2/10/2018 – Nelle infinite repliche della farsa aeroportuale fiorentina e toscana mancava una parte recitata dalla Lega, finora mai coinvolta più di tanto nella vicenda, tra posizioni tendenzialmente favorevoli allo scalo dell’area fiorentina sempre espresse fin dalla sua comparsa dalle nostre parti nell’ambito del centro destra e posizioni critiche personali, localistiche e campanilistiche tra Pisa e la piana fiorentina come ci sono sempre state in ogni altra forza politica dall’estrema destra all’estrema sinistra.
Ora anche la Lega “toscana”, a quanto pare, con il suo documento contro il masterplan del “Vespucci” quasi in attuazione e contro la nuova pista di 2.400 metri (reso noto nei giorni scorsi dal Corriere Fiorentino), sceglie di salire sul palco da protagonista della farsa, scegliendo la parte peggiore: andando fuori pista, dando anch’essa letteralmente i numeri, sposando il peggio del peggio della questione e le bufale che hanno inquinato la vicenda da decenni e tutt’oggi proprie dei soliti ambienti anti-aeroporto, dalla piana fiorentina al pisano (soluzioni ferroviarie inesistenti, scali lontani improponibili, tagli di piste “politici”). In sostanza, mettendosi anch’essa contro gli interessi dei cittadini (in tutte le loro vesti), del sistema imprenditoriale, del turismo, della cultura, dell’occupazione dell’area metropolitana e della Toscana centrale (ma di fatto dell’intera regione).
Una posizione che significa anche partecipare alla riesumazione dei peggiori errori di politica infrastrutturale fatti in Toscana dagli anni ’70 del secolo scorso (un po’ per colpire Firenze, un po’ per favorire Bologna), sposando ideologie e propositi in tema aeroportuale che sono stati del PCI toscano e poi, per tanti anni, di gran parte delle espressioni politiche che ne sono scaturite (e se non fosse di per sé grave per la posta in gioco, una Lega che nel 2018 fa il PCI anni ’70 è un aspetto quasi divertente per la sua singolarità).
Commentando nei mesi scorsi le prese di posizione imbarazzanti e inascoltabili sulla questione aeroportuale fiorentina e toscana fatte fare al ministro delle Infrastrutture Toninelli con i copioni scritti dai pentastellati toscani, si auspicava che proprio la componente leghista dell’attuale compagine di Governo potesse correggere il tiro e salvaguardare buon senso e responsabilità istituzionale dalle derive anti-opere di “comitati contro”, estremismi e spinte varie. Si auspicava perché così stava accadendo (e accade) sostanzialmente in tutte le altre regioni dove, proprio conoscendo gli “umori” del Movimento 5 Stelle sulle infrastrutture, la componente Lega fin da subito si è mossa per chiarire la necessità dei progetti previsti, ovviamente ritenuti strategici e indispensabili per i propri territori.
La Lega toscana invece pare aver scelto una strada totalmente diversa da ogni altra realtà italiana e dalla sua natura e storia, per intralciare l’opera infrastrutturale toscana più importante, più necessaria e più giustificata (per la carenza di capacità rispetto alla domanda, esistente e prevista e per i benefici ambientali sui cittadini); sceglie di ignorare tutto quello che è accaduto finora, storicamente e negli ultimi anni (studi, valutazioni, progetti, iter, approvazioni, ecc.); sceglie di ignorare la realtà storica e attuale: perché serve la pista progettata al “Vespucci”, perché non ha alcun significato il proposito di “sola messa in sicurezza dell’attuale pista”, perché è improponibile la “soluzione ferroviaria” di Pisa. Sceglie anch’essa, in Toscana, di ignorare ogni validazione tecnica degli enti e soggetti responsabili dell’aviazione italiana, su cui si è ovviamente fondato il masterplan del “Vespucci” in iter, per far riscrivere la politica aeroportuale regionale (e il Piano Nazionale Aeroporti) dal palazzo comunale di Cascina o da altri personaggi che ignorano totalmente i termini della questione. Il che, nel suo surrealismo, fa pari con la volontà pentastellata di far dettare la linea ministeriale sull’aeroporto di Firenze e le regole dell’aviazione mondiale da circoli di “comitati contro” o di partito della piana fiorentina e anche con quanto già visto in anni passati, col consiglio comunale di Pisa impegnato a dettare le misure dell’eventuale nuova pista di Firenze (non oltre 2.000 metri, per mantenere un adeguato grado di inefficienza e limitazione per lo scalo dell’area fiorentina, se proprio non si riesce a impedirne del tutto la realizzazione).
