La notizia arrivata in questi giorni all’attenzione di media e opinione pubblica circa la decisione di Alitalia di cancellare diversi voli su Pisa è stata colta prontamente come ennesima occasione per alimentare polemiche inutili su presunti ridimensionamenti dello scalo pisano effetto della nuova gestione unica. Lo scenario, al solito, è un po’ diverso, sostanzialmente opposto.
Dal prossimo 27 marzo, con l’entrata in vigore del nuovo operativo dei voli, Alitalia effettivamente ha deciso la cancellazione delle rotte avviate da Pisa dopo che il “Galilei” (nel 2011) era stato scelto come base di Air One, lo “smart carrier” del gruppo (chiuso a fine 2014): cesseranno quindi le rotte Alitalia per Berlino, Catania, Praga e Tirana attualmente operative e probabilmente il volo stagionale per Mosca, mentre proseguirà la rotta storica per Roma Fiumicino e quella estiva per Olbia (con il nuovo corso Alitalia ha incentrato l’attività su Fiumicino e il sistema milanese, con pochi altri voli operati da scali regionali al di là di quelli di apporto all’hub romano). Ma l’aeroporto di Pisa ha gestito normalmente la questione sopperendo all’offerta persa con altri vettori, come ha spiegato anche un comunicato di Toscana Aeroporti: Ryanair aprirà nuovi voli per Catania (in aggiunta a quelli già offerti per Comiso, 70 km da Catania) e per Berlino (in aggiunta al volo per la stessa destinazione già operato da EasyJet); il volo su Praga proseguirà con il vettore di bandiera della Repubblica Ceca Czech Airlines (che si sposta a Pisa dopo aver operato nel 2013 su Firenze); il volo per Tirana sarà incrementato da Blue Panorama Airlines, già presente sulla stessa rotta (resta al momento in dubbio la sola destinazione stagionale di Mosca).
Ai voli in sostituzione di Alitalia, si aggiungono poi i nuovi collegamenti che inizieranno da Pisa con il nuovo operativo estivo 2016: Dublino di Aer Lingus (in aggiunta alla stessa rotta già operata da Ryanair), Corfù e Sofia di Ryanair, Amburgo di Germanwings, Ginevra e Lione di EasyJet, Monaco di Transavia (in aggiunta allo stesso volo già operato da Air Dolomiti), Haugesund di goTO Nordics. In sostanza l’aeropoto di Pisa incrementa la propria offerta, in tutte le tipologie di voli e vettori (tradizionali e low cost, con Boeing e turboelica, con voli turistici e per gli hub), potendo stare a tutti gli effetti dentro le dinamiche del trasporto aereo come qualunque altro aeroporto normale, facendo il proprio gioco di mercato per “convincere” come e più possibile i vettori ad utilizzare il “Galilei” piuttosto che altri scali.
Ben diversa, invece, è la situazione di Firenze, dove nel disinteresse totale di media e opinione pubblica di voli ne sono stati persi davvero e ad oggi con il prossimo operativo estivo 2016 non risultano né sostituzioni né nuovi voli. In poco più di un anno il “Vespucci” ha visto l’abbandono da parte di Volotea (che si è trasferita a Pisa) con la chiusura delle sue quattro rotte da Firenze per Catania, Palermo, Bordeaux e Nantes, la chiusura del volo per Birmingham di FlyBe e la perdita del volo per Tirana di Blue Panorama. Voli cancellati e per ora non sostituiti, portando alla perdita di destinazioni internazionali e all’indebolimento di rotte nazionali. Voli persi anche per le criticità operative della pista attuale, con la surreale chiusura di rotte di successo, a volte rinforzate (finché operative) con frequenze aggiuntive per l’elevata domanda esistente. Nell’attuale situazione lo scalo fiorentino continua a non poter stare nelle normali dinamiche del trasporto aereo e anche a fronte di uno dei bacini di utenza più importanti e richiesti d’Europa, resta problematico rispondere alla volontà dei vettori di scendere al “Vespucci” per servire l’area fiorentina e la Toscana centrale.
Al di là di ogni altra considerazione e implicazione connessa a questa vicenda, la realtà toscana resta quella di un sistema aeroportuale che ancora non c’è e che è destinato a rimanere sulla carta e nei propositi finché non sarà normalizzata la situazione strutturale, ossia finché non sarà operativa la nuova pista di Firenze e entrambi gli scali non saranno in grado di servire adeguatamente i propri territori di riferimento e di stare entrambi nelle normali dinamiche del traffico aereo, del mercato e della corretta concorrenza.