La vendita dell’11,9% delle quote detenute dalla Regione Toscana nella SAT, gestore dell’aeroporto di Pisa, formalizzata ieri e la conseguente riduzione della presenza dell’ente regionale nella società pisana dal 16,9% al 5%, rappresenta a tutti gli effetti la novità più significativa nel processo di riassetto societario dei due maggiori scali toscani innescato dall’entrata in scena nella vicenda aeroportuale di Corporacion America. Tale operazione, come noto, intende supportare l’obiettivo dichiarato della Regione di arrivare alla creazione di un’unica società tra Pisa e Firenze tramite la cessione del controllo totale dei due scali al gruppo argentino, ufficialmente sbarcato in Toscana lo scorso marzo con le prime acquisizioni di quote nei due enti gestori di Pisa (SAT) e Firenze (ADF) e promotore delle OPA (Offerte Pubbliche di Acquisto) sulle due società lanciate lo scorso 29 aprile e ora in fase di conclusione. Ma ci si augura che il significato del riposizionamento della Regione nella SAT vada oltre un processo di riassetto azionario.
Dopo tanti segnali negativi e contraddittori che contraddistinguono la vicenda aeroportuale della nostra regione e al di là del giudizio sulle finalità dell’operazione, la vendita delle quote SAT da parte della Regione Toscana rappresenta di per sé un passaggio positivo e corretto, in quanto si tratta di un primo concreto segnale di riequilibrio del ruolo dell’ente regionale nei due scali toscani. Si può discutere infatti se la Regione debba o meno essere presente nelle società di gestione aeroportuali (le opinioni sono varie), ma se decide di starci è bene che ci stia con pari peso (entro quel 20% che comunque deve rimanere in mano pubblica), sanando una delle più grandi contraddizioni che hanno sempre caratterizzato la questione toscana: il fatto cioè che l’ente regionale istituzionalmente preposto a un ruolo teoricamente imparziale di coordinamento e pianificazione, fosse allo stesso tempo principale azionista (dal marzo scorso secondo principale azionista) di una delle parti in campo – la SAT- in uno stridente conflitto d’interessi, accompagnato per tanti anni da contrapposte politiche aeroportuali adottate verso i due scali e i rispettivi gestori. In quest’ottica appare corretto quindi che la Regione abbia portato la propria presenza in SAT al 5%, assestandosi allo stesso livello di quote detenute in ADF (circa 5%) dalla fine del 2012 (in precedenza la Regione aveva avuto una fugace presenza nello scalo fiorentino tra il 1999 e il 2000) e mantenendo in toto tale quota senza aderire all’OPA sul “Vespucci” di Firenze.
Il riequilibrio regionale a livello societario è però solo un primo passo – speriamo beneaugurante – nel necessario processo di normalizzazione della politica aeroportuale toscana. Ad esso infatti deve seguire un riequilibrio nei metodi di gestione delle questioni aeroportuali, ossia l’adozione una volta per tutte di un’unica linea di azione valida per tutte le realtà toscane rispetto alle stesse questioni relative alle infrastrutture aeroportuali: aspetti urbanistici, “sensibilità” ambientali, metodi di misurazione e rappresentazione degli impatti, rapporti con gli abitati, coesistenza con parchi e aree protette, condizionamenti ambientali e urbanistici dei progetti aeroportuali, utilizzabilità di risorse pubbliche, iter politico-burocratici, ecc. Una riequilibrio della politica aeroportuale atteso da sempre e che non si deve mai smettere di sollecitare finché non sarà realtà, perché le storture attuate per decenni in Toscana rappresentano uno degli aspetti più gravi di tutta la vicenda aeroportuale della nostra regione. Un riequilibrio indispensabile per dare credibilità e concretezza al concetto del “fare sistema” e ora più che mai necessario per consegnare a Corporacion America, oltre che il controllo totale dei due scali, anche un quadro chiaro e certo del clima nel quale dovrà operare (a cominciare dal grado di realizzabilità della nuova pista di Firenze che sarà delineato con le condizioni di approvazione della variante al PIT) e quindi della possibilità o meno di creare e far funzionare davvero un sistema aeroportuale toscano.