Questione pista # 1 – Gli aerei

On 8 Novembre 2013, in Aeroporto Firenze, by admin

Nell’ennesima tornata di polemiche attorno alla vicenda aeroportuale fiorentina, giocata questa volta sulla lunghezza della nuova pista dopo il consiglio di ENAC di prevedere 2.400 metri anziché i 2.000 indicati nei documenti agli atti, si è rianimato un gran caos anche sugli aerei che potrebbero o meno operare al “Vespucci”. Astenendoci – per ora – da ogni altro commento su quanto sta avvenendo, proviamo a fare il punto sulle tipologie di velivoli presenti e future per lo scalo fiorentino.

Il primo elemento di chiarezza è che, qualunque sia la dimensione della pista tra 2.000 e 2.400 metri, i principali aerei di riferimento per i voli di corto-medio raggio che il “Vespucci” è chiamato a svolgere nel sistema aeroportuale toscano e nazionale, rimangono invariati. Questi sono rappresentati dalle tipologie di velivoli cui si è sempre fatto riferimento: le famiglie Airbus A320 (A318, A319, A320, A321), Boeing 737 (737-700, 800 e 900), Bombardier (CRJ e C-Series) ed Embraer E-Jet (E170, E175, E190, E195).

La differenza tra disporre di una pista di 2.000 o di 2.400 metri è costituita da come i diversi modelli all’interno delle stesse famiglie possano operare (con o senza limitazioni). Semplificando, perché l’esatta prestazione dipende da moltissimi fattori (infrastrutturali, meteorologici, operativi, commerciali, ecc.) e varia anche notevolamente per stessi modelli entro le stesse famiglie tra le diverse compagnie aeree, si può dire che:

EJet-72-8a Bombardier e Embraer: con la pista di 2.000 metri operano tutti, con qualche possibile limitazione su rotte più lunghe ipotizzabile per i CRJ900 e 1000, velivoli di piccole dimensioni (90-100 posti) ma che per conformazione richiedono distanze operative piuttosto elevate. Con la pista di 2.400 metri opererebbero tutti bene.

 

A320_Family_72-8a Airbus: con la pista di 2.000 metri operano bene (senza più limitazioni) i velivoli già attualmente impiegabili, gli A318 e A319 (107-144 posti); possono operare gli A320 (150-180 posti), con possibili limitazioni per destinazioni più lontane; opererebbero decisamente penalizzati gli A321 (185-220 posti), impiegabili quindi su rotte estremamente corte. Con la pista di 2.400 metri opererebbe bene tutta la “famiglia Airbus A320”.

Boeing-737NG-Family72-8

Boeing: con la pista di 2.000 metri possono operare bene (senza più limitazioni) i 737-700 (126-149 posti); possono operare i 737-800 (162-189 posti), con possibili limitazioni per destinazioni più lontane; opererebbero decisamente penalizzati i 737-900 (180-215 posti), impiegabili quindi anch’essi su rotte estremamente corte. Con la pista di 2.400 metri possono operare tutti i modelli della “famiglia Boeing 737”.

Nella tabella sottostante (pubblicata anche nello studio IRPET/Confindustria Firenze del 2010 sugli effetti della nuova pista per lo scalo fiorentino) sono riportati dati relativi alle distanze di atterraggio e decollo dei principali aerei di riferimento per il “Vespucci” (oltre ad altre caratteristiche). Si tratta naturalmente di dati indicativi perché riferiti a situazioni standard che, come detto, nella realtà sono influenzati da innumerevoli fattori, ma sono comunque esemplificativi del quadro delineato.

Aerei di riferimento blog

La pista di 2.000 metri è sostanzialmente sufficiente per tutti per quanto riguarda gli atterraggi (migliorando nettamente la situazione rispetto alla pista attuale che ha una distanza massima di atterraggio disponibile di 1.455 metri). La lunghezza di 2.000 metri è invece “precisa” o non sufficiente per i decolli a pieno carico per i modelli a maggiore capienza delle rispettive famiglie (in questo caso la pista disponibile per la corsa di decollo passa da 1.674 a 2.000 metri). Per i decolli quindi sarebbe certamente utile una pista un po’ più lunga.

