1/1/2020 – Come da tradizione, anche con questo inizio gennaio entriamo in un nuovo anno (e nel terzo decennio del 21° secolo) nella classica attesa di certezze certe per la soluzione della questione aeroportuale fiorentina e la realizzazione delle relative opere indispensabili (nuova pista) attese dal secolo scorso… a 91 anni dall’insediamento nella piana dell’aeroporto di Peretola, 71 anni dalla prima proposta di nuova pista “parallela all’autostrada” che ripristinasse l’originaria direttrice di volo del 1929, 33 anni dal primo progetto per la pista 12/30 promosso dal primo ente gestore del “Vespucci” (SAF) per dare l’assetto ritenuto da sempre più corretto per l’esistente scalo fiorentino e il territorio che gli sta attorno (confermato oggi nei progetti in attesa di attuazione).
L’anno che si è chiuso, per la verità, è stato un anno storico in positivo per la vicenda (e come tale si spera che potrà essere archiviato), con procedure approvative e autorizzative per l’attuale masterplan tutte completate, a sei anni dall’avvio del relativo iter, e con una realizzabilità della nuova pista e quindi della soluzione della storica questione mai arrivata in fase così avanzata nei decenni precedenti.
Ma il 2019 è stato anche l’anno in cui i soliti anti-aeroporto di casa nostra, pur sempre più isolati e relegati nei propri orticelli (politici, campanilistici, ideologici o variamente interessati), rappresentativi solo di se stessi, hanno riesumato tutto il peggio dei metodi e delle argomentazioni “contro” ed hanno prodotto gli effetti peggiori per tutta la comunità dell’area metropolitana fiorentina e della Toscana intralciando un piano di miglioramento infrastrutturale, funzionale ed ambientale di valenza territoriale qual è il masterplan del “Vespucci”.
Il 2020 si apre quindi, prima di tutto, con l’attesa di una ripartenza del percorso verso l’attuazione del masterplan, dopo quello che sarà il pronunciamento del Consiglio di Stato (atteso dall’ultima udienza di fine novembre) sui ricorsi contro la sentenza del TAR della Toscana che, in un surreale scontro istituzionale tra enti dello Stato, dallo scorso maggio ha congelato (incomprensibilmente) un masterplan del “Vespucci” approvato da tutti gli enti preposti e in tutte le sedi competenti, bloccato la creazione del sistema aeroportuale toscano e a cascata prodotto altre conseguenze per l’area della piana.
Proprio di fronte allo spettacolo politico-istituzionale-giudiziario andato in scena nel 2019 attorno al masterplan dello scalo fiorentino non è il caso di fare previsioni su quanto potrà accadere nel 2020, se non ricordare sempre chiaro e forte come in tutto questo non sia mai cambiata (e non cambierà qualunque cosa accada nelle prossime settimane o mesi) la validità del progetto della nuova pista 12/30 e di tutte le altre opere previste nel masterplan per il miglioramento dello scalo e per la piana, anche sotto il profilo ambientale, nell’interesse pubblico generale (e anche a difesa dalle mire edificatorie che incombono sulla piana e sul parco da vari fronti malcelate dietro alibi ambientalisti).
Aspettiamo quindi di capire quando e come in questo 2020 potrà ripartire il percorso verso la realizzazione della nuova pista, ma aspettiamo anche altri segnali da Roma e dall’attuale Governo. Governo che è rinsavito rispetto a quello che era stato il più bizzarro ministero dei Trasporti della storia del paese, ma che per ora è un po’ troppo silenzioso su varie questioni infrastrutturali, compresa quella aeroportuale fiorentina. Come nel 2019, si attende ancora conferma dei finanziamenti destinati alla realizzazione del masterplan del “Vespucci” (come previsto e consentito dalle norme UE); si attende conferma del riavvio della pratica UE relativa a tali finanziamenti (lasciata morire dal precedente ministero); si attende soprattutto di veder confermata la posizione del “Vespucci” nella rivisitazione in atto del Piano Nazionale Aeroporti, rivisitazione per nulla necessaria per un piano vigente da poco e maturato dopo un decennio di lavoro, ma avviata dal precedente Governo ed evidentemente assecondata da quello in carica.
