Pista 12-30 da PoSestoPiù volte abbiamo evidenziato come le modalità di svolgimento dell’iter del masterplan del “Vespucci” avrebbero rappresentato una sorta di esame di maturità per il “sistema” toscano (enti, istituzioni e soggetti vari a vario titolo coinvolti). I tempi ministeriali e le procedure romane, infatti, sono più o meno uguali per tutti, con le loro macchinosità e tempistiche impastate in norme e percorsi troppo lunghi e complessi, che sicuramente hanno assoluto bisogno si riforme semplificative, ma quelle per ora sono. Cambia invece quanto e come un territorio (dalla Regione ai singoli Comuni e agli altri soggetti locali coinvolti) vogliano una certa opera, quindi la supportino e velocizzino per quanto di propria competenza e questo, come ben noto, è sempre stato il problema dell’aeroporto di Firenze, con tutte le vicende storiche che non serve ricordare.

Parte del sistema toscano, con più o meno convinzione o slancio, ha “cambiato verso” (o pare intenda farlo), riallineandosi sui giusti binari e supportando l’iter dell’attuale masterplan del “Vespucci” per cercare di colmare dopo mezzo secolo la più grande e inspiegabile lacuna nel sistema aeroportuale mondiale (ossia dotare di adeguati servizi aerei l’unico posto al mondo rimasto fino ad oggi senza uno scalo adeguato). Qualcuno, invece, per proprie ragioni resta saldamente attaccato agli anni settanta del secolo scorso e prosegue la sua personale battaglia contro lo scalo fiorentino con ogni mezzo e senza tregua, attuando ciò che d’altra parte aveva promesso.

La bizzarra vicenda dei ricorsi anti-aeroporto (tramite i ricorsi contro la variante al Piano d’Indirizzo Territoriale della Regione) e della relativa sentenza del TAR di questo agosto (che li ha parzialmente accolti) ne è la dimostrazione emblematica, sunto del peggio possibile di questa vicenda: dalla fragorosa esplosione del “caso” ai commenti smodati che ne sono seguiti da parte di chi ha esultato sui primi lanci di agenzia senza ovviamente aver letto una riga della sentenza, quindi il rientro della questione nei giusti termini che non cambiano di una virgola la validità della nuova pista del “Vespucci” delineata nel masterplan in iter.

Come è stato già spiegato da vari interventi istituzionali (locali e centrali) e sui principali quotidiani cittadini (che hanno approfondito correttamente la questione dopo il lancio dei primi titoli), questa prima ondata di ricorsi e quindi le relative sentenze riguardavano un atto urbanistico come la variante al PIT (peraltro non indispensabile per l’iter di un masterplan aeroportuale) maturata tra il 2012 e il 2014 e ormai invecchiato nell’avanzamento della procedura, nel senso che atti successivi (il masterplan 2014-2029 e la relativa procedura VIA avviata nel 2015) ne hanno modificato vari aspetti e abbondantemente completato valutazioni e analisi tecniche e ambientali.

Nello specifico, sono state interpretate come accoglibili parte delle istanze che denunciavano carenze di analisi nella VAS (Valutazione Ambientale Stategica) allegata alla variante al PIT; sono state accolte parte delle “rimostranze” dei proprietari dell’area di Castello che vogliono salvaguardare il loro diritto a edificare tutti i mentri cubi pianificati accanto all’aeroporto, che d’altra parte gli è stato confermato negli atti urbanistici locali fino a oggi; è stato respinto il ricorso di ENAC che contestava il PIT per la questione dell’indicazione in tale atto locale di una lunghezza di pista e per le contraddizioni nelle indicazioni sugli aspetti urbanistici dell’area (il fatto cioè che nello stesso atto regionale, da una parte si prevede lo sviluppo aeroportuale, dall’altra si vanifica dando prevalenza a altre previsioni urbanistiche dell’area).