Se quindi le posizioni anti-aeree portate al governo dal Movimento 5 Stelle toscano erano scontate per coerenza con quanto (di assurdo) sempre espresso contro lo scalo dell’area fiorentina, quelle della Lega, al di là di singole posizioni localistiche e campanilistiche già note, appaiono del tutto singolari e uniche (per la linea nazionale sul tema infrastrutture). Ovviamente le ragioni stanno in giochi politici variamente interpretabili, per posizionamenti di schieramento o spinte di altri ambiti territoriali, come d’altra parte è sempre stato, con diversi “cast” ma stessi copioni, in mezzo secolo di vicenda aeroportuale fiorentina e toscana (e “appenninica”). E ognuno può dare la propria interpretazione politica di questa nuova posizione, alimentata anche da nuovo fuoco amico e apparentemente autolesionistica in vista (tra pochi mesi) delle elezioni comunali.
Non ci compete qui esprimere posizioni politiche, guardando alla questione solo dal punto di vista tecnico (aeronautico, ambientale, urbanistico), del buon senso, dell’interesse pubblico generale e degli atti ufficiali. Ma certamente non si può fare a meno di evidenziare le bestialità che ciclicamente irrompono nella questione, chiunque le esprima in Toscana o a Roma. Perché tutti i dati tecnici, gli atti ufficiali, il buon senso e l’interesse pubblico dicono, a chi si prende la briga di informarsi (correttamente) prima di stilare documenti, parlare o cliccare su una tastiera, quanto sia giusto e necessario il masterplan disegnato per il “Vespucci” e la piana (che al di là delle vecchie e nuove sparate di giornata sta proseguendo nel suo iter); giusta la nuova pista come progettata per lo scalo dell’area fiorentina (la prima vera pista funzionale); indispensabile il sistema toscano a due scali (Firenze e Pisa) per adeguare la capacità aeroportuale della nostra regione e recuperare per quanto oggi ancora possibile il ritardo da tutte le principali regioni italiane e europee.
In sostanza, la realtà delle cose (conoscendola) dice che il Governo non avrebbe da fare proprio nulla di nuovo per il sistema aeroportuale toscano se non lasciar completare pianificazioni, investimenti, procedure e progetti già ben avviati (dopo decenni di attesa), il che non dovrebbe essere poco per enti ministeriali e governativi che in tema infrastrutturale dovrebbero avere ben altre preoccupazioni e cose cui pensare piuttosto che reinventarsi problemi in Toscana.
Non sappiamo a cosa porterà e dove si spingerà questo nuovo atto della farsa, probabilmente (si spera) più mediatico che concreto. Aspettiamo magari che qualcuno venga nel capoluogo regionale a spiegare i propri propositi di virate su posizioni fuori dal mondo e fuori dal tempo. Di certo, qualunque ne sia l’ispirazione, oltre che generare altro inutile caos e spreco di tempo e risorse (per qualunque effetto dovesse provocare sulle procedure in corso), la giravolta annunciata manda in scena un nuovo esempio del più vecchio e peggior modo di far politica a spese di cittadini, imprese e territori.
Allora ho ragione io dobbiamo farci sentire e questa volta in maniera risoluta. Basta, qui stanno giocando col nostro futuro! Spero vivamente che questo governo cada in maniera rovinosa.