In alcun modo devono essere accettati, nell’eventuale nuovo Piano Nazionale Aeroporti, cambiamenti nel ruolo e nelle necessità infrastrutturali per lo scalo fiorentino previste nel piano vigente (minimo indispensabile per dare un aeroporto adeguato all’area fiorentina), né in ottica di sistema toscano né di rapporti con Bologna e men che meno con divagazioni ferroviarie. Probabilmente (si spera) ciò non avverrà, ma sarebbero gradite assicurazioni concrete da parte del Governo, magari con una visita in Toscana del nuovo vertice ENAC che nel 2019 ha girato per tutta Italia portando supporto e conferme ai piani di investimento e ai masterplan in corso o previsti in tutti i principali scali nazionali e sposando anche cause di scali molto minori, con relativi potenziamenti di piste concretamente avviati, ma per ora non si sono visti dalle nostre parti.
Infine, nel 2020, si attende il nuovo governo regionale che guiderà la Toscana dalla prossima primavera al 2025 e che si troverà ad accompagnare (e probabilmente a dover sollecitare), per quanto di propria competenza, l’attuazione di tante opere infrastrutturali attese in Toscana, aeroporti compresi. Anche in questo caso non si fanno previsioni (non interessa farle qui), ma vista la trasversalità interpartitica delle opposte posizioni sulla questione aeroportuale fiorentina, presenti sostanzialmente in tutte le formazioni politiche a seconda delle latitudini, dei campanili, degli orticelli e delle ideologie, è opportuno ascoltare quanto sarà espresso sul tema da qui alle elezioni.
Ascoltare per supportare chi conferma chiaramente senza “se e senza ma” l’appoggio alla realizzazione concreta del masterplan e della nuova pista 12/30 (e quindi ad un vero sistema aeroportuale regionale) e per rifuggire da chiunque, nel 2020, non abbia la volontà di farlo o da chi dovesse “minacciare” riaperture di tavoli e dibattiti, rivisitazioni di obiettivi e progetti o “ricongelamenti” tattici della questione, come visto tante volte in questa vicenda, che con il 2019 avrebbe dovuto essersi chiusa definitivamente con l’avvio degli ultimi adempimenti verso l’apertura dei cantieri e adesso non riguardare proprio la prossima sfida elettorale regionale.
Aspettando quindi di vedere l’evolversi della situazione sui vari fronti, anche per il 2020 buon anno a (quasi) tutti.
18/12/2019 – Il gruppo Air France-KLM ha annunciato ufficialmente l’ordine di 60 Airbus A220-300, nuovi aerei “ecologici” che andranno a costituire la futura flotta di corto-medio raggio del vettore francese al posto degli attuali Airbus A318 e A319, confermando le notizie sulla scelta del velivolo emerse nei mesi scorsi.
La preferenza per l’A220 è stata indotta proprio dalle caratteristiche di sostenibilità ambientale di questa nuova tipologia di velivoli, che riduce i consumi di carburante (almeno 20% per poltrona rispetto agli aeromobili della generazione precedente) e quindi le relative emissioni, ed abbatte drasticamente l’impatto acustico in aeroporto e sul territorio sorvolato (chiunque può apprezzare concretamente tale caratteristica ogni giorno al “Vespucci” ascoltando il passaggio degli Airbus A220-100 che Swiss già impiega sullo scalo fiorentino).
Air France è uno dei principali operatori dell’aeroporto di Firenze, con innumerevoli frequenze giornaliere da/per Parigi (fino a sette voli nel periodo estivo, ora gestiti con A318 e A319), quindi anche quest’evoluzione ecologica della sua flotta potrà contribuire a migliorare ulteriormente la sostenibilità ambientale dell’attività aerea del “Vespucci”, oltre le stime già positive delineate nella VIA sul masterplan (che per principio di precauzione non hanno considerato i rinnovi delle flotte dei vettori, ormai in atto).
