31/3/2021 – Dopo Treviso, anche il “Piano di sviluppo aeroportuale al 2023 dell’aeroporto Giuseppe Verdi di Parma” ha ottenuto il decreto VIA del nuovo Ministero della Transizione Ecologica, firmato il 29 marzo dal ministro Cingolani, di concerto con il ministro dei Beni Culturali Franceschini, su una procedura avviata nell’agosto 2018 e che aveva avuto il parere favorevole della commissione tecnica ministeriale (CTVIA) nell’aprile 2020, successivamente confermata e integrata.
Come nel caso di Treviso, anche per Parma la firma del nuovo ministro ha sbloccato una situazione che aveva visto tensioni nel ministero (e tra enti dello Stato) per le reiterate richieste di revisione del parere della CTVIA da parte della Direzione Generale e del precedente ministro su sollecitazione di comitati del “no” di Parma su questioni che erano già state considerate e chiarite nelle regolari fasi delle osservazioni del pubblico. Anche in questo caso negli atti preliminari al provvedimento finale è stata sottolineata l’anomalia nel considerare queste richieste che appesantiscono e allungano gli iter ed è anche riportata una nota di ENAC che dichiara di “non ritenere necessario fornire ulteriori controdeduzioni su un procedimento che può ritenersi concluso con l’espressione del parere dalla competente Commissione Tecnica VIA/VAS”.
Il masterplan dell’aeroporto di Parma (3 km dal centro cittadino), comprende varie opere di adeguamento e sviluppo, ma è incentrato soprattutto sull’allungamento della pista da 2.124 a 2.880 metri, per poter accogliere velivoli di grandi dimensioni e realizzare sullo scalo emiliano un importante polo cargo (nel frattempo, nei mesi scorsi, sono già stati attuati interventi di rafforzamento sulla porzione di pista esistente per adeguarne la portanza a tali velivoli).
Con il nuovo allungamento in progetto quello che oggi è il più piccolo dei quattro aeroporti commerciali dell’Emilia Romagna fa un salto di ruolo divenendo il terzo aeroporto della regione con pista capace di accogliere wide-body e rotte intercontinentali assieme a Bologna (2.803 metri) e Rimini (2.962 metri), mentre il quarto scalo commerciale della regione, Forlì, ha una pista di 2.561 metri.
Come per tutte le procedure VIA su masterplan aeroportuali precedenti e seguenti il “caso Firenze”, anche per Parma sono stati seguiti usuali metodi e dinamiche di impostazione, approfondimento progettuale, presentazione, valutazione ed approvazione, e il parere positivo è stato accompagnato dall’usuale quadro di prescrizioni che indicano la necessità di approfondimenti progettuali e valutativi da effettuare nel proseguo dell’iter verso la fase realizzativa (ante operam, prima dell’apertura dei cantieri), in corso d’opera e post operam.
Gli aspetti interessati riguardano tutta una serie di aspetti, quali accordi territoriali da definire con gli enti locali per valutare la conformità tra scelte progettuali e piani urbanistici comunali; soluzioni da definire in sede di progettazione esecutiva per le interferenze con le viabilità locali; approfondimenti, da definire sempre in fase di progettazione esecutiva, per gli aspetti idrologici e idraulici, con la predisposizione dello specifico studio e delle verifiche di adeguatezza degli interventi per canali e per la cassa di espansione prevista; la predisposizione, dei piani di monitoraggio ambientale (atmosfera, rumore), degli studi sulla valutazione dei rischi da incidente aereo, per la salute e l’ambiente, valutazioni e accorgimenti inerenti il rischio birdstrike.
Admin, prima di tutto ti faccio gli Auguri di Buona Pasqua e poi volevo da te una risposta: ora ci si mette anche Letta a mettere il bastone tra le ruote per la nuova pista, non bastava la Ceccardi. Con tutti i problemi che ha il PD, deve parlare della nuova pista e potare avanti il teatrino del trenino tra Firenze e Pisa. Secondo una tua sensazione la nuova pista si farà o rimarrà un eterna utopia? Grazie e Auguri
Ricambiamo prima di tutto gli auguri. Sulla nuova pista di Firenze purtroppo resta impossibile fare previsioni con gli assurdi contrasti politici, campanilisti e territoriali, in tutti gli schieramenti, che ci tocca ancora sopportare: come abbiamo sempre detto si potrà essere sicuri di avere la nuova pista solo vedendo il primo aereo che ci posa le ruote. Non sappiamo quando questo potrà avvenire, ma resta il fatto che non esiste una sola ragione plausibile per non farla e chi rema contro si sta di nuovo macchiando di pesanti responsabilità contro l’area fiorentina e la Toscana.