22/10/2023 – Con l’eliminazione, lo scorso 13 ottobre, del semaforo di viale Luder all’ingresso dell’autostrada A11 che serviva per permettere l’uscita in sicurezza dall’aeroporto verso la città, si è concretizzata la situazione alquanto problematica ma prevedibile per il traffico diretto dal “Vespucci” verso viale Guidoni e il ponte dell’Indiano. Situazione che avevamo evidenziato sul notiziario in anni passati (Aeroporto n. 90 del 2020), quando si delineava tale intervento per il semaforo e l’ingresso in A11 ma senza un’adeguata alternativa per l’uscita dall’aeroporto.
La nuova uscita dal “Vespucci” tramite il nuovo “braccetto” stradale che arriva dalla zona del parcheggio dello scalo correndo parallelamente alla tranvia avviene con un’immissione nel viale Luder che comporta, per dirigersi verso la città ed il ponte all’Indiano, lo spostamento da destra a sinistra in uno spazio di circa 200 metri intersecando in diagonale il flusso di traffico su tre corsie diretti verso l’autostrada o lo stesso svincolo per il ponte all’Indiano (situazione rappresentata nell’immagine sopra).
Una manovra fattibile (simile a quella necessaria per uscire dall’area di servizio presente sul viale), ma piuttosto delicata e soprattutto potenzialmente pericolosa quando il traffico scorre, considerando i flussi quasi sempre intensi “lanciati” verso l’autostrada in velocità (ora a maggiore velocità non essendoci più il possibile stop del semaforo), le uscite praticamente in continuo dall’aeroporto ed un’immissione dal “braccetto” in viale Luder che deve avvenire quasi sempre a bassa velocità (o da fermo), con una manovra spesso fatta anche da mezzi pesanti (bus, pullman, camion, ecc.) in uscita dall’area dello scalo.
Quando viale Luder è invece bloccato da code per le difficoltà di accesso al ponte all’Indiano e l’incrocio con i flussi provenienti dall’A11, come spesso avviene (sempre nelle ore di punta), chi esce dall’aeroporto deve guadagnarsi spazio tra le auto più o meno ferme tagliando in diagonale la coda ed occupando, con l’inizio di tale manovra, l’unica corsia di viale Luder che di solito restava scorrevole per andare verso l’autostrada.
Entrati in viale Luder, inoltre, al momento mancano indicazioni ben leggibili sulla direttrice da prendere per la città (assenti sui cartelli principali e poco visibili sui piccoli cartelli a bordo strada), aumentando il potenziale disorientamento di chi sta effettuando la manovra di immissione dall’aeroporto e non sia già pratico di quel nodo annodato.
Risulta abbastanza singolare che questa situazione (al di là del problema cartelli facilmente risolvibile) non sia stata considerata nel valutare l’eliminazione del semaforo quale intervento anticipatorio del riassetto finale dell’intero nodo di Peretola, sulla carta da decenni e che a breve dovrebbe prendere avvio, ma che richiederà ancora diversi anni per essere concretizzato. Assetto finale per la verità anch’esso non proprio funzionale all’uscita dall’aeroporto, per il lungo percorso che sarà previsto nel nuovo sistema di svincoli per ritornare verso la città, con instradamento per tutti verso l’A11 e poi svolta a sinistra attorno all’area Palagio degli Spini e ritorno verso Firenze, ma quantomeno non più difficile e rischioso come adesso (immagine sotto, tratta da Aeroporto n. 73 del 2015).
Non c’è dubbio che il semaforo tolto fosse una situazione assurda (ed unica) in ottica di accesso autostradale, ma – come evidenziato – il fatto che ci fosse e che ci sia rimasto per tanti anni aveva una ben precisa funzione. Funzione necessaria in assenza di assetti validi alternativi che normalmente dovrebbero esserci in queste situazioni, con connessioni adeguate con l’area aeroportuale, quali sottopassi o sovrappassi viari per evitare incroci di flussi a raso (e, nel nostro caso, semafori inopportuni). Assetti qui mai realizzati nei decenni, in linea con le storiche “disattenzioni” verso lo scalo fiorentino negli assetti dell’area e nel tempo compromessi da tutto ciò che di altro è stato via via realizzato davanti al “Vespucci” (dal viadotto ferroviario degli anni ‘80 al recente tunnel tranviario).
