Da questa immagine si può notare come la nuova pista 12/30 sia ben lontana da qualsiasi centro abitato e come la rotta di avvicinamento degli aerei non sorvoli alcuna area urbana, ma solo aree a verde nella zona più vicina allo scalo e solo zone industriali nella zona più lontana dallo scalo

Da questa immagine si può notare come la nuova pista 12/30 sia lontana da tutte le aree residenziali della piana e come la rotta di avvicinamento degli aerei non sorvoli centri abitati, ma territorio totalmente libero nella zona più vicina allo scalo e insediamenti prevalentemente industriali allontanandosi dalla pista

 

Chiamati in Consiglio regionale ad esprimere per l’ennesima volta il parere sulla nuova pista dello scalo fiorentino nell’ambito dell’iter della variante al PIT (Piano d’indirizzo Territoriale), gli amministratori della piana tra Firenze e Prato (presidenti delle due Province e vari sindaci dei Comuni dell’area) hanno dimostrato per l’ennesima volta di non conoscere (o di non voler conoscere) i reali termini della questione, sulla quale però mantengono inalterata la propria personale posizione arroccata su una totale contrarietà.

Al di là delle solite argomentazioni discutibili o del tutto infondate sugli scenari ambientali e urbanistici, il rapporto parco-aeroporto, le questioni economiche e occupazionali, la fattibilità dei progetti, la funzionalità per l’area fiorentina di scali lontani (chi fosse interessato trova ampie informazioni anche su questo sito), resta difficile capire in nome di chi parlino i vertici di questi enti. Sindaci e Presidenti che continuano a contestare un progetto che avrebbe anche per le loro realtà importanti ricadute generali positive e la cui realizzazione nella maggior parte dei casi non li interessa proprio né territorialmente né per le rotte aeree (Calenzano, Carmignano, Poggio a Caiano, Signa, ecc.), in altri casi non provocherebbe reali disagi (Campi Bisenzio e Prato, distanti dalla pista e sorvolati in zone lontane dai centri abitati e a quote elevate) a fronte della soluzione delle criticità della pista esistente e in un caso (Sesto Fiorentino), come ben noto, vedrebbe la totale eliminazione dell’attuale sorvolo dell’area abitata.

In questo quadro risulta ancora più ingiustificabile l’opposizione dei Presidenti delle due province di Firenze e Prato che in quanto tali dovrebbero guardare all’interesse generale degli interi territori rappresentati e serviti dall’infrastruttura aeroportuale, dal Mugello all’empolese, dal Chianti alla Calvana, contribuendo a costruire l’integrazione delle varie opere necessarie alla collettività e non assecondare localismi espressione di “comitati contro” rappresentativi di circoscritti ambiti territoriali o sezioni di partito entro alcuni dei comuni della piana.

 

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