L’Airbus A220-300, il più grande dei due modelli in produzione, capace di trasportare fino a 150 passeggeri, ha però bisogno della pista più lunga e meno penalizzata per poter operare efficacemente sullo scalo fiorentino, rendendo ancora più urgente (ce ne fosse bisogno…) la ripresa dell’iter del masterplan verso la realizzazione della nuova pista.
13 12 2019 – Nell’ultimo numero del nostro notiziario (Aeroporto 89) abbiamo dedicato grande spazio ad evidenziare quanto siano demagogiche e insensate le crociate contro il trasporto aereo che da un po’ di tempo animano piazze, movimenti e commentatori superficiali e poco informati (declinate dalle nostre parti anche nella battaglia contro l’aeroporto di Firenze), in nome di un “estremismo ambientalista” fuori luogo rispetto ad un settore come quello dell’aviazione che in realtà è di per sé da lungo tempo impegnato nella sostenibilità ambientale, con risultati determinanti già raggiunti.
Tra l’altro va rilevato che ci si sta accanendo su un modo di trasporto, quello aereo, che è responsabile del 3 o 4% di tutte le emissioni umane nell’ambiente! Su un settore che più di ogni altro negli ultimi decenni ha fatto passi da gigante nel costruire motori sempre più efficienti, meno inquinanti e più rispettosi dell’ambiente. Un settore che da solo, in autonomia e già da tempi non sospetti, si è preoccupato di darsi regole via via sempre più stringenti in fatto di emissioni gassose e inquinamento acustico, mandando periodicamente in pensione gli aerei più vecchi e introducendo macchine più moderne. E un settore che con la graduale introduzione delle rotte dirette (invece di seguire le aerovie) sta abbattendo enormemente le emissioni.
L’ultima autorevole conferma di tutto ciò arriva dalla IATA (International Air Transport Association), l’associazione che regola il settore del trasporto aereo commerciale. L’associazione ha reso noto che le emissioni di CO2 per passeggero da parte del settore del trasporto aereo sono calate del 50% dal 1990. Tale risultato è stato raggiunto principalmente grazie ad un miglioramento continuo dell’efficienza del consumo di carburante che è stato del 2,3% annuo dal 2009 ad oggi, lo 0,8% in più di quanto era stato prefissato. Miglioramento dovuto sia all’introduzione di aerei più efficienti, sia all’adozione di procedure operative più efficaci.
«Aver abbattuto della metà le emissioni per passeggero è un risultato straordinario della competenza tecnica e dell’innovazione nel settore dell’aviazione. – ha detto il direttore generale e CEO della IATA, Alexandre de Juniac – Ma noi abbiamo ambizioni più grandi. Dal 2020 saremo al netto delle emissioni e nel 2050 avremo tagliato della metà le emissioni del 2005. Raggiungere questi obiettivi significa continuare a investire in nuove tecnologie, in combustibili sostenibili e nei miglioramenti operativi».
Le compagnie aeree hanno investito circa un trilione di dollari in nuovi aeromobili dal 2009 e hanno firmato accordi per l’acquisto di carburante per aviazione sostenibile (SAF) per un importo di circa sei miliardi di dollari. Inoltre, l’introduzione del sistema CORSIA (Carbon Offsetting and Reduction Scheme for International Aviation) garantirà una crescita a emissioni zero sui voli internazionali dal 2020 e raccoglierà circa 40 miliardi di dollari in finanziamenti per il clima.
L’analisi della IATA mostra che i tentativi per sopprimere deliberatamente i viaggi aerei attraverso tasse che alla fine colpiscono i passeggeri sono inefficaci nel ridurre il CO2. L’efficacia del sistema CORSIA risiede nella sua portata globale: si stima che ridurrà le emissioni di circa 2,5 miliardi di tonnellate nel corso del ciclo di vita dello schema. Ma la volontà globale di attuare CORSIA viene compromessa dai governi che introducono un mosaico di tasse sulle emissioni di CO2. Una serie di decisioni o proposte sono state prese negli ultimi mesi per imporre tasse sui passeggeri del trasporto aereo anche in Francia, Germania, Paesi Bassi e Svizzera.
