L’emergenza Covid-19 e la conseguente crisi economica che purtroppo ci accompagnerà per molto tempo è stata presa al volo da “gufi”, guastatori di professione, “comitati contro” e sostenitori della decrescita felice per scagliarsi contro investimenti e progetti nel settore delle infrastrutture. Questi “gufi” vaneggiano di un settore del trasporto aereo ridimensionato per sempre, di fine di un’epoca, della scomparsa dei voli a costi contentuti per tutti e, quindi, vaneggiano di nuovo, è inutile impegnarsi in progetti per opere che non servono più.
Si tratta di una visione completamente errata, che non ha alcun fondamento e che non tiene conto della realtà delle cose e delle esperienze già vissute con altre crisi mondiali, come l’11 settembre, altre pandemie, crack finanziari e così via. La realtà, come concordamente riportano tutti gli attori del settore, gli operatori, le associazioni e le organizzazioni internazionali (fino all’ICAO, organismo dell’ONU), è che passata la crisi della pandemia il trasporto aereo ricomincerà a crescere come e più di prima. Così è sempre stato e così sarà in futuro.
La crisi determintata dal Covid-19 non ha precedenti per la sua portata, la IATA (International Air Transport Association), che rappresenta 290 compagnie aeree di tutto il mondo, calcola che nell’intero 2020 i vettori aerei perderanno 314 miliardi di dollari di fatturato, che i passeggeri caleranno del 48% e che 25 milioni di posti di lavoro del comparto sono a rischio (5,6 in Europa). Per l’Italia la stima evidenzia 83 milioni di passeggeri in meno, 10,4 miliardi di euro di fatturato in meno e 483.000 posti di lavoro a rischio.
Uno scenario drammatico. Ma la stessa IATA (insieme alle altre organizzazioni) prevede che il business del trasporto aereo tornerà ai livelli precedenti alla pandemia nel 2023. Il recupero sarà più veloce per i mercati nazionali, i primi ad essere liberati dalle limitazioni ai movimenti, che potranno tornare alla normalità già nella parte finale del 2021. Per i voli internazionali e intercontinentali, dove le limitazioni dureranno più a lungo, la completa ripresa è prevista tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024.
Una volta tornati alla normalità il traffico aereo tornerà a crescere ai normali ritmi pre crisi ed anzi qualcuno prevede anche un “effetto rimbalzo”, con una domanda anche superiore ai previsti ritmi di crescita, determinato da chi dopo mesi e mesi di limitazioni tornerà a recuperare viaggi di lavoro non fatti e rimandati, vacanze rinviate a tempi migliori e così via. Alla luce di tutto questo è evidentemente una stupidaggine pensare di rallentare (o peggio cancellare) gli investimenti e i progetti previsti per il settore. Tanto più che, visti i lunghissimi tempi burocratici e gli infiniti intoppi degli iter autorizzativi, di qualsiasi opera si sia stia parlando, questa arriverà alla realizzazione quando la crisi sarà finita, il Covid sarà un ricordo e la gente sarà tornata a volare come e più di prima. E in questo la nuova pista dell’aeroporto di Firenze è un esempio lampante!
Nuova pista subito per essere all’altezza quando ci sarà la ripresa a pieno regime…
No stadio a Campi, bloccherebbe la pista, sì a nuova pista di Peretola. Per lo stadio riqualificazione del Franchi oppure altre sedi com Bagno a Ripoli, vicino al nuovo centro sportivo. Volevo sapere se Admin è concorde con me. Grazie mille
Sicuramente va accantonata subito (non dovrebbe neanche partire) ogni soluzione per lo stadio che possa comportare problemi per l’aeroporto e la nuova pista 12/30 che può e deve essere realizzata solo come è stata progettata e approvata. Quindi anche l’ipotesi stadio a Campi è da accantonare se – come è stato ribadito anche in questi giorni – crea tali problemi. Per lo stadio sarebbe preferibile una soluzione che valorizzi la storica cittadella dello sport al Campo di Marte, col Franchi e il resto. Per una soluzione nuovo stadio sono state fatte varie ipotesi e per esprimersi servirebbe studiarle nel merito. Comunque la zona più adatta nota da tanti anni sarebbe la porzione nord dell’area di Castello, a ridosso della ferrovia, della stazione di Castello e dell’asse stradale Mezzana-Perfetti Ricasoli, area utilizzabile se non ci fossero i vincoli aeroportuali della pista attuale, ossia se fosse realizzata la nuova pista che libererebbe da vincoli quella porzione di territorio.