Salvo l’atteggiamento di qualche capo popolo della galassia dei “comitati contro” e qualche ormai raro amministratore locale che evidentemente è rimasto all’era dei treni a vapore, è ormai universalmente riconosciuta e inequivocabilmente quantificata la ricaduta positiva della presenza di un aeroporto per il territorio e le comunità che lo abitano. Questo ormai è un fatto, certificato da una quantità di studi sterminata, ed è per questo che, in tutto il mondo, enti locali, enti regionali, governi, stati, associazioni di categoria ma anche di cittadini, si battono per i loro aeroporti, per il loro buon funzionamento e per il loro potenziamento.
L’ennesimo sigillo ufficiale su questo concetto è stato posto dalla Commissione Europea che lo ha preso come base di partenza per la messa a punto della nuova strategia per l’aviazione in Europa. Il 7 dicembre, infatti, come recita il comunicato IP/15/6144, «La Commissione ha adottato una nuova strategia per l’aviazione, un’iniziativa fondamentale per dare impulso all’economia dell’Europa, rafforzare la sua base industriale e contribuire alla leadership globale dell’UE. Queste sono tre grandi priorità del presidente Jean-Claude Juncker che la strategia contribuirà a realizzare assicurando che il settore dell’aviazione europea rimanga competitivo e sappia cogliere i vantaggi di un’economia globale caratterizzata da un’evoluzione e da uno sviluppo accelerati. Un settore dell’aviazione forte e proiettato sul mondo produrrà vantaggi non solo per le imprese, ma anche per i cittadini europei offrendo loro un maggior numero di collegamenti con il resto del mondo a prezzi più contenuti».
In uno dei numerosi documenti allegati, la Commissione spiega che il settore dell’aviazione in Europa impiega direttamente tra 1,4 e due milioni di persone e supporta tra 4,8 e 5,5 milioni di posti di lavoro. Il contributo diretto dell’aviazione al Prodotto Interno Lordo è di 110 miliardi di euro, mentre il contributo totale, includendo il turismo, è superiore ai 510 miliardi di euro grazie agli effetti moltiplicatori (per ogni valore citato una nota spiega la fonte e come è stato raggiunto). La presenza di voli intercontinentali diretti, spiega la Commissione, è uno dei fattori determinanti perché le grosse aziende decidano di aprire sedi in Europa: è stato calcolato che un aumento del 10% dell’offerta di voli intercontinentali porta ad un incremento del 4% di aziende che decidono di aprire sedi nell’area. L’incremento del 10% del numero di passeggeri nell’aeroporto di una determinata regione comporta l’aumento dell’1% dei posti di lavoro nel settore dei servizi.
Sulla base di questi concetti la Commissione disegna la futura politica di supporto al trasporto aereo e indica le azioni da intraprendere perché il sistema dell’aviazione commerciale europea rimanga competitivo. Oltre alla necessità di incrementare i collegamenti con i mercati emergenti, rivedere gli accordi bilaterali con i paesi extracomunitari, rendere reciproca la facilità di accesso ai mercati di questi paesi, rivedere le attuali limitazioni all’ingresso di investitori non europei nei capitali dei vettori europei, completare il progetto del “Cielo Unico Europeo” (la semplificazione della gestione degli spazi aerei), la Commissione sottolinea la necessità di evitare che l’infrastruttura aeroportuale possa diventare un limite alla crescita dell’aviazione e quindi dell’economia del continente.
Secondo i dati di Eurocontrol (Organizzazione Europea per la Sicurezza del Traffico Aereo), nel 2035 la capacità degli aeroporti europei, a causa della inadeguatezza delle infrastrutture, sarà di due milioni di passeggeri inferiore rispetto al traffico previsto. Il costo economico di questa mancata ricettività è stato stimato nella perdita tra 434.000 e 818.000 posti di lavoro e tra 28 e 52 miliardi di euro di PIL. La Commissione auspica quindi che il sistema aeroportuale europeo possa avere il necessario sviluppo e che, a fianco dei maggiori aeroporti sempre più congestionati, vengano sviluppati quelli attualmente sottoutilizzati per cercare di assorbire il traffico che risulterà in eccesso. La Commissione invita quindi tutti i paesi dell’Unione Europea a mettere a punto e portare avanti piani strategici aeroportuali e definire e realizzare velocemente i masterplan per i singoli scali.
Un invito che dovrebbe risuonare forte in una realtà come la Toscana dove dal 2016 appena iniziato ci si attende di poter arrivare al concreto avvio dei progetti indispensabili per colmare storiche carenze nelle infrastrutture aeroportuali: progetti proprio come quello della nuova pista di Firenze che si inserisce perfettamente nelle linee d’indirizzo europee abbinando adeguamento e sviluppo di capacità aeroportuale, soluzione di pesanti criticità operative e effetti nettamente migliorativi dal punto di vista ambientale.
Speriamo che questo progetto si possa realizzare che è di vitale importanza per l’aeroporto di Firenze
speriamo che il progetto tenga conto dell’ambiente e dei cittadini, credo che tutti dobbiamo porci questo obiettivo altrimenti lo sviluppo economico serve solo per ‘avvelenarci’ ancora di più di quanto il nostro territorio non lo sia già
paolo perissi