1/10/2023 – In una questione aeroportuale che resta caso unico al mondo per ciò che viene fatto accadere ed in cui è umanamente impossibile dire o scrivere qualcosa di nuovo rispetto quanto già detto e scritto per decine di anni, riproponiamo qui sotto un estratto dal notiziario “Aeroporto” n.83 in cui nel 2018 si evidenziava l’insensatezza degli atteggiamenti ideologici o variamente interessati a impedire l’esistenza di uno scalo funzionale nell’area fiorentina, con e senza nuova pista, allora come oggi (e come dagli anni ’70 del secolo scorso). Un pezzo che non può che essere dedicato al caravanserraglio no-aeroporto (e no a tutto) chiamato a raccolta dai soliti soggetti contro i progetti del “Vespucci” che ieri ha marciato dalle Piagge a Peretola, in un’ennesima sagra delle assurdità (disinformazioni, falsità, strabismi, doppiopesismi, provocazioni, ecc. ecc.), sotto le finestre dei cittadini-sorvolati veri che ovviamente chiedono la “semplice” soluzione dei problemi con la nuova pista, come in questo ambito di Toscana chiede da tanto tempo qualunque persona di buon senso che conosca minimamente situazione e progetti (che non strilla e difficilmente va in piazza ma è larga maggioranza).
lncoerenze, contraddizioni, doppiopesismi
Il perdurare dei “no a prescindere” da ogni studio e iter svolto danno il non-senso delle resistenze che permangono contro l’aeroporto dell’area fiorentina.
Le contestazioni al progetto nuova pista e all’aeroporto dell’area fiorentina non risultano sballate “solo” per la lontananza dalla realtà delle argomentazioni usate e la mancanza di conoscenza (che ormai è mancanza di volontà di conoscenza) di studi e progetti del masterplan del “Vespucci”, ma anche per le plateali incoerenze e contraddizioni che continuano a caratterizzare in ogni occasione tali posizioni. Ognuno naturalmente è libero di pensare e dire ciò che vuole per sostenere proprie ragioni personali, anche se per la verità esponenti di istituzioni dovrebbero avere senso di responsabilità e rappresentare gli interessi generali di tutti i cittadini e dei propri territori, non agire da supporter di piccoli gruppi riuniti in variegate forme di comitati contro. Ma in ogni caso poi ognuno dovrebbe essere coerente con se stesso e le posizioni che sostiene.
“De-aeroportizzazione”? Chi è contro la nuova pista di Firenze per ragioni ambientali, non può poi rilanciare il mantenimento dell’attuale scalo, magari con l’allungamento della pista esistente (come viene proposto da varie anime anti-nuova pista e da qualche sindaco della piana). Dovrebbe avere il coraggio di chiedere apertamente la chiusura del “Vespucci”. Ma chi per ragioni ambientali sostiene a Firenze il no alla nuova pista e la chiusura di quella attuale, non può allo stesso tempo sponsorizzare lo sviluppo di tutto il traffico aereo toscano sullo scalo di Pisa, che (oltre ad altreproprie criticità) presenta più o meno tutti gli aspetti ambientali e territoriali usati (quasi sempre a sproposito) per alimentare le polemiche su Firenze, alcuni ancora più accentuati (vicinanza al centro, prossimità di piste e piazzali agli abitati, voli regolari sulla città, aree di rischio estese su aree cittadine, coesistenza territoriale con parco, aree protette e aree agricole, delicati equilibri idrogeologici). Dovrebbe fare il passo conseguente e avere il coraggio di chiedere lostop allo sviluppo anche dello scalo pisano, un suo ridimensionamento e, a questo punto, una “de-aeroportizzazione” della Toscana.
Ma chi, per proprie sensibilità, convinzioni ideologiche, posizioni partitiche, è contro gli aeroporti e il trasporto aereo adducendo ragioni ambientali e di salute, non lo può essere solo in Toscana e men che meno solo a Firenze. Deve avere una posizione coerente valida per tutti: per tutti gli aeroporti vicini alle aree urbane fisicamente o con i voli o con altre particolari situazioni ambientali (da Napoli a Bologna, da Torino a Venezia, da Genova a Ciampino, ecc.) e per tutti gli scali che con i voli prima o dopo passano su qualcosa e qualcuno, cioè per tutti gli aeroporti. In sostanza, dovrebbe avere il coraggio di chiedere una sorta di “de-aeroportizzazione” nazionale. Ma chi adduce ragioni ambientali e di salute per la propria contrarietà ad aeroporti e aerei, come può non essere contro anche a ferrovie, strade e autostrade che interessano i propri comuni, che rispetto agli aeroporti consumano e trasformano in modo ben maggiore il territorio (aree urbane comprese), impattano aria e salute ben più degli aeroporti (traffico viario), disturbano acusticamente molto di più (anche le ferrovie) lungo tutti i percorsi e gli abitati attraversati, oltre ad avere costi enormemente superiori alle infrastrutture aeroportuali? Un quesito, questo, che ha naturalmente valenza generale oltre il nostro ambito, ma che tocca anch’esso un aspetto da sempre tra le storture della contestazione all’aeroporto dell’area fiorentina, con la balzana tesi (tutt’oggi viva) che sia preferibile rinunciare all’adeguamento del “Vespucci” e alla realizzazione di una pista migliore per traferire via terra milioni di persone verso aeroporti di altre città o regioni.
