Tra le discussioni sugli effetti della nuova pista per l’aeroporto di Firenze tornano le polemiche sulla possibilità che siano effettuate anche procedure di volo verso Firenze e la preoccupazione che sia sorvolato a bassa quota il centro storico sollevata dal professor Francesco Gurrieri, storico e architetto fiorentino, con una lettera a giornali e istituzioni e una nota inviata anche alla nostra Associazione.
Il professor Gurrieri chiede nuovamente rassicurazioni alla Regione e agli altri enti che si stanno occupando della questione pista nell’ambito del PIT (Piano d’Indirizzo Territoriale), con riferimento in particolare alla procedura di riattaccata in caso di mancato atterraggio, che avverrebbe in direzione di Firenze. Rassicurazioni che – viene sostenuto – ad oggi non ci sono state.
Sullo stesso tema abbiamo ricevuto una nota di segno opposto da parte del dottor Rolando Chiggio, tecnico geologo e aerofotogrammetra e in anni passati consigliere di ADF, già intervenuto varie volte anche sui giornali per smentire situazioni di rischio conesse alla nuova pista. Chiggio, tra le varie argomentazioni espresse proprio in risposta al professor Gurrieri, ricorda come «l’automazione degli atterraggi e decolli, su cui vigilano gli stessi piloti e le torri di controllo aeroportuali, rendono in termini probabilistici trascurabili tali eventi» ed evidenzia come le stesse preoccupazioni espresse per Firenze non siano mai state sollevate per la situazione del centro di Pisa, città da sempre sorvolata dagli aerei in atterraggio e decollo, mentre «i politici ed i Sindaci della piana, contrari al miglioramento dell’aeroporto di Firenze che tanti vantaggi porta all’economia locale e regionale, esultano e ringraziano per l’intervento mirato del prof. Gurrieri».
Da parte nostra, non possiamo che concordare con la posizione del dottor Chiggio e con le rassicurazioni in merito alla situazione dei voli su Firenze e in particolare sulle riattaccate. La pista prevista – come noto – sarà a carattere monodirezionale, caratteristica che pur costituendo di per sé una limitazione, grazie alla diversa incidenza dei venti garantisce la soluzione dei problemi operativi esistenti attualmente sullo scalo e consente una movimentazione dei velivoli più funzionale e meno impattante. La possibilità di effettuare procedure dalla parte della città di Firenze è prevista in caso di emergenza e per questo viene comunque considerata dagli enti competenti (nel caso raro in cui dovesse servire, i piloti devono poter conoscere la traiettoria da seguire).
I possibili sorvoli in riattaccata, che naturalmente andrebbero in direzione Firenze, grazie al miglioramento dell’operatività dello scalo assicurata dalla pista 12/30 avrebbero un carattere del tutto occasionale rispetto all’ordinarietà attuale (oggi gran parte dei voli che riattaccano effettuano una virata a destra e sorvolano proprio la città e tale situazione avviene di continuo per le note disfunzioni della pista esistente). E comunque per tali rari casi con l’attivazione della nuova pista potranno essere predisposte procedure che non impattano il centro cittadino.
Ricordiamo poi anche noi come altri aeroporti presentino situazioni ordinarie sicuramente più impattanti di quelle previste a Firenze ma non risulta che siano mai emerse particolari problematiche. L’esempio più calzante è proprio il caso di Pisa dove le piste a capacità intercontinentale e non monodirezionali sono puntate con le testate nord sulla città (il centro è a circa 3 km, le prime case a ridosso della recinzione aeroportuale) ed i sorvoli del centro abitato non sono occasionali ma procedure di decollo frequenti, effettuate da aerei di ogni tipo, per far coesistere l’intenso traffico civile e militare (e spesso anche di atterraggio).