Politica persa tra Pisa e la piana

On 12 Dicembre 2020, in Aeroporto Firenze, by admin
Le aerostazioni di Pisa (a sinistra) e Firenze (a destra)

12/12/2020 – Avevamo evitato di commentare, la settimana scorsa, un atto tanto bizzarro quanto assurdo qual è stata la votazione del consiglio comunale di Pisa del 3 dicembre contro l’aeroporto di Firenze (una sorta di “chiamata alle armi” contro la nuova pista del “Vespucci”) condiviso da tutti i partiti presenti in quel Comune da da sinistra a destra e da destra a sinistra (compatti o con qualche defezione), sindaco compreso, perché una cosa simile si commentava da sola e comunque era meglio non esprimere ciò che di appropriato si sarebbe dovuto esprimere…

Ad una settimana di distanza, però, sulla vicenda si sono sentite solo rivendicazioni della prodezza fatta e il plauso di qualche (solita) anima persa della politica di area fiorentina che gli va dietro e che pensa ad iniziative simili anche dalle nostre parti, mentre certamente anche questa assurdità finirà a breve su tavoli romani, tanto per continuare a distinguere la Toscana da tutto il resto del sistema aeroportuale italiano. Allora qualche considerazione può essere opportuna, perché la vicenda è davvero emblematica di come la questione aeroportuale, per qualcuno, qui debba rimanere impantanata per sempre nelle paludi di polemiche del secolo scorso.

La prima considerazione generale è che l’atto prodotto dal consiglio comunale di Pisa non meraviglia per nulla, perché anche una simile pensata non è certo una novità nella farsa aeroportuale toscana che si consuma da decenni. Eravamo negli anni ’80 del novecento quando un allora ministro dei Trasporti esprimeva a livello nazionale tutto il suo stupore, tra il perplesso e il divertito, nel raccontare come ogni giorno il suo dicastero ricevesse da parte di amministratori locali di tutta Italia richieste di supporti per l’aeroporto della propria città e territorio, ma era la prima volta che gli arrivava una richiesta da un ente locale per fermare qualunque impegno nei confronti dell’aeroporto di un’altra città. Inutile dire che la richiesta strampalata arrivava dall’ambiente politico e amministrativo pisano e l’aeroporto da colpire era quello di Firenze. Per la cronaca, si era trattato del tentativo promosso dalle istituzioni di Pisa di chiamare a raccolta i comuni della Toscana in una sorta di alleanza contro l’aeroporto di Firenze da portare a Roma. Ma di scene similari nel corso dei decenni se ne sono viste più volte.

Adesso, come nel secolo scorso, anche l’atto partorito la scorsa settimana intende promuovere un’alleanza tra comuni (questa volta Comune di Pisa e comuni “contro” della piana fiorentina, con l’immancabile sindaco di Sesto Fiorentino che ha subito allargato le braccia) per un’azione sinergica in Regione e a Roma per impedire che sia realizzata la nuova pista di Firenze e per promuovere una diversa pianificazione della piana fiorentina (!) e un diverso assetto del “Vespucci” senza nuova pista (!!). Alleanza che peraltro di fatto è in piedi da tempo, con la partecipazione di forze politiche e soggetti vari di Pisa alle battaglie anti aeroporto di Firenze inscenate nella piana, compresi i ricorsi al TAR e la presenza ad ogni evento “contro” (anche con gli stendardi della città di Pisa esposti più volte di fronte al “Vespucci”).

Ma al di là dei toni folcloristici, tra localismi e peggiori campanilismi, ci sono aspetti più concreti e meno pittoreschi annessi a simili atteggiamenti istituzionali. Il primo e più pesante, in ottica toscana, è l’annientamento della logica di sistema da parte di quello che dovrebbe essere uno dei due perni strategici del sistema aeroportuale toscano, per l’incapacità (o non volontà) di capire che un sistema aeroportuale si forma (e funziona) solo se ci sono (e funzionano) gli aeroporti che lo devono comporre e che è semplicemente fuori dal mondo pensare ancora oggi che una regione importante come la Toscana possa funzionare con un unico scalo aereo (peraltro decentrato sulla costa e a prevalente ruolo militare) e senza un aeroporto minimamente adeguato (con pista normalmente funzionante) a servizio del capoluogo regionale e della sua area metropolitana.

