16/2/2020. I sei sindaci di Calenzano, Campi Bisenzio, Carmignano, Poggio a Caiano, Prato e Sesto Fiorentino, responsabili dei ricorsi al TAR e conseguente (inconcepibile) sentenza di stop alla procedura del mastetrplan dell’aeroporto di Firenze, hanno di nuovo inscenato a Prato il deprimente spettacolo della festa per la conferma della sentenza (ancora più inconcepibile) arrivata dal Consiglio di Stato. Hanno festeggiato prima di tutto sbagliando brindisi, perché nessuna sentenza (né TAR né Consiglio di Stato) ha bocciato il progetto della nuova pista e le opere del masterplan ma, come noto (evidentemente non a loro), sono stati contestati alcuni passaggi fatti dai ministeri nella procedura di VIA, che adesso dovrà essere in qualche modo rifatta per riprendere l’iter verso la costruzione della nuova pista.
Ma vediamo, di fatto, per cosa i sindaci hanno festeggiato.
I sei sindaci hanno festeggiato per esser riusciti a ritardare ulteriormente un’opera essenziale per lo sviluppo economico e il benessere di tutta la regione e indispensabile per colmare il divario aeroportuale rispetto a ogni altra regione italiana ed europea che la Toscana si porta dietro da decenni.
I sei sindaci hanno festeggiato per esser riusciti a fermare la costruzione in corso del sistema aeroportuale toscano che dopo decenni di polemiche aveva trovato il proprio assetto e che ovviamente non può esistere se non ci sono le infrastrutture che devono comporlo.
I sei sindaci hanno festeggiato perché con il blocco del masterplan aeroportuale riescono a mantenere la Toscana centrale (compresi i propri territori) con un aeroporto limitato e penalizzato, ossia con un’infrastruttura pubblica che, per ora, manterrà tutti i noti disagi per cittadini, passeggeri, operatori, ecc. e con una situazione trasportistica dell’area della piana che allontana aziende e investitori.
I sei sindaci hanno festeggiato per essere riusciti a compromettere l’assunzione di migliaia di persone legate all’attività dell’aeroporto (ogni milione di passeggeri crea circa mille posti di lavoro) e a tutto l’indotto sul territorio e nella regione.
I sei sindaci hanno festeggiato perché bloccando il masterplan aeroportuale impediscono tutti i miglioramenti ambientali che la nuova pista porterebbe con sé per il territorio e i cittadini (riduzione di oltre il 90% delle persone impattate da rumore, eliminazione delle quote di inquinamento aggiuntivo causato dalle criticità della pista attuale, dai dirottamenti, dalle attese degli aerei in volo e a terra, dallo spostamento di migliaia di passeggeri con i pullman per centinaia di chilometri, adozione di modalità di volo ambientalmente meno impattanti, introduzione di aerei più moderni ed ecologici, ecc.).
I sei sindaci hanno festeggiato perché i cittadini di Peretola, Quaracchi e Brozzi potranno tenersi chissà ancora per quanto la quasi totalità dei voli più impattanti, a bassa quota, sui tetti delle case (invece di spostarli su aree libere e lontane da aree abitate).
I sei sindaci hanno festeggiato perché con il blocco del masterplan aeroportuale non si realizzano le tante opere ambientali previste, a cominciare da quelle per il parco della piana e per l’ampliamento e miglioramento delle aree naturali, grazie alla perdita dei relativi finanziamenti connessi alla realizzazione della nuova pista.
I sei sindaci hanno festeggiato perché con il blocco del masterplan aeroportuale (e dei relativi finanziamenti) si fermano altre opere infrastrutturali che erano inserite negli accordi sottoscritti, a cominciare dal famoso nuovo ponte sull’Arno a Signa.
I sei sindaci hanno festeggiato perché con il blocco del masterplan aeroportuale e la mancata definizione del nuovo assetto della pista salta di nuovo il puzzle urbanistico dell’area attorno allo scalo.
I sei sindaci hanno festeggiato perché con il blocco del masterplan aeroportuale si fermano le opere che erano previste per il riasetto del sistema delle acque e l’innalzamento della sicurezza idraulica della piana tra Firenze, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio e Signa, comprese quelle sulla carta da tempi infiniti e che ora, senza finanziamenti del masterplan, sulla carta potranno rimanere.