Contestazioni a soggetto. Non è però “solo” il merito delle soluzioni e dei pareri profusi nelle contestazioni a palesareincoerenze e doppiopesismi, ma anche i metodi e le procedure prese di mira, di nuovo in contraddizione con se stessi. Se gli enti nazionali competenti del settore aviazione (ENAC, ENAV), da sempre istituzionalmente responsabili della validazione tecnica di progetti e procedure di volo e di ogni aspetto connesso (dimensionamento delle infrastrutture, utilizzo delle piste, disegno delle rotte, valutazione dei rischi, bird strike, ecc.) sono ritenuti da contestatori e ricorrenti per niente competenti e responsabili, non possono essere tali solo e soltanto per l’aeroporto di Firenze. Se per tutti gli altri cento aeroporti italiani grandi e piccoli, compresi gli altri sette aeroporti toscani, norme, metodi, regole, valutazioni sono sempre state quelle dettate dagli enti dell’aviazione nazionale (in base a norme internazionali), è bizzarro pretendere per Firenze e solo per Firenze interpretazioni ad hoc elaborate in qualche circolo della piana fiorentina. Se si contesta la metodologia e il contenuto del masterplan del “Vespucci” di Firenze perché ritenuto carente e nonappropriato alla procedura di VIA (altro tema gettonato nella battaglia di questi anni), come si possono ritenere validi gli stessi metodi e contenuti usualmente adottati per gli iter approvativi di tutti gli altri masterplan aeroportuali, svolti o in corso che siano? Coerentemente, dovrebbe esserne chiesto l’annullamento, con un conseguente stop all’intero sistema aeroportuale nazionale, compreso naturalmente per la Toscana l’aeroporto di Pisa che ha appena avuto la definitiva approvazione dell’aggiornamento del proprio masterplan e, per stare in zona, quello di Bologna, anch’esso di recente approvazione e con aggiornamento in iter.
Oltre gli orticelli. Si potrebbe proseguire a lungo nella disamina di strabismi e doppiopesismi, entrando nel merito di ogni singolo aspetto oggetto di contestazione. Ma ovviamente tutte queste incoerenze e contraddizioni sono direttaconseguenza dei “no a prescindere” che animano l’opposizione all’aeroporto dell’area fiorentina, tra disinformazione reale, “disattenzione” per ciò che avviene nel mondo al di là dei propri confini e cultura da fakenews utili per l’obbiettivo di impallinare i progetti del “Vespucci”. Allora, più di ogni altra cosa, occorrerebbe osservare la normale realtà oltre il proprio orticello ed applicare valutazioni da ottica comparativa, per rivedere tanti luoghi comuni e falsi miti e resettare le posizioni da lotta continua nei confronti dello scalo dell’area fiorentina.
(da “Aeroporto” n. 83, Aprile – Giugno 2018).
Scusatemi vado (relativamente) off topic ma vorrei un vostro parere sulle dichiarazioni del leghista Galli rilasciate ad una testata regionale qualche giorno fa. In queste dichiarazioni Galli fa sottintendere che alcune prescrizioni presenti nella documentazione del masterplan (riguardanti lo spostamento del lago di Peretola) abbiano tempistiche molto più lunghe e difficoltose di quello che pensano TA e le Istituzioni nel loro cronoprogramma. Questo perché queste modifiche che compensano la nuova pista devono passare dal parere di una fantomatica Commissione Ambientale dell’UE.
Posto che il politico in questione sulla nuova pista di peretola ha sempre avuto opinioni discordanti e ambigue in tutti questi anni (come tutto il centro destra del resto) che peso date a queste dichiarazioni?