Il documento del TAR (151 pagine, 92 di sentenza), tocca sostanzialmente tutte le questioni annesse al progetto aeroportuale contenute nella variante al PIT e sarebbe impossibile qui sintetizzarle e commentare il relativo atteggiamento nell’accogliere o respingere le contestazioni. Ciò che è bene ribadire è come di fatto tutti i punti accolti riguardino aspetti già chiariti o risolti nel proseguo dell’iter del masterplan, con la VIA in conclusione, o siano in scaletta nei successivi passaggi da attuare, come la Conferenza dei Servizi, deputati a sciogliere i nodi rimasti (gli aspetti urbanistici, che certamente sarebbe stato meglio aver sistemato preventivamente con pianificazioni adeguate attorno allo scalo, ma che sono ben noti e risolvibili, se si vuole).

Ed è anche da evidenziare che vari punti di contestazione dei ricorsi sono stati respinti, dando ragione a quanto previsto nel progetto aeroportuale (uso monodirezionale della pista, orientamento rispetto ai venti, adeguatezza del piano aeroportuale presentato nell’ambito della VAS, vari aspetti delle valutazioni acustiche, valutazioni economiche, ecc.). E anche riguardo alla lunghezza della pista, non c’è nessuna “sentenza” su tale dimensione nel pronunciamento sul ricorso di ENAC (ci mancherebbe altro che i metri di una pista potessero essere decisi da un TAR) ma, come detto, considerazioni su aspetti inerenti le pianificazioni urbanistiche.

Altro aspetto da evidenziare, per tornare all’inizio di questo commento, è come tutto questo caos sia “made in Tuscany”: gli atti contestati (la variante al PIT regionale e relativa VAS), le contestazioni (dei vari soggetti locali anti-aeroporto), gli argomenti usati dal TAR per accogliere i ricorsi (con continui riferimenti alle valutazioni critiche del NURV regionale, il nucleo di valutazione ambientale e perfino al consulente scovato dalla Regione nell’ambito dell’iter della variante al PIT, poi distintosi per la sue continue sparate contro il progetto della nuova pista al fianco dei comitati contro). Un caos che sicuramente proseguirà nelle prossime puntate (altri ricorsi, altre sentenze), grazie all’incessante lavoro di azzeccagarbugli impegnati a scovare ogni cavillo fuori posto (o presunto tale) per alimentare azioni da “guastatori” o solo per il gusto di fare dispetti e intralciare l’iter.

Le risposte di (quasi) tutti i vertici e rappresentanti delle istituzioni, locali e centrali, e della società civile (sindacati, categorie economiche, ecc.) questa volta sono state forti e chiare nel confermare o sollecitare l’avanzamento dell’iter verso la nuova pista, la procedura in corso per la VIA va avanti e le ragioni della fattibilità, sostenibilità e necessità della nuova pista, qualunque altra cosa possa succedere, restano intatte e sono quelle a cui abbiamo appena dedicato gran parte dell’ultimo numero del nostro notiziario (Aeroporto 76). Resta lo spettacolo deprimente di soggetti tanto impegnati contro un’opera pubblica, d’interesse pubblico primario e di risorse anche pubbliche sprecate in macchine amministrative che devono comunque gestire tutto il teatrino.

9 Responses to Nuova pista fattibile, sostenibile, necessaria

  1. Robert ha detto:

    Non credo che tutte le argomentazioni più logiche possano avere impatto con comitati di persone che pur non avendo argomenti minimamente validi, anzi in maggioranza contraddittori e anche ridicoli, si sono impuntate a voler ostacolare questo progetto.

    Il fatto è che quando la gente sposa certe posizioni ideologiche con passione quasi religiosa, è molto difficile che faccia un ripensamento anche di fronte alla logica. Dalle parti dove abito (Calif.) si fanno i referendum propositivi per certe infrastrutture di pubblico interesse, che siano aeroporti, o linee di metropolitana leggera, o anche di sviluppo di edilizia residenziale di una zona. Le parti a favore o contro presentano le loro argomentazioni prima delle elezioni, tutta la cittadinanza quindi viene coinvolta nella decisione, e se la maggioranza vota sì al progetto, non c’è comitato che tenga. I ricorsi ai tribunali si fanno solo se ci sono leggi che vengono deliberatamente violate, ma il progetto non si ferma come succede spesso in Italia dove sparute minoranze tengono in ostaggio lo sviluppo del paese. Dispiace vedere le cose in Italia non sono cambiate molto in tutti questi anni.