I sei sindaci hanno festeggiato perché bloccando il masterplan aeroportuale non ci sarà più la garanzia di inedificabilità delle porzioni di piana (e di parco) interessata dai nuovi vincoli aeroportuali.
I sei sindaci hanno festeggiato per aver disintegrato il senso di comunità e di area metropolitana decidendo in sei di bloccare un’opera strategica come l’aeroporto a servizio primario di 42 comuni della Città metropolitana, più 27 comuni delle aree di Prato e Pistoia, più le province di Arezzo e Siena parte del bacino principale dello scalo fiorentino.
E scendendo più nel particolare, ognuno dei sindaci ha ulteriori motivi di festeggiare.
Il sindaco di Sesto Fiorentino ha da festeggiare più di tutti, in quanto senza la nuova pista gli aerei possono continuare a sorvolare il centro abitato sestese e il territorio di Sesto non avrà più i due parchi attrezzati più grandi che erano previsti nell’ambito del masterplan.
Il sindaco di Prato ha da festeggiare per aver rinnovato la prodezza dei suoi “antichi” predecessori che una quarantina di anni fa contribuirono a bloccare il nuovo aeroporto di San Giorgio a Colonica e oggi, in concreto, il sindaco festeggia per aver bloccato un’opera come la nuova pista che non avrebbe alcun impatto sulla città di Prato e per essersi messo contro la maggioranza delle imprese e dei cittadini pratesi favorevoli al potenziamento dello scalo aereo perché semplicemente essenziale per il sistema economico anche e soprattutto di una realtà come quella pratese.
Il sindaco di Campi Bisenzio ha da festeggiare perché senza nuova pista tra i piedi potrà offrire più tranquillamente il territorio che era (dovrebbe essere) agricolo e a parco di via Allende per lo stadio e tutte le edificazioni annesse e connesse.
I sindaci di Calenzano, Carmignano e Poggio a Caiano hanno da festeggiare… non sappiamo cosa, dato che i loro territori nulla hanno a che fare con la realizzazione del masterplan, con gli effetti dei voli e con l’aeroporto in sé, se non per le ricadute positive che la presenza di uno scalo funzionale nella piana porterebbe ovviamente anche nei loro territori e che, bloccando il masterplan, per ora non avranno. Ma forse è proprio questo che anche loro festeggiano.
A questo punto una pista 09/27 è l’unica fattibile.
L’alternativa è l’avanzamento tecnologico che permetta il decollo in spazi minori di quelli necessari oggi.
L’opposizione alla nuova pista che ha generato la situazione folle in cui siamo di nuovo prescinde da orientamenti o soluzioni ma combatte, dal secolo scorso, l’idea stessa che l’area fiorentina possa avere un aeroporto funzionale e che nella piana debba starci una pista che possa condizionare con i suoi vincoli un “diverso” uso del territorio. Quindi il circo scatenato contro la pista prevista nel masterplan attuale verrebbe scatenato contro ogni soluzione.
Riguardo comunque l’ipotesi di pista 09/27, anch’essa è stata una delle tante soluzioni valutate e scartate nelle fasi di messa a punto del masterplan. In particolare la 09/27 è stata oggetto di uno specifico studio condotto da ENAC nel 2012 (richiesto della Regione Toscana) che ne ha evidenziato tutte le criticità che manterrebbe rispetto alla situazione attuale e gli aspetti specifici che la rendono non fattibile, dal punto di vista tecnico, operativo, ambientale, territoriale. Tra le altre cose, porterebbe il sedime dell’aeroporto a sovrapporsi fisicamente sull’area del Polo Universitario di Sesto Fiorentino e della Scuola Carabinieri di Castello, richiederebbe comunque lo spostamento del laghetto di Peretola e manterrebbe ostacoli di ogni tipo a ridosso delle testate e in asse pista. La nuova pista da fare, se e quando ci sarà la volontà vera di farla, resta la 12/30 inserita nel masterplan che resta assolutamente valido, anche perché né TAR né Consiglio di Stato lo hanno bocciato, colpendo invece secondo proprie interpretazioni alcuni aspetti delle procedure fatte dai ministeri nell’iter della VIA.