Grazie per la risposta
Le dichiarazioni contraddittorie sulla questione aeroporto di Galli degli ultimi tempi, ora da consigliere regionale della Lega, sono piuttosto disarmanti, da una parte favorevoli alla nuova pista (come si esprimeva chiaramente anni fa), dall’altra poco comprensibili, addirittura rilanciando le assurdità dei comitati contro della piana che ancora inneggiano al decreto VIA sul vecchio masterplan di venti anni fa che non esiste più, ed ora questa uscita sul laghetto. Non c’è dubbio che prima di avviare la costruzione della nuova pista nella parte che interessa il laghetto debba essere realizzato e “attivato” il nuovo specchio d’acqua previsto in compensazione in altra zona. Ma è una componente del progetto computata fin dall’inizio ed è ovviamente prevista nei tempi indicati per l’attuazione del masterplan nelle varie fasi (con la pista entro 2-3 anni dall’avvio dei lavori, tempistica comunque lunga dovuta proprio alle varie opere accessorie esterne). Inoltre va considerato che quel laghetto, anche se inserito nella rete delle aree naturali della piana, è di origine artificiale ed anche di realizzazione non certo “antica”, usato fino a non molti anni fa come area di caccia, spesso seccato per mancanza di alimentazione di acqua e in passato anche lavorato con le ruspe, con la rinaturalizzazione che riprendeva rapidamente appena rialimentato (tutto era già stato dettagliatamente spiegato nei documenti del precedente masterplan e relative procedure). Detto questo, certamente l’intervento sul laghetto può essere fatto diventare un ennesimo grande ostacolo (come già avvenuto in passato), se si cercano di nuovo “alibi tecnici” per frenare o bloccare ancora i progetti…
Admin io non capisco questo accanimento contro la nuova pista, la pista vecchia addirittura la vogliono allungare senza pensare ai problemi dei sorvolati, mi meraviglio della pantomima della politica che addirittura vogliono la totale chiusura dello scalo, politica, ora anche di destra, divisa in due, tra quelli che sono contro lo scalo e gli altri a favore dello sviluppo del Vespucci, Admin ti chiedo queste manifestazioni posso intralciare il percorso del nuovo masterplan, oppure no, possono questi soggetti, con a capo i sindaci della piana, una volta approvato con esito favorevole il masterplan, creare problemi al cantiere della nuova pista, vedi tav Piemonte, o tutto finirà, come mi auguro in una bolla di sapone
La questione è sempre la solita: queste manifestazioni non sono un problema se gli viene dato il giusto peso per ciò che sono, ossia l’espressione di una minoranza di soggetti (sempre i soliti) che dicono no a tutto, peraltro molto pochi nella marcia di sabato (circa 600) e in tanti senza avere neanche la minima idea di cosa si tratta (come dimostrato da sigle e slogan della manifestazione), così come sono un’assoluta minoranza istituzionale i quattro sindaci e alcuni esponenti politici presenti al corteo rispetto ai territori e ai cittadini dell’area metropolitana e della Toscana centrale (5 province, decine di comuni, 2 milioni di abitanti), che in maggioranza hanno già espresso favore (molti anche in atti ufficiali) alla necessità di avere un “Vespucci” adeguato e funzionale, infrastruttura strategica cardine per le proprie realtà, entro il sistema aeroportuale toscano, assieme al “Galilei” di Pisa. Queste manifestazioni diventano un problema se qualcuno, nella politica e nelle istituzioni, per proprie convenienze, cerca di nuovo scuse per alimentare il no all’aeroporto dell’area fiorentina…
Admin mi sono venute in mente delle altre considerazioni, questi soggetti antiaeroporto tirano sempre in ballo il parco della piana, ma sono degli ottusi, il nuovo masterplan mette in risalto questi punti con l’ abbattimento della vecchia pista, tutto va a migliorare,oppure non vogliono più l’aeroporto per poter incominciare una cementificazione in tutta l’area,e la difesa della piana è tutta una scusa, per me è così se no, non si spiega una battaglia così accanita senza guardare i benefici che porterebbe la nuova pista e non pensare a quelle centinaia di lavoratori aeroportuali che si troverebbero senza lavoro
Il parco della piana è sempre stato l’alibi più gettonato per la battaglia contro l’aeroporto, millantando un’inesistente incompatibilità tra parco e aeroporto, con un parco che peraltro è stato invece attaccato nel tempo in ogni modo proprio dai comuni della piana per tante altre opere, ed un aeroporto che invece è sempre stato presidio per il mantenimento del vuoto urbano ancora presente oggi (senza l’attuale pista le costruzioni occuperebbero da tempo tutta l’area) e una nuova pista che andrebbe a garantire per sempre l’inedificabilità delle aree attorno e proprio la salvaguardia delle aree sistemate a parco. È poi una balla colossale che parco e aeroporto non possano coesistere, perché l’area del parco della piana è enorme rispetto alla porzione minima interessata dalla nuova pista e perché ovunque attorno agli aeroporti esistono aree verdi e parchi di vario tipo. D’altra parte basterebbe andare a Pisa per vedere come coesistano da sempre l’aeroporto (di dimensioni e traffico anche intercontinentale) e il Parco Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli, con aerei di tutti i tipi che lo sorvolano per circa 12 km, anche a bassissima quota, senza che nessuno abbia mai evidenziato problematiche di alcun tipo, neppure gli scatenati (con Firenze) ambientalisti toscani…