Arriva dalla lontana Tailandia l’ennesimo esempio di una pista ciclabile sviluppata attorno al sedime di un aeroporto, realtà che esemplifica la possibile convivenza in un territorio tra la presenza e l’attività di uno scalo aereo con attività di svago e tempo libero, spesso inserite in aree verdi o veri e propri parchi. Realtà che abbiamo raccontato tante volte con esempi europei sul nostro notiziario “Aeroporto”, nel materiale informativo dell’Associazione e nei documenti presentati alla Regione nella procedura inerente il parco della piana e come osservazione nel procedimento della variante al PIT.
L’esempio questa volta riguarda l’aeroporto Suvarnabhumi di Bangkok, principale scalo della Tailandia (scalo intercontinentale da 50 milioni di passeggeri annui). Tutto attorno al suo sedime è stata realizzata una pista ciclabile di 23,5 km che corre in una fascia di terreno tra il canale che costeggia il confine dello scalo e il terrapieno che salvaguarda il sedime stesso da eventuali allagamenti. L’intervento rientra in un più generale piano di recupero e miglioramento ambientale dell’intorno aeroportuale, comprendente lo sviluppo di sistemi di mobilità sostenibile.
La pista è un vero e proprio circuito protetto ad uso esclusivo dei ciclisti (non è consentito il transito di altri mezzi), con pavimentazione antiscivolo propria dei tracciati ciclabili, e è stata realizzata recuperando un tracciato stradale inutilizzato creato nella fase di costruzione dell’aeroporto. L’opera è stata sviluppata con la consulenza della Copenhagenize Design Company, società danese specializzata nella realizzazione di reti di mobilità a basso impatto ambientale e è stata finanziata con il contributo di banche locali.
Aperta da meno di un anno, la pista è già diventata una delle maggiori attrazioni della regione e è ritenuta a livello internazionale una delle mete più interessanti per gli appassionati di ciclo-turismo. Data la sua conformazione, a circuito chiuso e senso unico di percorrenza, è utilizzata anche come pista per allenamenti mentre nella parte iniziale un breve tratto è dedicato ai bambini. Lungo il tragitto è possibile fermarsi nei prati limitrofi per soste di riposo e relax e per osservare l’attività aeroportuale con il susseguirsi di atterraggi e decolli. Al momento la pista ciclabile è utilizzabile nelle ore diurne, ma è in progetto l’istallazione di un sistema di illuminazione per ampliarne le ore di apertura.
L’esempio asiatico (come i tanti altri, anche in Europa) conferma come sia sbagliato e strumentale voler dipingere per forza un’incompatibilità territoriale e funzionale tra aeroporti e attività di svago e tempo libero, che possono avere invece naturale collocazione e spazi adeguati proprio nelle aree libere che caratterizzano ogni intorno aeroportuale. Una realtà che può trovare applicazione nella piana fiorentina integrando il nuovo assetto del “Vespucci” con il parco metropolitano entro cui si trova lo scalo (attuale e futuro) e che può riguardare anche l’ampia rete di infrastrutture per la mobilità sostenibile, come le piste ciclabili, previste nel progetto del parco metropolitano per connettere i vari centri della piana. Percorsi sviluppabili attorno al sedime aeroportuale e collegabili allo stesso terminal dello scalo, che proprio per la sua collocazione può fungere anche da centro di servizi a disposizione del territorio e dei cittadini