13 12 2019 – Nell’ultimo numero del nostro notiziario (Aeroporto 89) abbiamo dedicato grande spazio ad evidenziare quanto siano demagogiche e insensate le crociate contro il trasporto aereo che da un po’ di tempo animano piazze, movimenti e commentatori superficiali e poco informati (declinate dalle nostre parti anche nella battaglia contro l’aeroporto di Firenze), in nome di un “estremismo ambientalista” fuori luogo rispetto ad un settore come quello dell’aviazione che in realtà è di per sé da lungo tempo impegnato nella sostenibilità ambientale, con risultati determinanti già raggiunti.
Tra l’altro va rilevato che ci si sta accanendo su un modo di trasporto, quello aereo, che è responsabile del 3 o 4% di tutte le emissioni umane nell’ambiente! Su un settore che più di ogni altro negli ultimi decenni ha fatto passi da gigante nel costruire motori sempre più efficienti, meno inquinanti e più rispettosi dell’ambiente. Un settore che da solo, in autonomia e già da tempi non sospetti, si è preoccupato di darsi regole via via sempre più stringenti in fatto di emissioni gassose e inquinamento acustico, mandando periodicamente in pensione gli aerei più vecchi e introducendo macchine più moderne. E un settore che con la graduale introduzione delle rotte dirette (invece di seguire le aerovie) sta abbattendo enormemente le emissioni.
L’ultima autorevole conferma di tutto ciò arriva dalla IATA (International Air Transport Association), l’associazione che regola il settore del trasporto aereo commerciale. L’associazione ha reso noto che le emissioni di CO2 per passeggero da parte del settore del trasporto aereo sono calate del 50% dal 1990. Tale risultato è stato raggiunto principalmente grazie ad un miglioramento continuo dell’efficienza del consumo di carburante che è stato del 2,3% annuo dal 2009 ad oggi, lo 0,8% in più di quanto era stato prefissato. Miglioramento dovuto sia all’introduzione di aerei più efficienti, sia all’adozione di procedure operative più efficaci.
«Aver abbattuto della metà le emissioni per passeggero è un risultato straordinario della competenza tecnica e dell’innovazione nel settore dell’aviazione. – ha detto il direttore generale e CEO della IATA, Alexandre de Juniac – Ma noi abbiamo ambizioni più grandi. Dal 2020 saremo al netto delle emissioni e nel 2050 avremo tagliato della metà le emissioni del 2005. Raggiungere questi obiettivi significa continuare a investire in nuove tecnologie, in combustibili sostenibili e nei miglioramenti operativi».
Le compagnie aeree hanno investito circa un trilione di dollari in nuovi aeromobili dal 2009 e hanno firmato accordi per l’acquisto di carburante per aviazione sostenibile (SAF) per un importo di circa sei miliardi di dollari. Inoltre, l’introduzione del sistema CORSIA (Carbon Offsetting and Reduction Scheme for International Aviation) garantirà una crescita a emissioni zero sui voli internazionali dal 2020 e raccoglierà circa 40 miliardi di dollari in finanziamenti per il clima.
L’analisi della IATA mostra che i tentativi per sopprimere deliberatamente i viaggi aerei attraverso tasse che alla fine colpiscono i passeggeri sono inefficaci nel ridurre il CO2. L’efficacia del sistema CORSIA risiede nella sua portata globale: si stima che ridurrà le emissioni di circa 2,5 miliardi di tonnellate nel corso del ciclo di vita dello schema. Ma la volontà globale di attuare CORSIA viene compromessa dai governi che introducono un mosaico di tasse sulle emissioni di CO2. Una serie di decisioni o proposte sono state prese negli ultimi mesi per imporre tasse sui passeggeri del trasporto aereo anche in Francia, Germania, Paesi Bassi e Svizzera.
«Le tassazioni volte a impedire alle persone di esercitare la propria libertà di volare renderà i viaggi più costosi ma farà molto poco per ridurre le emissioni. È una soluzione comoda per i politici, senza assumersi la responsabilità dell’impatto negativo che ha sull’economia o delle restrizioni di mobilità che impone alle persone con redditi più bassi», ha affermato Alexandre de Juniac.
Il settore dell’aviazione è impegnato più che mai per ridurre nel futuro le emissioni nell’ambiente con l’adozione di tecnologie più “pulite”. Ma questo richiede un settore aereo finanziariamente solido, in grado di finanziare i pesanti investimenti che saranno necessari per rendere il volo sostenibile.
«I governi devono concentrare i propri sforzi in modo corretto. Volare guida la prosperità. Non è il nemico. Il taglio del CO2 deve essere l’obiettivo e i governi si devono impegnare per incentivare la commercializzazione di carburanti per l’aviazione sostenibili, promuovere l’efficienza nella gestione del traffico aereo e sostenere la ricerca sulle fonti energetiche a basse emissioni di CO2», ha affermato de Juniac.