1/1/2019 – L’anno “aeroportuale” 2018 che si è chiuso era iniziato con il decreto VIA sul masterplan 2014-2029 del “Vespucci” appena emanato (28/12/2017) e si è dipanato per dodici mesi nelle successive fasi procedurali previste, tra il lavoro dell’Osservatorio ambientale, avviato immediatamente e arrivato a novembre ad un avanzato stato di adempimento delle prescrizioni (tutte quelle fin qui attuabili, richieste “ante-operam”, sulle 70 totali), e le vicissitudini legate alla Conferenza dei Servizi tra settembre (prima seduta) e dicembre (seconda sospirata seduta dopo due rinvii, con ulteriore pittoresco rimando decisionale alla terza seduta del 29 gennaio prossimo). Il 2018 è stato però anche uno degli anni più assurdi nelle polemiche anti-aeroporto. Non tanto per il perdurare della solita opposizione sconclusionata e (volutamente) disinfornata di chi è, e resta, variamente interessato a combattere l’esistenza di uno scalo funzionale nell’area fiorentina.
L’assurdità delle polemiche 2018 è stata segnata più che altro dal rigurgito del disarmante campanilismo che si sperava di non dover più vedere, pur latente e mai sopito in vari ambienti, e che ha trovato nuova vita nelle forze politiche oggi al governo del paese, che in Toscana hanno declinato bizzarramente in chiave aeroportuale i proclami di rinnovamento riesumando le peggiori logiche degli anni ‘70 del secolo scorso, origine proprio dei problemi e delle distorsioni aeroportuali oggi da risolvere e correggere. Col risultato che nel 2018, per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana, esponenti governativi sono stati portati a esprimersi contro l’adeguamento funzionale e ambientale di un proprio aeroporto (perché un aeroporto è e resta prima di tutto un bene pubblico dello Stato) e, ancora più assurdo, contro l’aeroporto a servizio di un’area come quella fiorentina. Ossia, ignari della vicenda ma maldestramente “indottrinati”, ministri della Repubblica hanno fatto da megafono a posizioni contro l’unico scalo italiano ancora orfano di una pista adeguata attesa da mezzo secolo per uno dei bacini di utenza a livello nazionale ed internazionale che più giustifica la dotazione di uno scalo aereo adeguato.
Quanto questo atteggiamento surreale proseguirà nel 2019 lo potremo vedere subito, a fine mese, dalla conclusione o meno della Conferenza dei Servizi: vedremo se emergerà un senso di responsabilità, dello Stato e rispetto istituzionale, con l’approvazione finale del masterplan per poter proseguire nelle successive fasi pre-cantieri, o se qualcuno riuscirà ad inventarsi ulteriori atti dilatori, che andrebbero però ben oltre la farsa per assomigliare più ad un’omissione d’atti d’ufficio in un resto d’Italia che intanto prosegue nei progetti aeropotuali.
Tanto per la cronaca, gli ultimi atti di settore del 2018 sono stati la definitiva firma del Ministero dei Trasporti sul via libera al masterplan dell’aeroporto di Salerno, una ventina di giorni dopo la chiusura positiva della relativa Conferenza dei Servizi, e l’approvazione tecnica di ENAC del piano 2019-2022 da 248 milioni per ammodernare e sviluppare le infrastrutture del “Marconi” di Bologna (aggiornamento del precedente piano), mentre pare che nella finanziaria appena varata siano destinati finanziamenti per trovare vettori disposti a volare su aeroporti quali Reggio Calabria e Crotone (secondo e terzo scalo calabrese).
Quale atteggiamento proseguirà o (si spera) maturerà nel 2019 per la Toscana e in Toscana lo vedremo poi a breve con i concreti posizionamenti politici e partitici sulla questione aeroportuale in vista delle tornate elettorali che si avvicinano. Posizionamenti che non ammettono più (da tempo) ambiguità e tentennamenti su una vicenda ormai avviata sull’unico percorso oggi possibile e definita in ogni aspetto (sistema Firenze-Pisa con attuazione dei due rispettivi masterplan). La Conferenza dei Servizi in attesa di chiusura, è bene ricordarlo a chi si attacca a quest’ultimo passaggio per rialimentare ripensamenti o nascodersi dietro “se e ma”, non ha niente a che vedere con approvazioni tecniche e ambientali, ossia con le caratteristiche della nuova pista e la validità del masterplan e di tutto il complesso di opere connesse infrastrutturali e ambientali, che sono stabilite e approvate da tempo (laghetto di Signa compreso!). Proprio per il fatto che tali aspetti siano passaggi dell’iter ormai completati il masterplan è potuto arrivare in Conferenza dei Servizi (dove invece sono messi a punto aspetti collaterali, raccogliendo e accordando i pareri dei soggetti coinvolti). Chi ambisce a ruoli istituzionali senza aver ancora compreso la realtà delle cose e lo scenario in cui si trova tecnicamente e concretamente la questione in questo inizio 2019, o (peggio) facesse finta di non saperlo, magari farebbe bene (per il bene comune) a non farsi vedere proprio da queste parti alle prossime elezioni.
Poi naturalmente, politicamente, ognuno può prendere in giro i cittadini come crede: col gioco dell’oca come programma elettorale (ritorno alla casella di partenza di discussioni e iter); col modello London City Airport e i suoi circa (attuali) 80.000 movimenti da proporre agli abitanti di Peretola, Quaracchi e Sesto Fiorentino per un “Vespucci” da mantenere e sviluppare con la pista esistente e le attuali rotte (pur di impedire uno scalo funzionante e sostenibile con la nuova pista); con una piana Firenze-Sesto da cementificare con tutto ciò che di più fantasioso possa venire alla mente da mettere al posto del “Vespucci” (per liberarsi dalla presenza dell’aeroporto e dei suoi scomodi vincoli di inedificabilità che “condannerebbero” questa porzione di piana a rimanere davvero vuoto urbano ed area in gran parte a verde e parco).
Vedremo tra poco quali di queste brillanti idee anti-aeroporto diventeranno (o si confermeranno) programma elettorale di qualcuno. L’augurio per il 2019 sarebbe quello di non dover più ascoltare robe simili, poter stendere un velo pietoso sulle polemiche e le esternazioni a vanvera sentite fin qui (reiterate fino alla mattina del 31 dicembre scorso, cioè ieri…) e guardare solo avanti. La certezza è che dovremo sopportarle ancora e anche per quest’anno potremo vedere chi è entrato nel 2019 e chi resta nel secolo scorso rinchiuso nei suoi orticelli, blog e dossier. Intanto… Buon Anno a (quasi) tutti.