Chi avesse confidato in una completa maturazione del “clima” in Regione sulla vicenda dell’aeroporto di Firenze ha avuto ieri una sveglia di fronte al rischio (fortunatamente sventato) che le Commissioni Regionali che si stanno occupando della variante al PIT (Piano d’Indirizzo Territoriale) stoppassero la nuova pista dello scalo fiorentino che l’atto urbanistico prevederebbe. È stato infatti presentato un emendamento alla delibera del PIT che chiedeva – come recita il comunicato emesso dalla Regione – di attuare le opere di mitigazione ambientale richieste prima della realizzazione della nuova pista stessa, compresa la “rinaturalizzazione delle aree aeroportuali non più necessarie” (ossia parte dell’area della pista esistente). In pratica l’atto, così come pensato, oltre ad allungare ancora di più i tempi per il vero via libera alla nuova pista, avrebbe posto come opera preliminare lo smantellamento della pista attuale e quindi la chiusura dell’aeroporto (con qualche migliaio di lavoratori mandati a casa). Poi, chissà se e quando, si sarebbe arrivati alla riapertura della struttura con la nuova pista e alla ripresa dei voli.
Ovviamente un simile scenario non si sarebbe mai concretizzato, nel senso che per fortuna anche gli enti locali più accaniti contro l’aeroporto di Firenze non hanno materialmente il potere di far chiudere lo scalo, che è area demaniale data in concessione quarantennale all’ente gestore. Il risultato di una prescrizione come quella proposta ieri, data la sua inapplicabilità, sarebbe stato un’adozione della variante al PIT da parte del Consiglio Regionale con annesso congelamento del “Vespucci” nell’attuale assetto.
Il primo commento a quanto accaduto è prima di tutto un ringraziamento ai sette consiglieri regionali (sei di opposizione, uno di maggioranza) che hanno impedito che l’atto fosse approvato, pareggiando i sette voti favorevoli a tale assurdità. La seconda considerazione è di sconcerto per il fatto che qualcuno in Regione abbia potuto elaborare una simile proposta e qualcun’altro l’abbia condivisa e votata: o non si è reso conto di ciò che faceva (ma sarebbe piuttosto grave di fronte a una questione tanto importante e dibattuta), o è stato un tentativo per far finta di dare il via alla nuova pista che in realtà si sarebbe fermata (non avendo il coraggio di dire apertamente no all’aeroporto di Firenze). Ognuno decida quale sia la cosa peggiore. Di certo questo è il clima in cui la questione della nuova pista si appresta a fare il primo passaggio in Consiglio regionale, la prossima settimana.