per meno di 17.000 passeggeri) il sesto posto davanti alla Toscana.
Guardando ai singoli scali, tra i primi dieci per traffico passeggeri nel 2015 otto hanno mantenuto le posizioni del 2014, mentre le variazioni hanno riguardato Bergamo che è salito al terzo posto, superando Milano Linate, e Palermo che ha sostituito Pisa al decimo posto. I primi dieci scali per passeggeri nel 2015 sono risultati Roma Fiumicino (40,2 milioni), Milano Malpensa (18,4), Bergamo (10,3), Milano Linate (9,6), Venezia (8,6), Catania (7,0), Bologna (6,8), Napoli (6,1), Roma Ciampino (5,8), Palermo (4,8). Da segnalare i superamenti delle soglie dei 40 milioni di passeggeri per Roma Fiumicino, 10 milioni per Bergamo, 9 milioni per Milano Linate, 6 milioni per Napoli.
Per i due maggiori scali toscani il rapporto ENAC conferma quanto già evidenziato dai dati 2015 diffusi a inizio anno da Assaeroporti: Pisa, con 4.800.254 passeggeri (+2,6%) si pone all’undicesimo posto tra i 45 scali commerciali italiani (scendendo di un posto rispetto al 2014, a favore di Palermo); Firenze, con 2.365.334 (+6%) si è posta al 16° posto ed è salita di una posizione, superando Lamezia Terme (il dato del “Vespucci” di Firenze nel quadro regionale e nazionale è naturalmente sempre da leggere tenendo conto della distorsione indotta dalle carenze strutturali che impediscono la gestione di una importante quota di traffico generato dal suo bacino di utenza). I dati toscani sono completati dagli aeroporti di Marina di Campo, Isola d’Elba, al 37° posto (17.009 passeggeri) e di Grosseto al 39° posto (2.329 passeggeri).
In attesa del decreto ministeriale che deve chiudere la Valutazione d’Impatto Ambientale sul masterplan del “Vespucci”, sul sito del Ministero dell’Ambiente/sezione VIA è stata resa nota l’ultima tornata di osservazioni e controdeduzioni caricata nella procedura. In due nuovi documenti di 229 pagine il proponente della VIA replica in circa 540 punti alle relative questioni e contestazioni reiterate con la seconda ondata di osservazioni al masterplan e allo studio ambientale presentate tra settembre e novembre da una ventina di soggetti toscani (Comuni, enti locali, comitati, partiti, soggetti privati e singoli cittadini in vario modo interessati) e dal Nucleo Regionale di Valutazione Ambientale col parere inviato a Roma in dicembre dalla Regione Toscana.
Di fatto, nulla di nuovo: le osservazioni/contestazioni sono sostanzialmente le solite, già presentate e controdedotte nella precedente fase della procedura; i soggetti “contestatori” sono quasi tutti gli stessi; le risposte non possono che ribadire le solite cose, con le note spiegazioni sulla correttezza dell’iter seguito e dei documenti presentati, sulla validità tecnica del progetto aeroportuale e delle opere accessorie, sulla valenza delle soluzioni proposte e del nuovo assetto della pista in termini di miglioramento ambientale, rapporto con il territorio e con gli abitati, innalzamento della sicurezza idraulica dell’area, sulla correttezza e completezza delle valutazioni ambientali, ecc. ecc. ecc.
Spiegazioni note, ovviamente, a chi si è letto le centinaia di documenti già agli atti nella procedura statale della VIA e nella precedente procedura regionale della variante al PIT (per stare al materiale più recente…), ossia a chi si legge le risposte alle domande che pone. Spiegazioni valide per chi riconosce la legittimità degli enti tecnici nazionali competenti, responsabili della validazione dei progetti aeroportuali e della regolazione delle attività aeree di tutto il settore dell’aviazione italiana, in base a norme e regolamenti internazionali.
Spiegazioni che saranno anche stavolta inutili, ovviamente, per chi invece contesta a prescindere la nuova pista del “Vespucci”, le opere accessorie, il masterplan, le valutazioni ambientali, le procedure seguite e l’esistenza stessa di un aeroporto per Firenze, dimostrando in pareri, osservazioni e contestazioni di aver letto poco o nulla di quanto già pubblicato o di non credere a quanto scritto in studi e progetti né riconoscere la competenza e la legittimità di chi li ha redatti, secondo un copione andato in scena tante volte nella questione aeroportuale fiorentina e toscana.
Diamo quindi notizia di questa ennesima tornata di “botta e riposta” per dovere di cronaca, evitando di tornare nello specifico delle singole questioni, perché dovremmo ripetere sempre le stesse cose e gli stessi commenti (chi fosse interessato a ripassare la materia trova il tutto sul sito del Ministero dell’Ambiente). Aspettiamo invece al più presto il decreto ministeriale (con parere favorevole e annesse usuali prescrizioni) che permetta di fare un passo avanti nella procedura amministrativa verso la realizzazione della nuova pista e quindi del sistema aeroportuale toscano.