«Le tassazioni volte a impedire alle persone di esercitare la propria libertà di volare renderà i viaggi più costosi ma farà molto poco per ridurre le emissioni. È una soluzione comoda per i politici, senza assumersi la responsabilità dell’impatto negativo che ha sull’economia o delle restrizioni di mobilità che impone alle persone con redditi più bassi», ha affermato Alexandre de Juniac.
Il settore dell’aviazione è impegnato più che mai per ridurre nel futuro le emissioni nell’ambiente con l’adozione di tecnologie più “pulite”. Ma questo richiede un settore aereo finanziariamente solido, in grado di finanziare i pesanti investimenti che saranno necessari per rendere il volo sostenibile.
«I governi devono concentrare i propri sforzi in modo corretto. Volare guida la prosperità. Non è il nemico. Il taglio del CO2 deve essere l’obiettivo e i governi si devono impegnare per incentivare la commercializzazione di carburanti per l’aviazione sostenibili, promuovere l’efficienza nella gestione del traffico aereo e sostenere la ricerca sulle fonti energetiche a basse emissioni di CO2», ha affermato de Juniac.
8/12/2019 – Nella mattinata di ieri la neonata Associazione In Pista!, creata per supportare la costruzione della nuova pista dell’aeroporto di Firenze con il conseguente contenimento dell’impatto ambientale degli aerei sul territorio, ha organizzato un’iniziativa a favore dei rappresentanti dei media locali per mostrare le aree sulle quali si avrà l’impatto sonoro maggiore e rendere evidente la sostenibilità della nuova pista. I giornalisti sono stati accompagnati in una passeggiata che, partendo dalla zona di Capalle a Campi Bisenzio, il primo agglomerato residenziale sorvolato, li ha portati ad avvicinarsi alla zona dove sarà realizzata la nuova pista.
I giornalisti presenti hanno potuto constatare come quella porzione di territorio, sulla quale ricadrà l’impatto acustico compreso tra i 65dB (limite di legge per le strutture residenziali) ed i 60dB, è costituita quasi interamenteda campi, senza insediamenti abitativi. Una soluzione che andrà quindi a migliorare decisamente la situazione attuale che vede gli aerei sorvolare gli abitati nelle zone delle Piagge, Quaracchi e Peretola da una parte e Sesto Fiorentino dall’altra.
Considerando gli ultimi tre chilometri di avvicinamento all’aeroporto, spiega l’associazione, con l’attuale pista le persone sorvolate sono circa 2.000 e oltre 10.000 quelle che si trovano nel “cono” di atterraggio; con la nuova pista la popolazione coinvolta non supera le 30-40 persone nella frazione di Limite.
Inoltre è stato fatto osservare, il trasporto aereo incide in modo poco significativo nel computo generale delle attività che generano emissioni in atmosfera. Le indagini di ARPAT e CNR di Pisa stimano nel 2% il contributo del traffico aereo sul totale delle fonti inquinanti. Ben altre sono infatti le fonti di inquinamento che interessano la piana dagli assi stradali ed autostradali, spesso congestionati e con le auto in colonna, agli altri poli attrativi di traffico come i centri commerciali (i soli Gigli contano quasi venti milioni di visitatori l’anno).
È poi bene ricordare, aggiunge l’associazione, che tutti gli studi in materia di sostenibilità ambientale e sanitaria relativi al masterplan del “Vespucci” hanno preso in esame gli scenari più complessi possibili, includendo la presenza dell’ipotizzato termovalizzatore (che verosimilmente non verrà più fatto) così come della terza corsia dell’A11: dagli studi emergono incidenze di rischio tossicologico e cancerogeno che si attestano dieci volte sotto la soglia di rischio.
Tra l’altro, tali studi non hanno tenuto conto che nel frattempo la tecnologia aeronautica è evoluta velocemente e che le compagnie già si stanno dotando di aerei con motori di nuova generazione (famiglie A220 e A320neo, Boeing 737MAX ed Embraer Ejets E2) che abbatteranno ulteriormente le emissioni acustiche (del 50% circa) e gli agenti inquinanti (del 20% circa).