Così come c’è evidentemente ancora chi fa finta di non capire quanto la naturale conseguenza di questa guerra unilaterale interna alla Toscana, oggi come nel secolo scorso, continui ad essere la migliore promozione dello scalo di Bologna a struttura sempre più strategica per l’Italia centrale e il miglior modo per marginalizzare prima di tutto proprio l’aeroporto di Pisa, che avrebbe invece tutto da guadagnare nel fare davvero sistema con Firenze, come delineato in ogni atto pianificato da almeno una decina di anni. Sentire ancora oggi ributtare per aria tutto questo con propositi come quelli risuonati nel consiglio comunale di Pisa ad opera di tutti i partiti presenti è davvero deprimente, soprattutto per il livello raggiunto dalla politica (per chi volesse farsi del male la registrazione della seduta del 3 dicembre è ascoltabile sul sito del Comune di Pisa).

In merito all’oggetto della mozione approvata, ossia l’impegno per impedire la costruzione della nuova pista di Firenze, oltre all’assurdità di per sé, l’aspetto più grave è la costruzione di un atto istituzionale sulla totale mancanza di conoscenza del progetto e della situazione del “Vespucci” e sulla falsità che dipinge la nuova pista come opera bocciata e quindi morta e sepolta sotto i colpi delle sentenze di TAR e Consiglio di Stato: la solita visione fuori dalla realtà che continua ad essere reiterata dai “contro” (per la serie “se la suonano e se la cantano”) e che nel consesso pisano è stata ripresa come verità cui tutti hanno dato credito, a fronte di una realtà vera che ovviamente è tutt’altra e che davvero non si sa più come ripetere: quella di un progetto nuova pista 12/30 tecnicamente e ambientalmente assolutamente valido che nessuna sentenza ha bocciato, ma che è stato inopinatamente bloccato nell’iter a colpi di cavilli e azzeccagarbugli (peraltro anche col contribuito dello stesso consigliere pisano promotore della mozione anti-pista che aveva partecipato col suo gruppo politico ai ricorsi al TAR contro Firenze).

Il credito dato dal consiglio comunale di Pisa all’interpretazione distorta della realtà risulta poi ancora più fuori luogo considerando che pochi minuti prima della votazione dell’atto il presidente di Corporation America Italia, principale azionista di Toscana Aeroporti, invitato a parlare della situazione aeroportuale toscana nello stesso consiglio, aveva chiarito e ribadito con forza proprio la situazione, la validità e la strategicità del progetto nuova pista di Firenze, ma ovviamente non è servito a nulla. Così come a nulla è servita, per rasserenare animi e propositi bellicosi, anche l’informativa data al consiglio comunale di Pisa (a Firenze non se ne sapeva nulla) che una quota (16 milioni di euro) dei finanziamenti pubblici previsti da Roma per la nuova pista di Firenze sono stati dirottati su opere a breve temine da realizzare proprio all’aeroporto di Pisa, con procedure particolari in definizione per consentire tale operazione su uno scalo che per norme europee oggi non potrebbe avere finanziamenti pubblici, per il livello di traffico raggiunto (superiore ai cinque milioni di passeggeri annui).

Infine (ma non ultimo per peso) c’è l’aspetto quantomeno discutibile nell’aver prodotto un atto istituzionale come la mozione anti-pista di Firenze, pur nell’ovvia libertà di un consiglio comunale di produrre ciò che crede: la mossa di un soggetto (Comune di Pisa) che spara bordate contro una società (Toscana Aeroporti) di cui è azionista, pur con piccola quota, impegnandosi a minarne con azione politica le principali strategie di gestione e sviluppo. Per questo non c’è certo da meravigliarsi che ci sia stata la sacrosanta dura reazione del principale azionista di Toscana Aeroporti, anche a difesa di tutti gli altri azionisti, grandi e piccoli, pubblici e privati, che forse preferirebbero vedere impegni comuni per supportare tutto il sistema che sono chiamati a gestire piuttosto che azioni mirate a colpire prospettive e futuro della società.

Tutte queste considerazioni naturalmente non interessano in alcun modo chi resta ancorato alle logiche, alle polemiche, alle guerriglie del secolo scorso, ma per quel che possa valere le facciamo lo stesso, per invitare a riflettere chi magari (probabilmente) a breve sarà chiamato a discutere e votare in altri consessi istituzionali, in Regione, nell’area fiorentina o a Roma, iniziative simili a quella prodotta a Pisa la scorsa settimana.

