Torna all’attenzione delle cronache locali la prospettiva che le opere connesse al progetto della nuova pista del “Vespucci” di Firenze possano beneficiare di finanziamenti pubblici e subito si rianima il teatrino delle polemiche, con il fronte no-aeroporto che riscatena i soliti argomenti sconclusionati e i doppiopesismi anti-sistema.
Che l’impegno del gestore dello scalo nel finanziamento dei progetti aeroportuali debba essere essenziale non fa una grinza: finanziamento da assicurare tramite proprie potenzialità, tramite il contratto di programma con ENAC basato sui futuri introiti dell’attività aeroportuale, soprattutto tramite le risorse che deve portare il socio privato che altrimenti – detto con tutto il rispetto – non servirebbe proprio a nulla, chiunque sia e da ovunque arrivi. E un gestore che non fosse in grado di assicurarlo sarebbe un gestore da cambiare (anche con la revoca della concessione quarantennale, concessa da ENAC ormai oltre dieci anni fa a condizione che si sviluppasse adeguatamente lo scalo).
Detto ciò, però, non solo è lecito ma è doveroso ogni possibile supporto da parte del fronte pubblico verso un soggetto incaricato dagli stessi enti pubblici (quando hanno scelto di cedergli la maggioranza della società), di far funzionare un’infrastruttura strategica e di primario interesse generale qual’è l’aeroporto. Supporto in termini di adeguate azioni burocratiche e politiche urbanistiche che agevolino gli iter e incentivino gli investimenti (cosa purtroppo mai avvenuta nel caso dello scalo fiorentino, tant’è che i precedenti potenziali investitori presentatisi negli ultimi dieci anni se ne sono andati tutti). Supporto anche in termini di co-finanziamenti, cogliendo tutte le occasioni che si presentino per accedere a ogni forma di risorsa per opere connesse ai progetti aeroportuali.
È esattamente il supporto di cui hanno goduto nel tempo tanti altri aeroporti (per non parlare di altri tipi di infrastrutture) compreso, per restare in Toscana, l’aeroporto di Pisa, dove anche adesso i due interventi più consistenti in corso legati al masterplan aeroportuale sono “aiutati” da quote di finanziamenti pubblici: la delocalizzazione delle attuali abitazioni (e relativi abitanti) poste lungo via Cariola e via Carrareccia, vecchio borgo agricolo composto da circa 44 unità immobiliari situate nell’immediata adiacenza del piazzale aeromobili e delle testate nord delle due piste, e la costruzione del people mover al posto dell’esistente binario ferroviario tra aerostazione e stazione centrale. Finanziamenti che nel caso della nuova navetta pisana sono anche diretti a un’opera realizzata da privati con la procedura del project financing (privati incentivati proprio dal “clima positivo” e dal co-finanziamento) senza che ciò, giustamente, abbia suscitato la minima contestazione di commentatori o politici né tantomeno delle istituzioni che, anzi, si sono prodigate in ogni modo per far avere al “Galilei” i supporti possibili, con in prima fila proprio la Regione Toscana.
Un ulteriore esempio nazionale, proprio di questi giorni, è la legittimità riconosciuta dall’Unione Europea al co-finanziamento pubblico concesso dalle istituzioni italiane alla Aeroporto Valerio Catullo di Verona Villafranca SpA, gestore degli aeroporti di Verona e Brescia, quale contributo in grado di rendere sostenibile l’investimento complessivo previsto sui due scali nel piano 2012-2021. Tale sostegno è stato ritenuto valido in quanto finalizzato al raggiungimento di un obiettivo d’interesse comunitario qual’è lo sviluppo dell’accessibilità delle regioni europee, con l’adeguamento infrastruttuale alla domanda di traffico della capacità degli scali interessati.
Lo stesso clima positivo e di supporto a un’infrastruttura strategica dovrebbe essere esteso e riconosciuto quindi una volta per tutte anche allo scalo di Firenze, se mai in Toscana si volesse entrare davvero in un’ottica di sistema che vada oltre proclami vuoti e di comodo, senza che nessuno gridi allo scandalo se venissero reperite fonti di risorse disponibili (fondi europei o altro) che agevolino la realizzabilità del progetto nuova pista del “Vespucci”. Progetto che – è bene ricordarlo sempre di fronte alle deliranti argomentazioni anti-pista che continuano a girare, anche tra esponenti istituzionali – risponde innanzi tutto al massimo interesse pubblico di un intero territorio e dei cittadini che ci vivono e lavorano.