Vediamo come evolverà questa situazione, che tra le varie questioni del “Vespucci” in attesa di soluzione può essere considerata minore (e non di competenza aeroportuale), ma intanto si è fatto un passettino indietro nella funzionalità (viaria) dello scalo. E Firenze è passata da essere l’unica città con semaforo (e “stop and go”) in ingresso autostrada, all’unica città con uscita da un aeroporto internazionale stile strada vicinale (e con brivido da “roulette russa”).
Scusate, so che ci voleva molto tempo e tanti soldini, ma non era molto più semplice fare un sottopasso all’uscita e all’entrata dell’autostrada così che i veicoli che entravano in autostrada non davano noia ne all’aeroporto ne alla direttrice verso il ponte all’Indiano e quelli che uscivano dall’autostrada sbucavano davanti ai ditributori del viale Guidoni o qualche decina di metri prima senza dare noia alla direttrice del ponte all’Indiano. Purtroppo questa situazione va avanti dal oltre 30 anni e non e’ mai stato fatto nulla per cambiarla. Qualsiasi cosa venga studiata ci sarà sempre un tappo, specie nelle ore di punta, fra l’uscita dall’autostrada e la direttrice del ponte all’Indiano. Un salutone a tutti.
Sicuramente uno o più sottopassi viari sarebbero stati molto utili fin da tanti anni fa, per evitare intersezioni a raso delle varie direttrici. Per molto tempo è stato poi detto che non potevano essere più fatti per i vincoli creati dalle strutture del viadotto ferroviario realizzato negli anni ’80 (anche se poi in realtà è stato fatto quello molto lungo, tra trincea e tunnel, per la linea 2 della tranvia), e per problemi di spazi per le rampe di salita e discesa in sottopasso. Adesso pare ci siano anche vincoli idrogeologici più stringenti, ed anche un tratto in sottopasso del nuovo svincolo previsto vicino all’area parcheggio di Palagio degli Spini è stato sostituito nel progetto da una galleria artificiale e sovrappasso. Comunque in teoria il nuovo assetto del nodo Peretola che Autostrade dovrebbe avviare a breve (si spera) ricuce le varie direttrici con un complesso sistema di nuovi svincoli e tracciati che dovrebbe rendere il tutto più scorrevole (si rispera), a cominciare dall’eliminazione del tappo a fine A11 in ingresso in città. Per la viabilità di area quindi la prospettiva dovrebbe essere di miglioramento. Per l’aeroporto, allo stato dei fatti (e dei progetti), in prospettiva ci sarà il giro lungo via inizio A11 anche per uscire dal “Vespucci” diretti verso la città (rappresentato nell’immagine in fondo al post), non proprio funzionale per lunghezza (anche se per lo meno meglio, per praticabilità, della situazione creata ora).
Non sono stato nemmeno a leggere tutto lo scritto precedentemente. Ma davvero credete che la nuova pista per il Vespucci sarà realizzata ? È trent’anni che ogni tanto leggo e ne sento parlare. Ormai credo che non ci crediate più neanche Voi. Allora perché non l’abbozzate (come si dice a Firenze ) con la pista e vi interessate invece alla svariate ricette per fare la ribollita ? Si perché, mi dispiace dirlo , ormai navigate da tempo nell’area del ridicolo. Scusandomi, per parallelismo, con gli autori delle pochade teatrali.
Nell’area del ridicolo ci pare navighi allegramente un commento come il suo. Non sappiamo se la nuova pista prima o poi sarà fatta: come detto tante volte, ci si potrà credere solo quando vedremo il primo aereo posarci le ruote. Anche perché se ancora la nuova pista non c’è è perché non c’è stata la volontà vera di farla. Sappiamo però molto bene quanto la nuova pista sia sempre stata e resti fattibile, sostenibile, necessaria per i cittadini, l’ambiente, l’occupazione, ecc. ecc., migliorativa della situazione esistente, indispensabile per far funzionare un’infrastruttura strategica qual è l’aeroporto (oggi come 50 anni fa e come per qualunque altra città e territorio del mondo) e quanto sia assurdo che non sia stata ancora realizzata per tutti i giochi variamente interessati “contro” il progetto pista, l’aeroporto dell’area fiorentina ed un vero sistema aeroportuale toscano. Quindi continueremo a ripeterlo, anche se disturba.