Chi ha scritto questo articolo non ha letto nemmeno una pagina della sentenza del consiglio di stato. Apparte gli svariati reati contestati nel progetto (Violazione di legge: violazione direttiva n. 2011/92/UE del 13.12.2011 come modificata dalla Direttiva 2014/52/UE del 16.4.2016; violazione d.lgs. 3.4.2006 n. 152. Violazione principio di azione preventiva e di precauzione in materia ambientale. Eccesso di potere per insufficiente, contraddittoria motivazione. Eccesso di potere per carenza e contraddittorietà dell’istruttoria. Violazione DM 24.12.2015 “Indirizzi metodologici per la predisposizione dei quadri prescrittivi nei provvedimenti di valutazione ambientale di competenza statale”) ci sono un infinità di carenze progettuali e anche qui riporto alcune righe della sentenza che recitano cosi: “l’irragionevolezza di un giudizio positivo espresso nonostante l’individuazione di gravi carenze progettuali e/o dello studio di impatto ambientale.” Adesso chi dice che la via è da rifare e che il progetto non è stato bocciato vive in un mondo che non esiste fatto di arroganza. Meno male che alla fine ci sono i giudici che riportano questi politicanti da quattro soldi sulla terra. Svegliatevi, il progetto dell’aeroporto cosi come è stato concepito è irrealizzabile….per fortuna aggiungerei.
Chi scrive commenti come questo non ha letto nemmeno una riga delle centinaia di documenti su ogni aspetto coinvolto prodotti per il masterplan e per i quattro anni di procedure di VIA e Conferenza dei Servizi, che alla fine del percorso avevano portato all’approvazione del progetto da parte di tutti gli enti competenti e di decine di soggetti coinvolti nazionali, regionali e locali. Progetto che ha benefici generali prevalenti ed evidenti per i territori e i cittadini della piana e della regione che ognuno è libero, per propria opinione, di contestare e non volere, ma che sono palesi e innegabili nella realtà. Riguardo le sentenze (sia quelle del TAR, sia del Consiglio di Stato), proprio leggendole (davvero) si può avere conferma che non riguardano in alcun modo la validità del progetto nuova pista e masterplan in sé, ma interpretazioni di modalità e tempistiche di passaggi procedurali. E solo conoscendo le dinamiche evolutive del sistema aeroportuale italiano e le usuali metodologie delle procedure VIA sui masterplan aeroportuali ci si può rendere conto di come le interpretazioni date al caso Firenze se applicate a tutti bloccherebbero gli iter di qualunque aeroporto italiano.
Allora si abbia il coraggio di dire e senza tanti giri di parole che la legge non è uguale per tutti.
Che la giustizia qualche volta possa produrre atti che lasciano un po’ perplessi non è una novità, anche per vicende più importanti di un progetto aeroportuale. Ma stando al tema, il fatto è che per nessun altro aeroporto italiano un masterplan è stato mai sottoposto a un trattamento di ricorsi e sentenze come avvenuto per il caso di Firenze, quindi mai sono stati posti a giudizio e contestazione iter che finora sono stati usuali (come hanno cercato di spiegare, tra gli altri, gli enti nazionali responsabili di tali procedure, ossia i due ministeri interessati ed ENAC).
Si tratta infatti di accanimento contro, direi, Firenze ed il suo legittimo e sostenibile sviluppo: la vicenda aeroporto non è sola; vogliamo parlare di Stazione AV, Stadio, Termovalorizzatore, svincoli autostradali, ecc. ???
Sono solo dei padroncini del proprio pollaio, che, ahimè, non vedono oltre la rete dello stesso.
Che vergogna , questi Sindaci. Provo un dolore immenso per come e’ ridotta Firenze e la Toscana , ostaggio di sei (6) sindaci ………..!!!!!!
Admin, ora a cosa andiamo incontro? A un declassamento dello scalo, ad un abbandono di Corporacion America, di restare così con questa vecchia pista per altri decenni? Oppure ad un nuovo iter per la VIA? Io mi auguro la quarta opportunità. Grazie.
Vedremo come intenderà andare avanti Toscana Aeroporti. Il progetto della nuova pista resta assolutamente valido e l’unico da fare per avere nell’area fiorentina un aeroporto valido e con minore impatto ambientale. Di certo però per ora e per gli anni necessari a rifare le procedure (non il progetto) lo scalo dovrà continuare a funzionare nelle attuali condizioni di criticità “grazie” a chi ha voluto lo stop al masterplan.