22/11/2019 – È stata presentata ieri l’Associazione “In Pista”, nuova iniziativa a sostegno del progetto di realizzazione della nuova pista dell’aeroporto di Firenze e dello scalo dell’area fiorentina, già attiva da alcuni mesi, promossa da un gruppo di cittadini che da anni seguono attivamente la vicenda sui social e che adesso si sono strutturati in associazione formalmente costituita per dar maggior incisività alla propria azione.
La presentazione della nuova associazione si è tenuta in un luogo scelto non a caso, in via Pratese, esattamente sotto la traiettoria di discesa verso la pista attuale, sorvolato dagli aerei a circa 50 metri di altezza e vicino ai nuclei abitati più prossimi allo scalo. L’occasione e il contesto sono stati quindi spunto per evidenziare concretamente il principale beneficio ambientale del riassetto dell’aeroporto con la nuova pista, che eliminerà tale situazione di impatto spostandola su aree libere della piana, verso gli svincoli autostradali tra A1 e A11, abbattendo drasticamente le criticità acustiche oggi presenti sulle zone di Peretola e Quaracchi senza traferirle su altri abitati.
L’iniziativa, a cui hanno aderito nella fase costitutiva e iniziale una trentina di persone, rappresenta quindi un’ulteriore strumento per i cittadini delle aree prossime allo scalo attualmente più “colpiti” dai voli del “Vespucci” con la pista esistente (a Firenze e Sesto Fiorentino), ma anche per tutti coloro che credono nella necessità dell’adeguamento dell’aeroporto con la nuova pista per dotare l’area fiorentina di uno scalo funzionale ed efficiente (senza più le tante disfunzioni causate dall’attuale assetto di pista) e per tutti i benefici generali e prevalenti connessi all’attuazione del progetto, dagli aspetti ambientali alla competitività dell’area metropolitana e della regione.
L’Associazione In Pista ha già tenuto incontri diretti con le amministrazioni di Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino e Signa, le realtà territoriali direttamente coinvolte nell’iter del masterplan (oltre a Firenze) per confrontarsi sui progetti previsti nel masterplan aeroportuale, ed è attiva con una propria pagina Facebook, un profilo Twitter e un canale Youtube. L’attività prevista si incentrerà su iniziative pubbliche per diffondere una corretta informazione sui progetti aeroportuali ed i relativi reali effetti positivi, in una vicenda troppe volte caratterizzata da fake news, distorsioni e strumentalizzazioni su cui hanno sempre fatto leva i soggetti “contro” per far presa nell’opinione pubblica.
Salutiamo quindi la nascita di questa nuova iniziativa positiva, che non può che avere il pieno sostegno di tutti coloro che guardano al futuro del nostro territorio ed ai miglioramenti ambientali consentiti dallo sviluppo corretto e sostenibile delle infrastrutture.
21/11/2019 – È stata presentata oggi la nuova veste rinnovata e potenziata dell’area del “Palagio degli Spini”, struttura a servizio dell’aeroporto “Vespucci posta nei pressi dello scalo, al di là dell’autostrada A11. L’area di Palagio degli Spini, nata con finalità di parcheggio e snodo intermodale in occasione del Giubileo del 2000, dopo alterne vicende, per diversi anni ha ospitato i servizi di autonoleggio spostati dalla precedente collocazione nei pressi del terminal come soluzione precaria durante l’effettuazione di lavori nella zona dell’aerostazione.
Adesso l’area “Palagio degli Spini” è stata strutturata definitivamente come vero e proprio centro logistico dedicato ai servizi di autonoleggio al fianco del “Vespucci”, con una completa riqualificazione della zona (su 29.160 mq) sia dal punto di vista ambientale, con sistemazioni idrauliche per la regimentazione delle acque superficiali, sistemazioni a verde, nuove alberature, sia funzionale ed estetico, con risistemazioni delle viabilità, delle segnaletiche, dei sistemi di illuminazione e di videosorveglianza, delle viabilità e delle aree di sosta.