  2. Lorenzo ha detto:

    Forza ragazzi, andate avanti!!! Superiamo questa ormai grottesca e sterile abitudine tutta fiorentina (ma non solo, certo) di andare contro per partito preso, di rifuggere da qualsiasi trasformazione che faccia vivere Firenze nella modernità e non in un passato glorioso che, d’altra parte sconfesserebbe proprio questi zelanti custodi della tradizione: il Rinascimento, infatti, fu un’epoca rivoluzionaria, che, guardando indietro, creò, guarda caso, l’età moderna.
    E i suoi artefici sarebbero oggi ben felici di costruire un aeroporto degno della grandezza della città. Che sia Bello, però.

  3. Gabriele ha detto:

    AVANTI SENZA SE E SENZA MA PER L’AEROPORTO.

    La maggioranza vince, sempre. E oltre a istituzioni (bipartisan), sindacati e imprenditori, giustamente ricordati nell’articolo ci metto anche il sottoscritto, una soltanto di quelle tuttavia TANTE, TANTISSIME persone comuni che hanno a cuore lo sviluppo della nostra città. Un aeroporto finalmente funzionale ed alleato con quello di Pisa in un unico polo toscano farebbe la fortuna della medesima, non solo incrementando ulteriormente il turismo, ma anche tutto il settore terziario.

    Questo si traduce in LAVORO, quindi BENESSERE. Ed è per questo che la stragrande maggioranza della popolazione di Firenze e relativa area metropolitana è a favore di questo progetto.

    E il volere della maggioranza, in democrazia, ha SEMPRE la meglio. Anche sulla disinformazione e il ricorso selvaggio.

  4. Gabriele ha detto:

    Senza contare, aggiungo, che il NUOVO PIT e il masterplan attualmente sotto VIA (e NON toccati dal TAR) prendono pure in considerazione tutte le osservazioni di carattere ambientale e paesaggistico che la sentenza dell’altro giorno ha preso in considerazione. Il NUOVO progetto, quello che NON È STATO MINIMAMENTE OBIETTATO DAL TAR, va dunque a prendere maggiormente sotto tutela l’ambiente rispetto all’ATTUALE AEROPORTO. Che ESISTE GIÀ (di questo qualcuno si dimentica) E CHE COSÌ NON VA PIÙ BENE.

  5. Gabriele ha detto:

    Alla luce di tutto questo, quindi, non si può che andare avanti con un’opera che l’intero tessuto urbano e metropolitano fiorentino attende da decenni. Avanti fino alla sua realizzazione.

  6. alessandro ha detto:

    Cominciamo con una strada normale fino a Pistoia ( perché la perfetti Ricasoli l’ha pensata una manica di cretini) e diamo un vero servizio di treni ai Pendolari e studenti che tutti i giorni bestemmiano per arrivare al lavoro e a scuola, poi si vedrà. Qui manca le basi, e per non farlo vedere si continua a complicare la vita a chi ci vive.

    • admin ha detto:

      Siamo d’accordo: l’area metropolitana Firenze-Prato-Pistoia ha bisogno di (più o meno) tutto per rendere funzionale e moderna la mobilità e la vita quotidiana dei cittadini: viabilità scorrevoli (come il completamento della Mezzana-Perfetti Ricasoli, la terza corsia dell’A11, lo sbroglio del nodo infernale di Peretola a fine autostrada) e collegamenti su ferro (tranvie verso i comuni limitrofi a Firenze, ferrovie metropolitane per Prato e Pistoia, fermate dei treni veloci sulle direttrici per Roma e Milano) per i collegamenti interni all’area e a scala regionale; un aeroporto efficiente, con la nuova pista, per l’accessibilità dall’esterno e internazionale e per migliorare la vita dei cittadini che vivono attorno all’attuale scalo aereo. Sulla carta ci sarebbe (più o meno) tutto, il problema è volerlo realizzare davvero superando i “no” dei contro di turno.

