In tempi di revival estivi e di “come eravamo” tipici delle letture sotto il solleone, la settimana che si sta concludendo è stata caratterizzata dal quadretto anni ’70 della questione aeroportuale toscana rievocato dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli, questa volta sollecitato da un’intervista del quotidiano Il Tirreno. E di nuovo il ministro si è contraddistinto per dichiarazioni imbarazzanti per la distanza concettuale e temporale dalla realtà della vicenda (storica e odierna), come già era emerso nelle esternazioni delle precedenti settimane.
Così, in quest’estate 2018, assistiamo alla riesumazione del peggio della questione aeroportuale toscana vecchia di mezzo secolo, che dovrebbe stare archiviato nella storia da dimenticare della regione e che viene invece agitato per rimestare caos politico e informativo: lo sviluppo del traffico aereo toscano sostanzialmente sul solo aeroporto di Pisa, ignorandone caratteristiche, situazioni e criticità; la “revisione” (stop) ai progetti (veri) per lo scalo dell’area fiorentina, ignorandone ragioni, caratteristiche ed effetti; il potenziamento dei collegamenti ferroviari Firenze-Pisa al posto dell’adeguamento (vero) del “Vespucci”, ignorando proprio di cosa si parla… e di quanto tempo si è perso per quarant’anni rincorrendo trenini e navette invece di volare; il sistema aeroportuale inteso come bloccare uno scalo per proteggerne/favorirne un altro, ignorando che per fare un sistema aeroportuale servono prima di tutto gli aeroporti, cioè posti dove poter far atterrare e decollare aerei e smistare passeggeri; servono politiche aeroportuali di sistema, cioè stessi metri di giudizio e valutazione per tutto il sistema, senza strabismi e doppiopesismi.
Ignorando anche che esiste un gestore del sistema toscano che ha ottenuto in concessione ministeriale i due scali in base a progetti e prospettive di crescita delineati nei due rispettivi masterplan in attesa di attuazione. Ed è bizzarra e (al solito) unica la situazione che qualcuno auspica (minaccia) per la realtà toscana: per norma l’ente statale responsabile del settore aviazione può richiamare il gestore fino alla revoca delle concessioni se questo non attua i piani di sviluppo delineati; cosa dovrebbe fare il gestore se fosse l’ente statale a impedire l’attuazione dei progetti alla base delle concessioni?
Certo, si tratta di scenari surreali che, come già evidenziato in altre occasioni, non possono diventare realistici (con atteggiamenti da lotta continua e comitati del “no” assunti come logiche di Governo), pena non il futuro dello scalo dell’area fiorentina e della Toscana ma del paese. E ovviamente va di nuovo evidenziato come il revival anni ‘70 della questione aeroportuale fiorentina e toscana non sia certo imputabile a un Toninelli-pensiero, che della vicenda e dello scalo fiorentino comprensibilmente non ha mai saputo nulla, perché nessuna ragione aveva di interessarsene dalla sua Lombardia (che per la cronaca di aeroporti ne ha quattro, tutti in sviluppo). Colpa del ministro è però quella di esternare argomentazioni inascoltabili dando spago con disarmante faciloneria a copioni scritti in circoli e comitati della piana fiorentina e dell’area pisana che rifiutano ogni conoscenza della questione e al martellamento che gli stanno facendo i soliti anti-aeroporto di Firenze, invece di tenere un atteggiamento istituzionale, riconoscere la propria necessità di comprendere la questione e comunque basarsi su atti e documenti ufficiali, anche del proprio ministero (a cominciare dal Piano Nazionale Aeroporti varato dopo una decina di anni di studi).
In settimana è stata data anche notizia che a inizio settembre ci saranno i primi incontri ufficiali Regione Toscana-Governo per discutere del vero dossier infrastrutture della nostra regione. Bene, perché al di là delle battute più o meno estive valgono (dovrebbero valere) i passaggi, i rapporti e gli atti istituzionali, nell’interesse dei territori, indipendentemente da colori politici o pareri personali. Ma sarebbe opportuno che fin da subito chi ne ha possibilità, chi gli è vicino (ma distante dalle stelle toscane…) faccia comprendere al ministro quali insensatezze sta inanellando fidandosi di dossier “fai da te”. E restando in ambito governativo, chi condivide oggi tale responsabilità (Lega) dovrebbe farsi sentire chiaramente anche per la situazione dell’area fiorentina. Da quando il Governo si è insediato, proprio conoscendo la “sensibilità” a cinque stelle per le infrastrutture, più o meno da tutte le regioni d’Italia si sono levate voci per chiedere rassicurazioni al ministro del settore, con incontri, sollecitazioni o dossier (dossier per fare, non per disfare). Nelle scorse settimane, ad esempio, una sottosegretaria emiliana della Lega ha reso noto un incontro col ministro per chiarire tra colleghi di Governo questioni inerenti le infrastrutture di Bologna. Sarebbe quindi utile che tutti coloro che ne hanno possibilità, per il ruolo in cui adesso si trovano, cerchino di tenere la questione aeroportuale toscana e fiorentina sul percorso corretto e nella nostra epoca (2018), anche per evitare colpi di sole per tutta l’estate.
Nessuno fa caso alla necessità di una strada, autostrada, ferrovia, stazione etcc… di essere mantenuta, migliorata, adeguata… è normale, logico. L’Aeroporto di Firenze c’è… esiste, è lì da molto tempo, sicuramente da prima che qualcuno potesse valutare l’opportunità di farlo esistere o no, al di là dei colori e dell’opportunismo politico pensare di non migliorare è solo ipocrisia che va a discapito di tutti.
Caro ministro Toninelli, ha trovato la scusa dei soldi spesi per fare la pista, servono per comprare nuove auto per le forze dell’ordine, come diceva il buon Totò, ma mi faccia il piacere, i soldi spesi per fare la nuova pista, necessaria per Firenze, non sono denaro pubblico ma sono di Toscana Aeroporti. Signor Ministro pensi ad altre cose, non si occupi di cose che non le competono. W l’aeroporto di Firenze.
È arrivato il momento di dire BASTA, questi ci prendono in giro! Cambiano persone, partiti, ma non cambiano giochino.
SCUSATE, MA QUANDO È TROPPO È TROPPO.
Crederò al nuovo aeroporto e nuova pista quando ci atterrerà il primo aereo.
Buongiorno, alle ultime deliranti dichiarazioni contro FLR cosa rispondiamo?