6/3/2019 – «L’ampliamento dell’aeroporto di Foggia “Gino Lisa” sarà presto realtà. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dà infatti il nullaosta per assicurare ai pugliesi un altro importantissimo scalo aeroportuale, all’altezza della grandezza della regione». Con queste parole (riportate ieri da foggiatoday.it) il ministro Danilo Toninelli ha salutato il provvedimento preso lo scorso lunedì in supporto al progetto per l’aeroporto del foggiano ed al relativo investimento per il potenziamento della pista.
L’aeroporto “Gino Lisa” di Foggia (3 km dal centro cittadino) ha attualmente una pista di 1.438 metri, è il quarto scalo del sistema aeroportuale pugliese (dopo Bari, Brindisi e Taranto, rispettivamente con piste di 2.800, 3.000 e 3.200 metri), ha avuto finora traffico molto scarso, con un crollo negli ultimi anni (597 movimenti per 522 passeggeri nel 2018), con vari tentativi in passato di voli regionali nazionali durati sempre per brevi periodi (nel 1999 fu operato anche un volo con Firenze della Federico II Airways, vettore creato dagli enti locali). L’unico servizio regolare presente, da molti anni, è il servizio elicotteristico per le isole Tremiti, operato da Alidaunia in regime di continuità territoriale. L’aeroporto di Foggia non è inserito nel Piano Nazionale Aeroporti in vigore, quindi non è riconosciuto quale scalo di interesse nazionale (ci rientrano invece gli altri tre scali della Puglia), mentre è tra gli aeroporti italiani inseriti nella rete europea TEN-T (nel secondo gruppo dei “comprehensive airport”).
Lo scalo ha già avuto in passato interventi di potenziamento delle infrastrutture, in particolare tra il 2000 e il 2015 con un investimento pubblico di circa 30 milioni di euro per aerostazione, piazzale, raccordi, torre di controllo e parcheggi, ma è sempre rimasta aperta la questione della pista troppo corta, adeguata per i piccoli turboelica ma non per i jet impiegati da gran parte dei vettori. Il relativo progetto di allungamento, in discussione per moltissimi anni, è stato quindi oggetto recentemente di procedura VIA (conclusa nel 2015) e Conferenza dei Servizi (chiusa nel 2018) quale opera di interesse regionale, per un investimento previsto di circa 14 milioni.
È previsto un prolungamento dell’infrastrattura di volo a circa 2.000 metri, con l’obiettivo di far operare senza troppi problemi i velivoli più piccoli delle famiglie Airbus (A319) e Boeing (737 nelle versioni minori). Previsti anche altri interventi su strutture e impianti dello scalo, con espropri per circa 20 ettari e l’espansione del sedime aeroportuale da 211 a 227 ettari, con lo spostamento di viabilità comunali. Il proposito alla base del progetto è riuscire ad attirare (o incentivare) voli charter e low cost (con prospettiva di arrivare a 110.000 passeggeri al 2024 e con ipotesi di sviluppo massimo futuro a 7.000 movimenti e 300.000 passeggeri), offrendo lo scalo foggiano come struttura di riferimento, oltre che per la città e la “Capitanata”, per le località turistiche del Gargano, le Tremiti e luoghi attrattivi come San Giovanni Rotondo, in alternativa all’uso dello scalo di Bari o scali fuori regione.
L’atto ministeriale, lo scorso lunedì, è stato un provvedimento che istituisce per lo scalo di Foggia un SIEG (Servizio di Interesse Economico Generale), riconoscimento previsto dalle norme europee per designare “attività commerciali che assolvono missioni d’interesse generale e sono soggetti a obblighi di servizio pubblico”, ritenuto necessario per giustificare la concessione di altri finanziamenti pubblici all’aeroporto foggiano.
Un provvedimento evidentemente attuato in quanto un progetto come quello di Foggia sarebbe proprio un caso di sviluppo aeroportuale che la norma europea sugli aiuti di Stato tenderebbe a impedire, in quanto riguardante una struttura che non risponde di fatto ad una grande domanda di traffico e che si prevede poi di alimentare generando voli con incentivi ai vettori. Situazione da “risolvere” quindi con il riconoscimento di una situazione particolare comunque da supportare, come servizio per una realtà disagiata e di difficile accessibilità.
