Navetta citta-aeroporto
La navetta ferroviaria aeroportuale si identifica essenzialmente con il collegamento su rotaia che unisce il centro città con l’aerostazione. Tale tipologia di collegamento è la soluzione preferibile sotto ogni punto di vista e rappresenta l’applicazione della cosidetta “cura del ferro” all’impatto territoriale di un aeroporto.
I benefici funzionali si traducono nell’efficienza e rapidità del sistema di accessibilità dello scalo, se il servizio ha appropriate caratteristiche per quanto riguarda il tempo di percorrenza (massimo 20-30 minuti), la frequenza delle corse (massimo ogni 15-20 minuti), la tipologia della linea (assenza di rottura di tratta, cioè di cambi di mezzi), il numero di fermate intermedie (assenti o limitate), la qualità dei mezzi impiegati. Caratteristiche in gran parte determinate dalla distanza da coprire, dal tipo di linea da percorrere e dal ruolo dello scalo (traffico movimentato).
I benefici ambientali sono rappresentati dalla riduzione dell’incidenza dello scalo sul sistema viario della zona con l’abbattimento dei flussi di traffico originati dall’attività aeroportuale (passeggeri ed operatori). Ulteriori benefici possono essere infrastrutturali, con la riduzione delle aree di parcheggio necessarie presso l’aeroporto e la disponibilità di tali spazi per altri servizi e strutture dello scalo.
La tipologia di collegamenti su ferro variano in base alla distanza da coprire ed al ruolo dello scalo. Per scali cittadini o localizzati in vaste aree urbanizzate lo scalo può essere inserito come fermata nella normale rete di trasporto urbano su ferro (metropolitana, tramvia). In questo caso il servizio ha il vantaggio della elevata frequenza delle corse ma solitamente lo svantaggio dell’eccessivo numero di fermate intermedie, effettuate per servire l’area urbana attraversata, che allungano i tempi di percorrenza. In caso di aeroporti estremamente vicini al centro e con notevoli flussi di traffico questo handicap può essere superato con sistemi di collegamento città-aeroporto ad hoc (tipo people-mover) e corse dirette o con poche fermate.
Per aeroporti più distanti la connessione può avvenire con servizi ferroviari tradizionali, preferibilmente con stazioni passanti su linee che servono l’area metropolitana e la regione. Anche in questo caso la funzionalità del servizio varia in relazione al numero di fermate intermedie ed alla frequenza delle corse. La realizzazione di appositi raccordi ferroviari che raggiungono lo scalo con stazioni di testa sono giustificabili e gestibili nel caso di grandi hub intercontinentali che movimentano decine di milioni di passeggeri e quindi con un elevata utenza da servire.
Le distanze percorse dalle navette aeroportuali rispecchiano il dato relativo alle distanze città-aeroporto che vedono gran parte degli scali compresi entro una ventina di chilometri dal centro città, con molti scali a distanza inferiore a 10 km, e un numero minore di strutture (soprattutto grandi aeroporti intercontinentali) a distanze fino a 40-50 km dal centro. In alcune di queste realtà (hub da decine di milioni di passeggeri annui) si è arrivati alla realizzazione di navette che corrono su linee ad alta velocità e riescono a coprire con corse dirette una cinquantina di chilometri in circa venti minuti.
Oltre simili distanze, che rappresentano le distanze massime dei più grandi aeroporti dalle rispettive città servite, non si hanno più servizi navetta ma normali collegamenti tra diverse città, con tempi e frequenze rispondenti a orinari servizi ferroviari. Collegamenti che possono svolgere anche una funzione di apporto di utenza verso uno scalo, spesso con vari cambi di mezzi, da aree a bassa domanda di traffico aereo che non giustificano lo sviluppo sul proprio territorio di strutture aeroportuali e collegamenti aerei.