4/4/2020 – La notizia di questi giorni dell’avvio da parte della Regione Toscana dell’iter per rifare la parte della variante al PIT del 2014 relativa all’aeroporto (la parte fermata dal TAR nel 2016) ha ridestato inevitabilmente gran parte dei soliti incommentabili “soggetti contro”, dal sindaco di Sesto Fiorentino a esponenti a sinistra del centro-sinistra, dai 5 Stelle agli oppositori territoriali e campanilistici del PD, agli immancabili comitati della piana e di Pisa, che ritenevano (solo loro) che fosse stata messa una pietra sopra ad un progetto di nuova pista che nella sua validità nessuna sentenza ha mai messo in discussione (né TAR 2016 e 2018, né Consiglio di Stato 2020), come è stato ripetuto infinite volte. Una reazione che ovviamente non sorprende, vista l’ossessione che hanno per qualunque cosa riguardi lo scalo dell’area fiorentina e che non meriterebbe considerazione, ma alcune espressioni di sconcerto esternate risultano davvero sconcertanti.

Sconcerta lo sconcerto di chi si sconcerta per la ripresa di un iter del masterplan, dato che la stessa sentenza del Consiglio di Stato, al di là di tutta la sua narrativa, si concludeva indicando la necessità di rinnovare il procedimento. Quindi di cosa ci si sconcerta se ciò viene fatto? Certo, magari si può sconcertare chi, troppo impegnato a festeggiare le sentenze, poi si è dimenticato di leggerle.

Sconcerta lo sconcerto per il fatto che in Regione abbiano pensato a un tema come l’aeroporto nel momento che stiamo vivendo, dato che la macchina amministrativa regionale – giustamente – sta comunque andando avanti per come possibile su tante tematiche, al di là dell’impegno messo nel fronteggiare l’emergenza in corso (come dovrebbe sapere chi sta dentro le istituzioni). Quindi è assolutamente lecito far ripartire il percorso verso un progetto tanto strategico qual è l’aeroporto, inopinatamente fermato da assurdi giochi politico-burocratici.

Sconcerta lo sconcerto espresso per lo spreco di soldi e risorse che deriverebbe dal rifacimento delle procedure per il masterplan, quando proprio chi ora si scandalizza di ciò è tra i responsabili degli inutili sprechi di risorse e di tempo (di tutte le macchine amministrative coinvolte, in Toscana e a Roma) già consumati e che purtroppo ci saranno ancora a lungo per star dietro alla lotta continua imbastita per intralciare lo scalo fiorentino (tra ricorsi e procedure cervellotiche) e per rifare passaggi già fatti. Senza considerare lo spreco assurdo di soldi (anche pubblici) rappresentato dal lievitare dei costi delle opere provocato da chi lavora tanto per ostacolare iter e per il gusto di ritardare di anni le fasi realizzative.

Non sconcerta proprio, invece, la conferma del reale senso delle opposizioni all’aeroporto dell’area fiorentina che arriva dalle esternazioni di questi giorni quando si lanciano nuove grida di battaglia contro qualunque procedura venga rifatta. Ossia si conferma (per chi ne avesse ancora bisogno) come la lotta ai progetti del “Vespucci” resti una lotta a prescindere da qualunque procedura (comunque fatta) e da qualunque contenuto (di studi e progetti), in nome di battaglie ideologiche, campanilistiche, politiche e da orticelli vari. Quindi non c’è da meravigliarsi che vengano già annunciati nuovi ricorsi “contro” a prescindere da qualunque cosa venga riproposto.

Messi però da parte gli sconcerti, ci sono reali elementi di preoccupazione per l’atto riavviato dalla Regione. Se infatti il dover rifare parte delle procedure, per quanto assurdo, era ormai di fatto scontato, il documento approvato dalla Giunta regionale lo scorso 23 marzo (“Variante al Piano di indirizzo territoriale (PIT) per la qualificazione dell’aeroporto di Firenze – Informativa preliminare al Consiglio Regionale”) prefigura lo scenario post-sentenze peggiore, ossia una ripartenza sostanzialmente da zero (il ritorno alla casella di partenza del classico gioco dell’oca).

In sostanza si conferma un ritorno non a una fase della VIA sul masterplan o al suo inizio (2015), ma all’inizio delle procedure politico-urbanistiche regionali che l’avevano preceduta con la variante al PIT su parco e aeroporto (finite nel 2014) e ancor prima ai processi di partecipazione che si erano tenuti precedentemente (dal 2009-2010). Il tutto, va ribadito sempre, per rifare cose già abbondantemente fatte, su questioni sulle quali non ci può essere davvero più nulla da studiare e valutare, e per riaprire dibattiti già avvenuti fino allo sfinimento in anni di percorsi partecipativi, confronti pubblici, audizioni senza fine proprio su “parco e aeroporto” nella definizione della precedente variante al PIT.

E in questo scenario che al momento si prospetta, è prevedibile che per almeno altri due anni (2020-2021 se fossero rispettati i tempi indicati per ripercorrere il processo prospettato fino all’approvazione del nuovo pezzo di variante al PIT) saremo costretti a sopportare nuovamente disquisizioni sul se, come, quando, dove e perché l’area fiorentina possa mai avere bisogno di un aeroporto, condito magari (perché no?) da qualche richiesta di “nuovi” studi su diverse ipotesi di pista per il Vespucci o altre fantasie progettuali (!!).

Non sappiamo se ci fosse (possa esserci) un modo per risparmiarci una cosa del genere al punto in cui è stata riportata la vicenda, se sia proprio inevitabile il fardello procedurale politico-urbanistico “ante VIA” che l’iter del masterplan del “Vespucci” si porta dietro fin dall’inizio (come nessun altro masterplan aeroportuale italiano ha mai avuto). Sta di fatto però che in Toscana, per la questione aeroportuale, si prospetta un percorso esattamente contrario a quello che si sta preparando nel resto d’Italia, dove tutti concordano sulla necessità di atti e strumenti (anche speciali) che consentano l’azione di rilancio del paese con il rapido avvio delle infrastrutture utili e necessarie.

Tutto questo mentre intanto, altrove, proseguono comunque le attuazioni dei progetti aeroportuali previsti nei masterplan approvati prima e dopo quello del “Vespucci” (per ora, salvo Salerno, non attaccati da contestazioni “alla fiorentina”), mentre a Olbia hanno concluso in questi giorni l’allungamento della pista a 2.740 metri, a Foggia proseguono i lavori di allungamento a 2.000 metri della pista avviati lo scorso dicembre, a Pescara è tutto pronto per far partire l’allungamento della pista a 2.707 metri, ecc. ecc.

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