Astenendoci da commenti sul progetto in sé e sull’ulteriore sviluppo per il sistema aeroportuale della Puglia a quattro scali commerciali, sostenuto da autorità locali, regionali e Governo, proponiamo anche questo esempio che arriva dalla “Capitanata” in ottica comparativa con gli atteggiamenti tenuti da vari ambiti governativi e dintorni verso un progetto come quello del “Vespucci” di Firenze e il sistema aeroportuale toscano a due scali. Sperando, come già auspicato in occasione di altri esempi, di non dover ascoltare mai più sparate assurde contro la nuova pista di Firenze.
La Puglia ha tre aeroporti importati e il Signor Ministro Tondelli vuole aiutare un piccolo aeroporto, sarebbe il quarto della Puglia, fuori dal sistema aeroportuale italiano, con massimo 300.000 passeggeri l’anno, contro i 2.400.000 del Vespucci di Firenze, dandogli perfino i soldi pubblici, negati a Firenze. Ditemi se questo ministro non vada interdetto come tutto il M5S. Speriamo che la questione TAV faccia cascare questo governo che blocca le grandi opere del nostro paese che forniscono migliaia di posti di lavoro. Solamente lo sviluppo dello scalo fiorentino porta tra diretti e indiretti circa 10.000 posti di lavoro. Comunque speriamo che i lavori del Vespucci inizino il più presto possibile.
Sono completamente d’accordo, povera Italia.
Non che io sia un simpatizzante del M5S (anzi, al contrario), ma non dimentichiamoci da quale compagine politica sono confluiti gli elettori del M5S.
Sono confluiti da quella stessa compagine politica che ha impedito lo sviluppo dell’aeroporto di Firenze per 45 anni, da quando si pensò a San Giorgio a Colonica.
Ce lo ricordiamo quale compagine politica ha dominato il panorama politico toscano negli ultimi 45 anni e che ha impedito la costruzione del nuovo aeroporto a San Giorgio a Colonica allora e ha tentennato pure negli anni successivi?
Se la Toscana si trova in questa situazione di sottosviluppo lo si deve agli elettori toscani stessi non ai pugliesi.
Ci pare che nessuno abbia imputato qualcosa ai pugliesi per la situazione aeroportuale della Toscana!
In Puglia, ovviamente, fanno benissimo a sviluppare il proprio sistema aeroportuale come credono (così come nelle altre regioni).
E tutti sono consapevoli di quali siano le responsabilità storiche per la situazione aeroportuale toscana rimasta irrisolta fino ad oggi, imputabili a chi ha governato la regione per decenni ostacolando ogni progetto per lo scalo dell’area fiorentina. Oggi però (da una decina di anni a questa parte) le cose sono maturate e cambiate e si è arrivati a un progetto quasi in attuazione (qui condiviso da quasi tutti) per dare finalmente una pista adeguata all’aeroporto di Firenze e quindi un sistema aeroportuale efficiente a una regione come la Toscana.
Ciò che si rimarca citando altri esempi a giro per il paese è quanto sia bizzarro che un ministro delle infrastrutture (Toninelli), una parte dell’attuale Governo e una forza politica (M5S) supportino senza se e senza ma altri progetti, come quelli per gli aeroporti di Foggia o Salerno (ma anche Crotone, Reggio Calabria, Olbia, ecc.), in regioni che arrivano ad avere anche tre o quattro scali, e allo stesso tempo pongano dubbi e ostacoli verso il progetto fiorentino, cioè verso l’aeroporto di una delle aree dove è più giustificata l’esistenza di uno scalo aereo, in quanto una delle aree che genera la maggiore domanda reale di voli a livello nazionale ed europeo. Domanda rimasta finora in larga parte inevasa per mancanza di capacità dell’infrastruttura aeroportuale e che, per la quota gestita, è soggetta alle pesanti criticità causate dalla pista esistente corta e penalizzata. Un aeroporto che, se dotato delle strutture necessarie, attrae da sé i vettori senza bisogno di incentivi ed un progetto, quello della nuova pista, che ha peraltro anche importanti effetti di risanamento ambientale per la riduzione netta dell’impatto dei voli sugli abitati.
