Il consenso (62%) dei cittadini dell’area fiorentina per l’aeroporto e i suoi progetti di adeguamento e sviluppo emerso dal sondaggio di opinione presentato nei giorni scorsi (condotto dalla società Ipr Marketing per conto di Confindustria) è l’ennesima conferma di una posizione prevalente e diffusa largamente favorevole, anche se sempre troppo poco visibile rispetto alle sceneggiate dei contro. Una posizione favorevole che non può sorprendere, dato che si parla di un’infrastruttura di prioritario interesse pubblico generale e ritenere necessario per il proprio territorio uno scalo funzionale e adeguati collegamenti aerei è solo normalità. Chiunque sia davvero a contatto con chi vive e lavora in quest’area (e non rinchiuso nel suo mondo parallelo di interessi particolari o impostazioni ideologiche) sa quanto sia sentita la questione e attesa la sua soluzione.
Dagli anni ’80 del secolo scorso si sono ripetuti periodicamente sondaggi di questo tipo, promossi o svolti da diversi soggetti (forze politiche, associazioni di categoria, istituzioni, organi d’informazione) ed ogni volta il risultato è lo stesso, con la larga maggioranza dei cittadini dell’area fiorentina che sottoscrivono l’importanza di avere uno scalo funzionale (e l’improponibilità del ricorso a scali lontani di altre città o regioni per sopperire alle criticità del “Vespucci”). È comunque un bene che queste iniziative siano ripetute per ribadire il concetto ed è un segnale importante la presa di posizione di Confindustria e delle altre categorie economiche, posizione nota ma stavolta ribadita con un’iniziativa forte e inedita come la manifestazione per lo sviluppo dell’aeroporto che si terrà domattina al “Vespucci”. E quanto sia utile ribadire tutto ciò è dimostrato dalle reazioni indispettite e scomposte dei soggetti che perseverano nella loro personale battaglia “a prescindere” contro lo scalo fiorentino e di chi gli dà spago credendo che tale “minoranza contro” sia rappresentativa della posizione dei cittadini.
Invece forse mai come in questo caso c’è stata tanta convergenza di interessi positivi e prevalenza di benefici nella realizzazione di un’infrastruttura, utile a tutti: ai cittadini residenti (per l’allontanamento dei voli impattanti da tutti gli abitati), ai cittadini utenti viaggiatori, turisti, uomini d’affari o altro che siano (che sapranno di poter arrivare a Firenze quando comprano un bliglietto per lo scalo fiorentino), ai lavoratori, agli imprenditori che creano lavoro (peraltro cittadini e lavoratori anch’essi). Utile ai gestori dell’infrastruttura (che non sono una onlus) e ai proprietari dell’infrastruttura, cioè a tutti noi (perché la nuova pista, come tutto l’aeroporto dato in concessione al gestore, è e resta di proprietà pubblica). Utile all’ambiente della piana che vedrà migliorare la compatibilità dell’attività aerea (più fluida e funzionale, quindi meno impattante), incrementare la dotazione e qualità di aree verdi, parchi, boschi e aree naturalistiche e innalzare la sicurezza nell’assetto idraulico (con l’attuazione di nuove opere migliorative o attese da tempo). Utile al sistema della cultura e della ricerca (a cominciare dalle relazioni internazionali del polo scentifico universitario sestese). Utile a Firenze e a tutta l’area metropolitana (per le ragioni suddette), utile a Prato che ne avrà i benefici senza essere interessata né territorialmente né da impatti da sorvoli (alti e lontani dal centro), come gran parte degli altri comuni della piana; utile a Sesto Fiorentino che avrà propri specifici benefici con l’eliminazione dei sorvoli sugli abitati e la creazione sul proprio territorio di un parco vero di 200 ettari.
Per tutto questo non può che esserci coincidenza di vedute tra le prese di posizione di Confindustria e del sistema imprenditoriale e l’opinione dei cittadini (espressa nei sondaggi, esternata nei nuovi blog, rappresentata da vent’anni dalla nostra Associazione). Cittadini in maggioranza favorevoli allo scalo dell’area fiorentina e che più conosceranno correttamente le caratteristiche vere del progetto e i suoi benefici (rispetto ai costi) più potranno rafforzare il consenso anche oltre il 62%.
