24/9/2019 – Nel prossimo fine settimana una tre giorni di eventi (27-29 settembre) celebrerà i quarant’anni dall’istituzione del parco regionale Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli, decisa nel 1979 dalla Regione Toscana con la creazione dell’ente gestore, prima come Consorzio e quindi come “Ente Parco Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli”, a tutela delle risorse naturali e storiche di questa porzione di costa toscana.
Il parco, esteso per 23.000 ettari nelle province di Lucca e Pisa, fino al confine con quella di Livorno, occupa nella parte più a sud il territorio che separa Pisa dal mare. L’area del parco comprende habitat testimonianza delle originali conformazioni dell’area (come le dune sulla costa o i residui di zone paludose), ambienti ricreati con le bonifiche di fine ottocento e inizio novecento (boschi e pinete) e usi agricoli sviluppati nel corso dei secoli ed arrivati fino ad oggi.
Al suo interno sono presenti aree protette, oasi WWF, attività legate all’agricoltura biologica, allevamenti, pesca, attività di equitazione, ippoterapia, trekking, educazione musicale, attività didattiche, centri visite, percorsi ciclo-pedonali, foresterie, servizi di ristorazione con prodotti tipici a chilometro zero. L’area del parco è inserita nella più estesa MaB (Man and Biosphere) “Selve costiere di Toscana”, riserve della biosfera riconosciute dall’UNESCO.
Nella vasta area del parco sono ricompresi insediamenti e infrastrutture di vario tipo, viarie, ferroviarie e su una porzione del territorio del parco (i circa 12 km che separano la città di Pisa dal mare) passano le rotte di atterraggio e decollo principali dell’aeroporto pisano, che con le testate sud delle due piste confina proprio con il parco e con i voli passa anche in prossimità di aree protette, sia marine sia terrestri (le rotte aeree a Pisa sono per il 70% sul parco e per il 30% sulla città).
Il tema parco e aeroporto non compare tra gli aspetti toccati nelle celebrazioni in programma, in quanto in realtà a Pisa tale coesistenza non ha mai suscitato, nel bene e nel male, attenzioni o spunti di discussione perché mai è stata sollevata, da istituzioni, forze politiche o associazioni ambientaliste, una qualche problematica per la prossimità dell’infrastruttura aeroportuale con le aree naturali né per i sorvoli del parco.
Recentemente, in occasione dell’iter ambientale del masterplan dello scalo, anche uno studio specifico ha valutato – escludendoli – potenziali effetti negativi su flora e fauna legati all’attività aerea e al sorvolo delle aree naturali, con la sola attenzione dovuta al controllo del fenomeno wildlife strike (potenziali impatti tra animali – volatili e terrestri – con gli aerei) particolarmente necessario proprio per la presenza di vaste aree verdi e boscate (questione da sempre normalmente gestita dai responsabili dello scalo con gli accorgimenti necessari).
Una coesistenza, quella di parco e aeroporto a Pisa, che peraltro ha radici ancora più antiche perché proprio nell’area di San Rossore, nel cuore dell’attuale parco, si tennero i primi voli pisani agli inizi del ‘900 e l’area di Coltano, sempre interna all’attuale parco, ospitò per un periodo le attività aeree dell’area pisana, prima del definitivo radicamento dello scalo e delle piste nell’attuale collocazione e poi per decenni, anche prima dell’istituzione dell’ente parco, i voli hanno sempre interessato questi territori.
Abbiamo raccontato molte volte nelle nostre documentazioni e sul nostro notiziario questa realtà toscana, con la coesistenza fisica e funzionale tra parco e aeroporto nel territorio pisano quale esempio positivo ed è quindi doveroso tornare a evidenziarla in questi giorni di celebrazione del quarantennale dell’istituzione ufficiale dell’ente parco. Una realtà positiva da ricordare in ogni occasione perché è da sempre la migliore e più evidente smentita agli allarmismi artificiosamente alimentati nella piana fiorentina per dipingere una conflittualità artificiosa tra aeroporto e parco della piana che, invece, possono e devono tranquillamente coesistere, secondo i migliori esempi europei (e toscani).
Esempi che amministratori, comitati e ambientalisti “distratti” della nostra piana dovrebbero prima o poi decidersi a conoscere, magari andando a seguire proprio le celebrazioni pisane dei prossimi giorni per vedere come uno scalo (anche delle dimensioni di quello di Pisa e con le relative prospettive di sviluppo) possa vivere da tanto tempo accanto a una grande riserva naturale. Quindi tornare qui e resettare tanti pregiudizi sulla realtà fiorentina e disinnescare la battaglia contro un masterplan come quello del “Vespucci” di Firenze che oltre a poter coesistere con la destinazione a parco che permarrà (volendo…) per gran parte delle aree libere della piana, contribuirà proprio alla concreta creazione e valorizzazione di porzioni del parco.
Io penso che il progetto dell’ampliamento dell’aeroporto del Vespucci con la nuova pista si farà, con qualche lungaggine da digerire, ma si farà. I falsi ecologisti cementificatori del no si dovranno arrendere di fronte ad una realtà sostenibile per la piana e per Firenze, con un aeroporto più sicuro ed efficiente che porterà benefici ecologici ed economici.
Speriamo, perché è veramente un’assurdità.
Segnalo che su una emittente locale ascoltatori riportavano la notizia che, nella piana, uno dei “famosi” laghetti “dei fenicotteri” (così lo identificava) si è prosciugato a causa dei lavori per la realizzazione di alcune costruzioni; naturalmente stiamo ancora aspettando la levata di scudi dei sedicenti ambientalisti, che pare invece riescano a profetizzare solo i possibili(?) disastri aeroportuali….
Simo, ma a questa gente non gliene frega niente né dei fenicotteri, ne degli albatros e neanche del verde, quella contro il Vespucci è solo una presa di posizione come quella dei no TAV ai quali si sono aggiunti di recente i ragazzi di Greta, è solo strumentalizzazione, siamo contro i termovalorizzatori, che non produco affatto diossina, e si continua a produrre diossina bruciando plastica nella terra dei fuochi e dando a fuoco ai magazzini dove viene stipata l’immondizia, è tutto alla rovescia, ma l’ampliamento del Vespucci è necessario, per l’economia la sicurezza dei voli e per gli abitanti di Brozzi e Peretola che non avrebbero più i sorvoli sopra i tetti, mentre a quelli di Sesto compreso il Sindaco si vede gli piace avere gli aerei sopra la testa ma prima o poi si dovranno attendere la nuova pista, bisognerebbe fare una manifestazione pacifica pro nuova pista.