Per esemplificare comunque quanto possa essere variabile la situazione specifica su uno scalo rispetto alle tabelle ufficiali dei costruttori si consideri che attualmente al “Vespucci” (pista 1.750×30 m, dato ENAV/AIP), pur con tutte le note penalizzazioni, ci sono vettori che operano voli di linea con Airbus A319 fino a 144 posti, impiegati anche su rotte fino a Copenaghen e con Boeing 737-700 da 148 posti (utilizzati negli scorsi anni per collegamenti con le capitali scandinave). Altri vettori non ritengono invece possibile o commercialmente valido (per le limitazioni) utilizzare gli stessi A319 o Boeing 737-700, anche su rotte più brevi. Sull’attuale pista operano voli di linea anche gli Embraer 190 e 195LR (100 e 120 posti), che per volare a pieno carico (carburante e passeggeri) avrebbero bisogno di piste più lunghe. Inoltre, occasionalmente, hanno operato sull’attuale “Vespucci” con voli charter Airbus A320 e Boeing 737-800, anche se sempre con carichi limitati.

Tanto per completare il quadro si consideri anche che sulle rotte europee i modelli Airbus e Boeing maggiormente impiegati sono gli A319 e A320, i 737-700 e 800. Sulle rotte più forti, a maggiore richiesta di traffico, sono impiegati anche gli A321 e Boeing 737-900 (questi ultimi sono però poco diffusi). Sulle rotte dai nuovi hub della penisola arabica verso l’Europa sono impiegati sia velivoli della famiglia Airbus A320 (A319, A320), quindi obiettivo possibile per il “Vespucci” di Firenze, sia aerei di categoria superiore quali A330 o Boeing 777, fino all’A380, non accoglibili sullo scalo fiorentino né ora né con la nuova pista di 2.000 o 2.400 che sia.

Quindi, sul progetto nuova pista si può dire che:

– il riorientamento della pista da 05/23 (attuale) a 12/30 (pista “paralella convergente”) elimina di per sé le criticità funzionali dovute a ostacoli, venti, orografia, Arno che possono incidere su qualunque tipo di velivolo e di volo e le criticità ambientali sugli abitati, aspetti risolti indipendentemente dalla lunghezza realizzata tra 2.000 e 2.400 metri (lunghezza che invece incide sulle prestazioni dei velivoli);

– la pista di 2.000 metri elimina le limitazioni di carico alle quali sono sottoposti i velivoli che atterrano sull’attuale scalo e consente l’uso, entro le stesse famiglie di aerei, di modelli a maggiore capienza ma soggetti a possibili vari gradi di penalizzazioni;

– la pista di 2.400 metri consente di far atterrare tranquillantamente la totalità dei componenti di queste famiglie garantendo all’aeroporto di Firenze un maggior margine di crescita per il futuro, all’ADF di poter effettuare l’investimento previsto con una maggiore garanzia del ritorno economico sul lungo periodo (soprattutto in considerazione del carico di prescrizioni che le vengono imposte), all’area metropolitana fiorentina di poter contare su un’infrastruttura ancora più funzionale e alla Toscana di poter crescere ulteriormente nella competitività del sistema aeroportuale;

– il contenimento della pista a 2.000 metri, che fa fare al “Vespucci” un salto di qualità ma lo conferma come uno degli scali commerciali italiani con la pista di minori dimensioni, è stato il vincolo imposto dalla Regione e dalle istituzioni pisane fin dall’inizio della procedura della variante al PIT proprio per frenare i margini di crescita dello scalo fiorentino a difesa dell’aeroporto di Pisa. Un’impostazione del tutto singolare, incomprensibile per qualunque osservatore esterno (soprattutto se tecnico del settore), ma chiaramente ribadita in continuazione nel corso di tutta la procedura della variante al PIT svolta fino ad oggi e assecondata finora da tutti.

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