Nell’infinita questione aeroportuale fiorentina che si trascina sempre uguale da decine di anni (stessi problemi, stesse cose da fare mai fatte, stesse sceneggiate fatte per impedire di fare) è impossibile, ormai da tanto tempo, meravigliarsi di qualcosa o di qualcuno. Si ascolta con santa pazienza la sparata di turno, tra compassione e un po’ di sgomento (per chi “spara”) e si aspetta che vada in scena il prossimo atto. Da un paio di anni stiamo assistendo però a un salto di scala, con una farsa recitata su palcoscenici nazionali da improbabili commentatori della vicenda che come marziani improvvisamente sbarcati a Firenze si mettono a sparare sentenze su una questione della quale (evidentemente) non hanno mai sentito parlare e ignorano del tutto nella storia e nell’evoluzione, assumendo come rappresentative della realtà fiorentina le peggiori assurdità raccattate nella rete o negli slogan di qualche comitato contro.
Ci sarebbe solo da ridere nel sentir denunciare in un talk show di prima serata sulla tv nazionale che Firenze non ha bisogno di aeroporto perché ci sono gli scali di Pisa e Bologna a 15 (quindici!!) minuti di treno; leggere su giornali da battaglia (politica) cronache dal “Vespucci” che raccontano di uno scalo inutile, con traffico scarso e in calo (perché evidentemente non interessa a passeggeri e vettori); ascoltare le sparate in conferenze stampa e tour radiofonici di personaggi che vengono qui da lontano per dirci che l’aeroporto a Firenze non lo vuole nessuno; sentir raccontare progetti storici (qual’è quello della pista) come “improvvise” invenzioni degli attuali inquilini di Palazzo Chigi e dintorni; sentir denunciare come uno scandalo l’investimento su un’opera pubblica, di proprietà pubblica, di massimo interesse pubblico generale qual’è un aeroporto (ancor più se al servizio di una delle realtà più attrattive del mondo); sentir sparare bordate contro l’aeroporto fiorentino e i suoi progetti per aspetti (ambientali, operativi, territoriali, economici, ecc.) che sono presenti e normalmente gestiti, anche a fronte di problematicità e pesi ben superiori, in tante altre realtà ovviamente sconosciute o di nessun interesse per chi deve sparare a vanvera su Firenze.
Un’attenzione nazionale per lo scalo fiorentino che ovviamente non ha niente a che vedere con la questione aeroportuale, gettata nel tritatore delle polemiche politiche “dedicate” al presidente del Consiglio ex-sindaco di Firenze (e alle persone a lui vicine o connesse), sul quale ognuno naturalmente è liberissimo di avere le idee che crede (in questo contesto non ci interessa e non ci riguarda). Non per questo però è accettabile che sia triturata anche la realtà della vicenda del “Vespucci” e la pazienza di una città e un territorio che da decenni aspettano di avere uno scalo adeguato e nel 2015 (quasi 2016) devono sopportare gli sproloqui di chi viene a spiegarci che a Firenze l’aeroporto non serve.