Gli stalli dei parcheggi sono stati incrementati da 389 a 460, più 135 posti di stoccaggio delle auto nella parte sottostante il viadotto ferroviario, uno stallo per le bisarche, cinque postazioni per i taxi ed è stato predisposto un percorso dedicato alla navetta che collega l’area con il terminal aeroportuale. È stata interamente recuperata e ristrutturata anche la palazzina “Meeting point”, che con la sua architettura caratterizza l’area, dove hanno trovato posto le attività di accoglienza e informazione, servizi, uffici delle società di autonoleggio (12 quelle attualmente presenti) ed a breve sarà attivato un bar caffetteria.
Attualmente l’area – come ricordato – è collegata al terminal del “Vespucci” tramite una navetta con bus, su un percorso che attraversa lo snodo viario di connessione tra l’A11 e Novoli. Nell’ambito del masterplan aeroportuale è prevista la realizzazione del collegamento diretto pedonale tra l’area parcheggio e la vicina area aeroportuale.
Alla presentazione odierna hanno partecipato, il vertice di Toscana Aeroporti e Corporation America Italia, il vertice di ANIASA (associazione nazionale che riunisce le società di autonoleggio), l’assessore al decoro del Comune di Firenze in rappresentanza del sindaco, e vertici e rappresentanti di enti e istituzioni locali. Presenti anche tutti i consiglieri di Corporation America, in questi giorni riuniti a Firenze per il consiglio di amministrazione della società argentina.
In occasione della cerimonia, nella palazzina del “Meeting point”, è stata scoperta una targa in memoria di Amedeo Massotti, per dieci anni direttore operativo di ANIASA, scomparso prematuramente tre anni fa, e che proprio a Firenze, tra il “Vespucci” e il primo insediamento nell’area Palagio degli Spini aveva iniziato la propria attività nel settore dell’autonoleggio.
31/10/2019 – È uscito il nuovo numero del notiziario “Aeroporto”, trimestrale informativo dell’Associazione Valentino Giannotti per lo Sviluppo dell’Aeroporto di Firenze (Ottobre-Dicembre 2019).
In attesa che lo Stato ponga rimedio alle incomprensibili sentenze del TAR della Toscana che lo scorso maggio hanno bloccato l’avvio dell’attuazione del masterplan del “Vespucci”, Aeroporto n° 89 è in gran parte dedicato alla questione ambientale, per evidenziare di nuovo la sostenibilità dei progetti infrastrutturali e territoriali previsti nel piano aeroportuale, a fronte di una contestazione ambientalista poco o nulla consapevole della realtà dello scalo fiorentino e di quanto previsto per il suo adeguamento.
Tra gli altri argomenti trattati, l’ipotesi riemersa recentemente di una collaborazione con l’aeroporto di Bologna, non proponibile finché lo scalo fiorentino non avrà l’assetto adeguato con la nuova pista, e le vicende urbanistiche che riguardano la piana, compresa quella del nuovo stadio, che continuano a evidenziare atteggiamenti contraddittori nei metri di giudizio e di valutazione da parte delle amministrazioni della piana che contestano l’aeroporto.
“Aeroporto” n° 89 è scaricabile direttamente cliccando qui oppure dalla apposita sezione del sito dove sono disponibili anche tutti gli arretrati.
27/10/2019 – È entrato in vigore oggi il nuovo operativo dei voli del “Vespucci” valido fino al prossimo 28 marzo, con l’offerta per il periodo invernale 2019-2020. Rispetto all’orario invernale dello scorso anno la novità è rappresentata dai quattro voli di Vueling avviati a metà settembre per Bilbao, Monaco, Praga e Vienna che proseguono nell’operativo attuale, mentre non c’è il volo da Chisinau di Air Moldova, cancellato la scorsa estate.