Lo facciamo ribadendo anche quella che invece è sempre stata la nostra posizione, che è quella di chi è costruttivamente “per” e mai ossessivamente “contro”. Anche di fronte a tutto quello che si è appena risentito rivolgere contro Firenze dal consiglio comunale pisano ribadiamo – come abbiamo fatto ormai per un quarto di secolo – che la Toscana ha bisogno di entrambi gli aeroporti di Firenze e Pisa, entrambi da adeguare con i masterplan previsti: serve la nuova pista 12/30 di Firenze per far funzionare normalmente il “Vespucci”; serve il nuovo terminal del “Galilei” per gestire adeguatamente la crescita di passeggeri che torneranno quando il traffico sarà ripreso; servono tutte le altre opere connesse, comprese quelle per l’accessibilità (soprattutto su ferro) di entrambi gli scali dai rispettivi primari bacini di riferimento (e serve, va ribadito anche questo in ottica regionale, il miglioramento strutturale previsto per lo scalo dell’Isola d’Elba).

In vari commenti pre e post elettorali si evidenziava come la gestione della questione aeroportuale, nella fase di stallo in cui è stata riportata e con tutto quello che si sentiva esternare, sarebbe stata esemplare per misurare il grado di serietà e buon senso delle forze politiche in campo: con la votazione “contro” del consiglio comunale pisano la politica toscana, pur a livello localistico, ha dato una delle sue peggiori rappresentazioni bipartisan. Adesso vediamo quale politica a livello regionale (e nazionale) continuerà a perdersi in una simile direzione distruttiva e autolesionistica e quale ne prenderà le distanze, lavorando “per” (e non “contro”) la Toscana. Gli schieramenti bipartisan in tema di aeroporti ci sono da sempre in tutte le altre regioni (li raccontiamo spesso anche su questo blog), ma per sostenere (non per boicottare) infrastrutture strategiche quali sono considerati ovunque gli aeroporti.

 

3 Responses to Politica persa tra Pisa e la piana

  1. Mirco ha detto:

    Abito da un po’ di anni a Londra, i miei familiari abitano a Sesto Fiorentino e ho sempre volato su Pisa per tornare a casa. Mi sembra che la sponda Pisana abbia esagerato. Il mercato lo fanno i passeggeri, decidendo dove atterrare oppure i politici?? Dall’ inizio del 2020 ho deciso di atterrare solo su Firenze, anche pagando un po’ di più. Ero d’accordo con Pisa voli lowcost e Firenze voli di linea con gli hub Europei…spero che Toscana Aeroporti punti solo sulla città più richiesta ovvero Firenze.

  2. Salvatore ha detto:

    Admin, in sostanza tutto questo ambaradan a cosa può portare? A niente o a una nuova bocciatura per lo scalo fiorentino? In sostanza la vedremo la pista? Io non lo so, ho già 63 anni, non sono vecchio, ma nella vita non si può dire niente. È da quando avevo 10 anni che mi sta a cuore la vicenda di Peretola perché gli aerei mi affascinano molto. Tornando al discorso di prima, io non lo so, ma ci spero molto di vederla la nuova pista forse nel 2029? Ma il Signor Giani cosa dice in merito? Non era un fautore della nuova pista? Per me la sinistra, e ci metto dentro anche Renzi e Nardella, è un gran rimescolone di bei proclami in favore del Vespucci ma di concreto niente e il tempo passa, però la colpa è del centrodestra con la candidatura della Ceccardi. Se ci fosse stato Marcheschi forse ci sarebbe stata un’altra storia. Auguri Admin e incrociamo le dita

    • admin ha detto:

      Un atteggiamento assurdo contro l’aeroporto di Firenze (e contro il sistema aeroportuale toscano), come quello assunto di nuovo apertamente dalle istituzioni di Pisa, in un paese normale non dovrebbe portare a nulla, nel senso che tutte le altre istituzioni toscane (ma anche di Governo nazionale) dovrebbero prendere nettamente le distanze in modo bipartisan da simili propositi autodistruttivi facendo l’unica cosa che c’è da fare: impegnarsi concretamente (non solo con dichiarazioni d’intenti) per avviare l’adeguamento delle infrastrutture aeroportuali toscane come previsto nei masterplan di Firenze e Pisa, prima di tutto semplificando e accelerando qualunque ulteriore iter che si pari davanti verso l’avvio dei cantieri. Questa sarebbe l’unica vera risposta sensata alle polemiche folli rialimentate da Pisa. Stiamo a vedere se dalla Regione e dal Governo arrivano segnali di vita concreti. Intanto, ricambiamo gli auguri.

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