IATA (International Air Transoprt Association), l’associazione mondiale che rappresenta gli operatori del settore del trasporto aereo, ha diffuso le previsioni sull’evoluzione della domanda di traffico aereo per i prossimi venti anni, con stime che indicano un raddoppio entro il 2035 (7,2 miliardi di passeggeri rispetto ai 3,8 del 2016), con un incremento annuo medio del 3,7%. La crescita sarà differente nelle varie aree del mondo, con il maggior incremento percentuale nel continente africano (+5,1%) e con la regione Asia-Pacifico al primo posto per entità di traffico (circa la metà del totale mondiale). Per tutti lo sviluppo del settore aereo è strategico, sinonimo di crescita dei sistemi economici, occupazione, relazioni internazionali, scambi tra popoli e culture.
I dati previsti potranno variare un po’ in base agli scenari che prevarranno tra politiche di maggiore liberalizzazione e maggior traffico e l’adozione di azioni protezionistiche da parte di singoli paesi che potrebbero frenare lo sviluppo della domanda con riduzione anche dei benefici indotti. In ogni caso però i numeri saranno consistenti e il processo dovrà essere accompagnato dall’adeguamento di tutte le componenti del sistema trasporto aereo, già al limite o in molti casi in crisi sotto la pressione degli attuali livelli di traffico. Un processo che dovrà interessare piste di volo, terminal, sistemi di controllo e gestione dei voli e delle attività aeroportuali, che richiede l’impegno sinergico dei singoli governi, delle comunità locali e di tutti gli operatori e deve essere mantenuto in un quadro di sostenibilità ambientale tramite azioni quali l’impiego delle nuove tecnologie sviluppate dalle industrie aeronautiche, nuove modalità di gestione del traffico aereo, la funzionalità ed efficienza delle infrastrutture aeroportuali.
La nuova analisi diffusa da IATA in realtà non introduce previsioni nuove: gli scenari sono gli stessi rilanciati da tempo da tutti i soggetti del settore, dalle varie organizzazioni mondiali ai maggiori produttori aeronautici, dalle maggiori istituzioni politiche (come l’Unione Europea per il quadrante mondiale che più ci riguarda) agli studi dei singoli paesi o regioni. Per l’Italia, dati di crescita simili sono alla base del Piano Nazionale degli Aeroporti maturato in molti anni e sotto vari governi e entrato definitivamente in vigore il 2 gennaio 2016, che prevede un raddoppio del traffico aereo entro il 2030 (circa 300 milioni rispetto ai 157 del 2015) e su tale base delinea l’adeguamento infrastrutturale del sistema aeroportuale nazionale, entro cui sta l’adeguamento necessario del sistema della Toscana con gli scali di Firenze e Pisa e la nuova pista per il “Vespucci”.
Vale però la pena evidenziare la pubblicazione dei periodici report sugli scenari internazionali per cercare di distogliere lo sguardo dalle solite polemiche di casa nostra e guardare dove va il resto del mondo. Vale la pena riflettere sulle reali e certe prospettive di crescita del trasporto aereo (mondiale, europeo, italiano) dato che tra le stravaganze usate da “comitati contro” e relativi “consulenti” per contestare l’adeguamento e lo sviluppo dello scalo dell’aerea fiorentina e del sistema aeroportuale toscano è spuntata anche la previsione di una fantasiosa decrescita della domanda di trasporto aereo che – quindi – farebbe venir meno la necessità dei progetti per lo scalo fiorentino. Uno scenario inesistente e doppiamente falso per la Toscana e l’area fiorentina in particolare perché qui, oltre che prepararsi agli sviluppi futuri, c’è ancora da costruire il sistema aeroportuale “normale” che tutte le altre città e regioni italiane e europee si sono create nel corso del secolo scorso.