Mi permetto di farvi osservare al di la dei sondaggi di parte, che i residenti di Sesto Fiorentino nella consultazione elettorale per le comunali si sono schierati ampiamente contro l’aereoporto votando Lorenzo Falchi che ha cavalcato nella sua campagna elettorale i NO ad aereoporto e termovalorizzatore. Il sondaggio se mi permettete lascia il tempo che trova. Fatelo su un campione di cittadini di Sesto Campi e Prato e vediamo cosa viene fuori. Detto questo io non sono contro a prescindere ma mi piace cercare di essere equilibrato
Tutti i sondaggi fatti negli anni hanno dato sempre lo stesso risultato: la maggioranza delle persone si rende conto dell’importanza dell’aeroporto per la comunità, l’economia e i posti di lavoro e per questo la maggioranza, anche a Sesto, è favorevole (il 55% nel sondaggio diffuso lo scorso novembre). I sondaggi hanno il merito di ascoltare tutta la popolazione su temi specifici e non solo le “minoranze rumorose” che sono contro tutto (alle ultime elezioni c’è stato l’effetto trainante dell’opposizione soprattutto al termovalorizzatore). D’altra parte, se si guarda la questione aeroporto con equilibrio e senza essere contro a prescindere, non si capisce come faccia un sestese (sindaco in testa) ad essere contro un progetto (la nuova pista) che a Sesto e ai sestesi porta soprattutto benefici. Citiamo solo il più evidente: la nuova pista “leva” gli aerei dalla testa dei cittadini, eliminando i sorvoli sull’area di Quinto e sul centro cittadino che avvengono ora con i decolli dalla pista 05 (se lei è sestese lo sa benissimo). I sorvoli a bassa quota vengono spostati su una porzione di piana senza centri abitati e successivamente su zone prevalentemente industriali. Solo per questo fatto tutti i sestesi dovrebbero manifestare a favore della nuova pista, non contro.
Credo che si debba essere assolutamente favorevoli alla costruzione della nuova pista, in quanto i vantaggi mi sembrano superiori agli svantaggi.
1- sarà liberata dal sorvolo un’ampia area densamente abitata (Quaracchi, Brozzi, Peretola) dove gli aerei passano a poche decine di metri dai tetti delle case!!!
2- ugualmente, sarà liberata la parte terminale dell’A11, caratterizzata da traffico intenso, dove gli aerei, praticamente sfiorano le auto.
3- Al contrario, le fasi iniziali del decollo e terminalì dell’atterraggio non interesseranno più alcun centro abitato. Saranno sorvolate, sì, alcune zone abitate di Prato, ma non più a 40 metri (come Brozzi ecc), ma a 6-700. MI pare una notevole differenza
4- Si migliora la sicurezza: atterrare o decollare su una pista di 2400 metri mi pare più sicuro che su una di 1700 che va, oltretutto, contro una montagna, con aerucoli da 50 posti.
5- si migliora l’operatività. Non si può pensare che un aereo non possa atterrare perchè c’è un pò di vento, o decollare perchè c’è troppo peso!!! (Passeggeri e valigie che vengono lasciati spesso a terra!)
6- la risistemazione della Piana con la creazione di vaste aree a parco. Sarà fondamentale che i cittadini vigilino su questo. Così come sul corretto trasferimento delle oasi naturalistiche
L’unico elemento che vedo critico è la vicinanza del Polo Scientifico. Pare che il rumore degli aerei sarà particolarmente forte. Anche la convivenza con Termovalorizzatore, Mercafir, nuovo stadio, potrebbe creare dei problemi
Ad integrazione di quanto ha correttamente scritto aggiungiamo, riguardo il Polo Universitario, che gli estensori di progetti e studi del masterplan aeroportuale hanno previsto opere di mitigazione acustica per la porzione potenzialmente più interessata (in particolare una duna di terra a protezione della parte del polo più vicina al sedime aeroportuale) che abbatteranno il livello di rumore percepito. Nell’ambito del progetto e degli studi ambientali sono state condotte approfondite valutazioni e stime specifiche che riportano l’assenza di particolari criticità.
Anche la coesistenza con il termovalorizzatore è stata oggetto di specifiche valutazioni, che hanno escluso particolari problematiche (l’impianto è stato considerato anche nelle valutazioni ambientali, per lo studio degli effetti cumulativi delle varie infrastrutture presenti o previste nell’area). In fase di esercizio è stato previsto anche l’impiego dell’energia prodotta dall’impianto (se sarà realizzato) per alimentare il fabbisogno energetico dello stesso aeroporto, riducendo la necessità di altri impianti a combustibile tradizionale (e le relative emissioni).
Riguardo Mercafir e stadio, la corretta coesistenza con l’aeroporto e la nuova pista è una precondizione per la loro realizzabilità e il nuovo piano di Castello che il Comune di Firenze sta predisponendo va in tale direzione.
Se tutti i tasselli del “puzzle” del quadrante nord-ovest di Firenze e della piana vengono correttamente integrati il risultato finale potrà essere davvero migliorativo sotto tutti i punti di vista.