In sostanza, va benissimo un supporto governativo a tutto il sistema aeroportuale nazionale, data l’entità della crescita della domanda di traffico aereo cui si dovrà far fronte e la strategicità del trasporto aereo per qualunque territorio, ma proprio per questo non si capisce come possano esserci resistenze e dubbi da parte di personaggi e forze al Governo e dintorni sulla necessità di dotare l’aeroporto di Firenze di una pista adeguata e la Toscana di un sistema almeno a due scali.
Se Toninelli dice certe cose su Peretola, in apparente contraddizione con altre cose che dice, non è perché quelle cose le pensa davvero Toninelli. Le dice perché c’è qualcuno della sua truppa, nel territorio, a livello locale, che gli suggerisce di dirle quelle cose.
Io non dicevo di pensare che voi accusavate i pugliesi, volevo semplicemente enfatizzare che questa situazione ridicola, peggio che da terzo mondo, che si protrae da decenni, è il frutto dell’operato dei toscani stessi, che forse oggi, ma solo oggi, sono confluiti nel M5S, ma non è frutto dell’operato del nuovo ministro Toninelli o del M5S, che 10 anni fa non esisteva neppure.
Sono i toscani, in particolare quelli delle 3 province dell’area della piana Fiorentina, ironicamente quelli che più beneficerebbero dalla presenza dell’aeroporto, che si sono tirati la zappa sui piedi.
Qualcuno dice, maliziosamente (ma a pensar male ci s’azzecca) che le diatribe interne al PD toscano su questa materia, erano per far dispetto ai Renziani. Mi ricorda la storia del marito, che per far dispetto alla moglie si tagliò alcune sue cose a lui care.
Su questa lettura siamo perfettamente d’accordo e lo abbiamo evidenziato più volte nei commenti: Toninelli e gli altri esponenti politici nazionali (ma anche vari personaggi toscani) che in questi mesi si sono espressi contro l’aeroporto di Firenze, dell’aeroporto di Firenze non sanno assolutamente nulla (lo dimostrano ogni volta che sparano dichiarazioni), anche perché non avevano mai avuto motivo di interessarsene.
Recitano copioni che gli sono stati scritti dai propri referenti toscani, in particolare oggi i 5 Stelle, che indubbiamente rilanciano argomentazioni assurde che sono state in passato per tanto tempo delle forze al governo della toscana (in certi ambiti ancora presenti) e rilanciate per campanilismo o interessi localistici anche da altri esponenti politici (come la Lega nei mesi scorsi). E sicuramente le resistenze residue in spezzoni del PD della piana sono state generate da lotte interne al partito. Proprio per questo spesso abbiamo usato l’espressione di “fuoco amico” per inquadrare certe posizioni autolesionistiche, di fatto contro se stessi e i propri territori e cittadini.
Detto questo però, Toninelli e altri personaggi governativi hanno gravissima responsabilità nel dare spago alle posizioni senza senso e alle falsità scritte in quei copioni da “comitati contro” invece di informarsi correttamente sulle questioni ed attenersi a documenti e atti istituzionali che hanno costruito l’assetto oggi previsto in Toscana ed attestato la validità tecnica, ambientale e urbanistica del progetto della nuova pista di Firenze, sia a livello statale sia regionale.
Come abbiamo scritto tante volte, dopo decenni di discussioni e polemiche inutili e ridicole, oggi in Toscana ci sarebbe semplicemente da lasciare procedere gli iter e i progetti in corso (i due masterplan di Firenze e Pisa), senza alcun bisogno di perdere tempo e risorse in ulteriori valutazioni o ripensamenti per reinventarsi problemi dove (finalmente) sono stati avviati a soluzione con il consenso di (quasi) tutti.