Proseguono quest’anno nel periodo invernale le rotte per Londra Luton di Vueling e per Dusseldorf di Eurowings. Il volo di Brussels Airlines per Bruxelles viene mantenuto con frequenze ridotte fino a fine novembre e poi da fine febbraio a fine marzo (quando riprenderà l’operativo completo).
Nel complesso l’operativo invernale 2019-2020 offre collegamenti per 19 destinazioni su 22 aeroporti, gestiti da 14 vettori.
Voli nazionali: Catania (Vueling), Palermo (Vueling), Roma Fiumicino (Alitalia).
Voli internazionali: Amsterdam (KLM e Vueling), Barcellona (Vueling), Bilbao (Vueling), Bruxelles* (Brussels Airlines), Bucarest (Blue Air), Dusseldorf (Eurowings), Francoforte (Lufthansa), Lisbona (TAP Air Portugal), Londra City Airport (British Airways), Londra Gatwick (Vueling), Londra Luton (Vueling), Madrid (Iberia e Vueling), Monaco (Air Dolomiti, Vueling), Parigi CDG (Air France), Parigi Orly (Vueling), Praga (Vueling), Tirana (Albawings), Vienna (Vueling), Zurigo (Swiss). (*fino al 29/11/2019 e dal 21/2/2020).
Firenze, 18 ottobre 2019 – In merito alle dichiarazioni del Sindaco di Campi Bisenzio relative alla possibile realizzazione dello stadio di Firenze, Toscana Aeroporti, contrariamente a quanto dichiara il Sindaco, non ha diramato fino ad oggi alcun comunicato ufficiale, non volendo entrare in querelle politiche che non le competono.
Occorre però, ora, esprimere la propria posizione in risposta al Sindaco Fossi. Per quanto riguarda gli eventuali “vincoli”, la domanda va posta ad Enac ed Enav ma ricordiamo che una cosa sono i vincoli sulle aree di rispetto, altra sono quelli sugli edifici e sulle funzionalità degli stessi sulle rotte di avvicinamento.
In ogni caso, da fermi supporter della Fiorentina e della sua necessità di dotarsi di uno stadio efficiente, ribadiamo che qualunque istituzione o società che volesse utilizzare in modo pretestuoso lo stadio della Fiorentina per ostacolare il processo autorizzativo della nuova pista, concluso e solamente sub iudice amministrativo, troverà Toscana Aeroporti pronta a ricorrere in ogni sede per la tutela dei propri legittimi interessi.
Peraltro, tali interessi coincidono in questo caso con quelli dello Stato, essendo l’infrastruttura aeroportuale una infrastruttura pubblica e pianificata dagli organismi nazionali.
Questo il testo del comunicato stampa diffuso oggi da Toscana Aeroporti per esprimere la propria posizione in merito all’ennesimo spunto di polemica creato nella piana con la proposta del nuovo stadio a Campi Bisenzio nei terreni attorno a via Allende (prossimi alle rotte della nuova pista). Proposta – aggiungiamo noi – apparsa fin da subito quantomeno discutibile per localizzazione tutta da verificare (non solo in relazione alla nuova pista dell’aeroporto) e per argomentazioni di supporto e non proprio presentabile come soluzione “fast” a fronte del percorso pianificatorio, valutativo, approvativo e autorizzativo che richiederebbe.
24/9/2019 – Nel prossimo fine settimana una tre giorni di eventi (27-29 settembre) celebrerà i quarant’anni dall’istituzione del parco regionale Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli, decisa nel 1979 dalla Regione Toscana con la creazione dell’ente gestore, prima come Consorzio e quindi come “Ente Parco Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli”, a tutela delle risorse naturali e storiche di questa porzione di costa toscana.
Il parco, esteso per 23.000 ettari nelle province di Lucca e Pisa, fino al confine con quella di Livorno, occupa nella parte più a sud il territorio che separa Pisa dal mare. L’area del parco comprende habitat testimonianza delle originali conformazioni dell’area (come le dune sulla costa o i residui di zone paludose), ambienti ricreati con le bonifiche di fine ottocento e inizio novecento (boschi e pinete) e usi agricoli sviluppati nel corso dei secoli ed arrivati fino ad oggi.