  7. mauro ha detto:

    Ma con tante chiacchiere forse ci sarà anche qualche mancanza per questo pseudo progetto. Forse non ci sono tutte le condizioni previste?? Come mai la Toscana aeroporti è sempre stata assente ai dibattiti delle istituzioni??? di che dati è sprovvista???? Tutto l’iter lascia molto perplessi e se il TAR ha bocciato di fatto il PIT ci saranno motivi seri. Mi sembra che se qualcuno ha espresso parere contrario nell’ambito della sua attività avrà avuto dati certi per dare tale parere. Si dice che qualcuno è stato sollevato dall’incarico (anche questo lascia molto perplessi) Un pensiero spensierato, Questo nuovo aeroporto in questa buca con il parco della piana non centra questa mi sembra l’unica cosa che si evidenzia delle varie sfaccettature

    • admin ha detto:

      Caro Mauro, prima di tutto la correggiamo sulla sua ultima affermazione: non si tratta di fare un nuovo aeroporto nella piana in quanto l’aeroporto nella piana c’è già. Si vuole solo “girare” la pista (e farla un po’ più lunga) così che oltre a eliminare le limitazioni operative si migliora decisamente la situazione ambientale, levando gli aerei a bassa quota a ridosso della pista (quelli che effettivamente provocano disturbo) dalla testa degli abitanti di Peretola, Brozzi, Sesto Fiorentino eccetera, per “spostarli” sui campi disabitati della piana e poi su zone industriali.

      Poi, non solo parco e aeroporto sono assolutamente compatibili (su questo sito e sul nostro notiziario riportiamo regolarmente molti esempi in tutto il mondo, a cominciare dall’esempio dell’aeroporto di Pisa con il parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli), ma la presenza della nuova pista, con i suoi vincoli di inedificabilità, sarà l’unica vera garanzia che il parco rimarrà parco per sempre e non verrà piano piano cementificato (come sta avvenendo adesso). Anzi, abbiamo il sospetto che molte contrarietà alla pista siano proprio legate a questo aspetto: con la pista non si potrà costruire in una larga porzione della piana.

      Sulla sentenza del TAR (che ha accolto solo alcune delle contestazioni bocciandone altre), forse si è fermato alla lettura dei primi titoli di giornale, se avesse approfondito avrebbe letto anche che tale sentenza non mette in dubbio assolutamente la bontà del progetto della nuova pista, ma riguardava un atto urbanistico come la variante al PIT (peraltro non indispensabile per l’iter di un masterplan aeroportuale) maturata tra il 2012 e il 2014 e ormai invecchiato nell’avanzamento della procedura, nel senso che atti successivi (il masterplan 2014-2029 e la relativa procedura VIA avviata nel 2015) ne hanno modificato vari aspetti e abbondantemente completato valutazioni e analisi tecniche e ambientali. Dei ricorsi al TAR abbiamo trattato in questo articolo.

      Sull’assenza di Toscana Aeroporti ai dibattiti pubblici non possiamo rispondere noi. Certo sarebbe compito dei proponenti e autori di un progetto spiegarlo e difenderlo, ma possiamo ipotizzare che non vi partecipino perché ritenuto assolutamente inutile (dopo che di dibattiti su questo tema ne sono stati fatti infiniti). Nel senso che ormai ci si trova di fronte ad un no a priori urlato da persone che non accettano confronto, non riconoscono alcuna autorità e competenza tecnica, diffondono luoghi comuni e falsi allarmismi. In pratica gli enti aeroportuali competenti (e chiunque cerchi di spiegare correttamente il progetto) non potrebbero che ripetere le spiegazioni già date, trattate nei documenti ufficiali pubblicamente consultabili e nello svolgimento delle procedure in corso ma che i contestatori hanno già respinto, pretendendo addirittura di insegnare agli enti nazionali regolatori e certificatori del settore aereo (che hanno già approvato tecnicamente il progetto del “Vespucci”) come si progettano piste o si disegnano procedure di volo.

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