8/7/2020 – Mentre in Toscana (e per la Toscana) c’è ancora qualcuno che nel 2020 (!!) corre verso gli anni 70 del secolo scorso volendo rimettere in discussione (o congelare) l’aeroporto dell’area fiorentina, i suoi progetti da realizzare e quindi la possibilità di avere un vero sistema aeroportuale regionale, oltre Appennino le cose continuano ad andare in ben altro modo (come peraltro, per gli aeroporti, in ogni altra regione), con il rafforzamento delle infrastrutture grandi e piccole, anche oltre reali esigenze contingenti ma in ottica di rilancio e di visione futura del proprio sistema aeroportuale e della regione (al di là di elenchi, spot e slide).
In un recente articolo avevamo raccontato dello sblocco di Forlì che sta ripartendo, dopo anni di fermo dei voli, come quarto scalo commerciale in Emilia Romagna (il 6 luglio ENAC ha consegnato al gestore il nuovo Certificato di Aeroporto ed è avvenuto il primo atterraggio, con Boeing 737).
Qui ricordiamo invece le ultime opere aeroportuali concrete attuate nella regione, sullo scalo di Parma, che ha in fase conclusiva la valutazione ambientale sul masterplan al 2023 che prevede come opera principale l’allungamento della pista da 2.124 a 2.880 metri per far operare i grandi velivoli cargo, ma nel frattempo, nei mesi scorsi, ha potenziato la pista nella configurazione dimensionale esistente.
Con un inervento di dieci giorni, lavorando giorno e notte, è stata attuata una riqualificazione dell’infrastruttura di volo con opere di manutenzione straordinaria per sistemare problematiche legate all’usura e al tempo, ma anche con interventi per preparare la porzione di pista esistente alla futura attività aerea che vi si svolgerà: è stato infatti innalzato lo standard della pista per caratteristiche di resistenza e dimensioni delle fasce laterali prendendo come aereo di riferimento per lo scalo l’Airbus A330. Con l’intervento attuato sono state anche leggermente incrementate le distanze operative utilizzabili, con adeguamenti sulle testate, portando intanto a circa 2.200 metri lo spazio utilizzabile per i decolli, utili ai velivoli di corto-medio raggio (A320 e simili) che per ora, con tale dimensione di pista, possono operare sullo scalo.
Parma attende quindi adesso la conclusione dell’iter del masterplan per completare il potenziamento della pista, portandola a 2.880 metri, per svolgere il ruolo di scalo merci previsto entro il sistema aeroportuale emiliano-romagnolo delineato dalla Regione, assieme a Bologna, Forlì e Rimini, pur tra le immancabili polemiche campanilistiche che però non hanno mai impedito la creazione di infrastrutture nei vari ambiti regionali.
Nei giorni scorsi, in occasione della consegna a Forlì del Certificato di Aeroporto il direttore generale di ENAC, Alessio Quaranta, ha rimarcato come l’Emilia Romagna sia «una regione che può contare su quattro strutture aeroportuali che non sono ridondanti tra di loro, ma una risorsa per garantire che ci sia complementarietà e non una competizione, facendole crescere secondo le proprie vocazioni. E se ognuno ci metterà del proprio, i risultati arriveranno anche prima di quanto possiamo aspettarci». «In questi anni abbiamo effettuato tante attività di rilancio di aeroporti in tutta Italia – ha ricordato il DG di ENAC – e mai come in questa terra ho trovato una sintonia che è andata al di là dell’appartenenza politica e della maggioranza del momento e non soltanto in questo momento dfficile.
È il PD il vero problema del Vespucci: in Toscana si riempiono la bocca di belle parole e basta, fatti zero. Oora ci si è messa la Lega, con comprensibile mia delusione, con la Ceccardi. Il M5S è tornato alla carica con i no alla nuova pista e alla TAV del nodo fiorentino. Siamo messi molto male, speriamo che qualcuno rinsavisca e dia l’approvazione dei lavori
Salvatore, come ti dicevo è osceno che i 5 Stelle e la Lega, che con la Toscana non hanno niente a che vedere, ci ostacolino in maniera così agguerrita. Mi domando a chi giova tutto questo???
Antonio, giova ai falsi ecologisti della piana, che sono soltanto dei cementificatori- La pista ostacola i loro piani, con lo stadio nuovo, con annesso un nuovo centro commerciale e l’espansione edilizia di Sesto, tutto qui, perché lo sanno anche loro che la nuova pista non può portare solo dei benefici di sicurezza aeroportuale e nuovi posti di lavoro, ma i nuovi insediamenti edilizi tirano di più
Caro Salvatore, lo sapevi che fino a marzo la tratta più remunerativa in Europa per Air France era la Parigi-Firenze e viceversa e per Lufthansa era molto remunerativa sia Monaco che Francoforte, Vueling, Iberia e scusa se dimentico alcune, tutte con alti tassi di riempimento degli aerei. È proprio vero che per pochi ci rimettiamo tutti! Io a Sesto farei il terminal 1 del nuovo Vespucci (sto scherzando)