Al suo interno sono presenti aree protette, oasi WWF, attività legate all’agricoltura biologica, allevamenti, pesca, attività di equitazione, ippoterapia, trekking, educazione musicale, attività didattiche, centri visite, percorsi ciclo-pedonali, foresterie, servizi di ristorazione con prodotti tipici a chilometro zero. L’area del parco è inserita nella più estesa MaB (Man and Biosphere) “Selve costiere di Toscana”, riserve della biosfera riconosciute dall’UNESCO.
Nella vasta area del parco sono ricompresi insediamenti e infrastrutture di vario tipo, viarie, ferroviarie e su una porzione del territorio del parco (i circa 12 km che separano la città di Pisa dal mare) passano le rotte di atterraggio e decollo principali dell’aeroporto pisano, che con le testate sud delle due piste confina proprio con il parco e con i voli passa anche in prossimità di aree protette, sia marine sia terrestri (le rotte aeree a Pisa sono per il 70% sul parco e per il 30% sulla città).
Il tema parco e aeroporto non compare tra gli aspetti toccati nelle celebrazioni in programma, in quanto in realtà a Pisa tale coesistenza non ha mai suscitato, nel bene e nel male, attenzioni o spunti di discussione perché mai è stata sollevata, da istituzioni, forze politiche o associazioni ambientaliste, una qualche problematica per la prossimità dell’infrastruttura aeroportuale con le aree naturali né per i sorvoli del parco.
Recentemente, in occasione dell’iter ambientale del masterplan dello scalo, anche uno studio specifico ha valutato – escludendoli – potenziali effetti negativi su flora e fauna legati all’attività aerea e al sorvolo delle aree naturali, con la sola attenzione dovuta al controllo del fenomeno wildlife strike (potenziali impatti tra animali – volatili e terrestri – con gli aerei) particolarmente necessario proprio per la presenza di vaste aree verdi e boscate (questione da sempre normalmente gestita dai responsabili dello scalo con gli accorgimenti necessari).
Una coesistenza, quella di parco e aeroporto a Pisa, che peraltro ha radici ancora più antiche perché proprio nell’area di San Rossore, nel cuore dell’attuale parco, si tennero i primi voli pisani agli inizi del ‘900 e l’area di Coltano, sempre interna all’attuale parco, ospitò per un periodo le attività aeree dell’area pisana, prima del definitivo radicamento dello scalo e delle piste nell’attuale collocazione e poi per decenni, anche prima dell’istituzione dell’ente parco, i voli hanno sempre interessato questi territori.
Abbiamo raccontato molte volte nelle nostre documentazioni e sul nostro notiziario questa realtà toscana, con la coesistenza fisica e funzionale tra parco e aeroporto nel territorio pisano quale esempio positivo ed è quindi doveroso tornare a evidenziarla in questi giorni di celebrazione del quarantennale dell’istituzione ufficiale dell’ente parco. Una realtà positiva da ricordare in ogni occasione perché è da sempre la migliore e più evidente smentita agli allarmismi artificiosamente alimentati nella piana fiorentina per dipingere una conflittualità artificiosa tra aeroporto e parco della piana che, invece, possono e devono tranquillamente coesistere, secondo i migliori esempi europei (e toscani).
Esempi che amministratori, comitati e ambientalisti “distratti” della nostra piana dovrebbero prima o poi decidersi a conoscere, magari andando a seguire proprio le celebrazioni pisane dei prossimi giorni per vedere come uno scalo (anche delle dimensioni di quello di Pisa e con le relative prospettive di sviluppo) possa vivere da tanto tempo accanto a una grande riserva naturale. Quindi tornare qui e resettare tanti pregiudizi sulla realtà fiorentina e disinnescare la battaglia contro un masterplan come quello del “Vespucci” di Firenze che oltre a poter coesistere con la destinazione a parco che permarrà (volendo…) per gran parte delle aree libere della piana, contribuirà proprio alla concreta creazione e valorizzazione di porzioni del parco.