Prato è troppo lontana dalla nuova pista dell’aeroporto di Firenze: paradossalmente sembra diventato questo il problema che impedisce al sindaco pratese di tranquillizzarsi nelle sue paure per il nuovo assetto del “Vespucci”. Il sindaco infatti continua a ripetere sempre le stesse richieste di dati circa gli effetti ambientali sulla propria città, ribadite anche ieri in un intervento nel capoluogo toscano, non credendo a quanto attestato dagli innumerevoli studi ufficiali agli atti e dagli enti competenti che li hanno redatti perché in tali studi non trova traccia di impatti significativi per l’area pratese.
Ma impatti significativi sull’area pratese negli studi non ci sono perché non possono esserci, nel senso che – appunto – Prato è troppo lontana dalla nuova pista perché su tale territorio possano essere generate (e stimante) situazioni di criticità acustiche o atmosferiche: è “troppa” l’altezza di sorvolo dei velivoli a tale distanza dallo scalo; è “troppo” inclinata verso sud la nuova pista, perché le traiettorie di volo possano andare a sorvolare il centro di Prato; è “troppo” lontano da Prato l’aeroporto, perché la situazione di criticità oggi sulle zone di Peretola e Quaracchi si possa trasferire su qualche abitato pratese, perché si possa essere disturbati dal passaggio degli aerei o possano essere prodotti effetti misurabili per la qualità dell’aria imputabili ai voli.
Per quanto si possa lavorare di fantasia, non è proprio possibile prefigurare scenari diversi (e preoccupanti) per l’area pratese, quindi i dati relativi non possono che essere quelli già emersi che, piaccia o no, sono del tutto tranquillizzanti. D’altra parte lo stesso sindaco riconosce che una larga fetta della realtà pratese è favorevole al progetto aeroporto (ovviamente strategico anche per Prato): lo è gran parte del mondo imprenditoriale e del lavoro, lo sono tanti cittadini (l’82% in un sondaggio del 2014). Allora non si capisce in nome di chi e di cosa continuino ad essere esternate tante paure fuori luogo… per mancanza di dati preoccupanti. E dato che non si può spingere Prato verso l’aeroporto né spostare la nuova pista a Prato per generare dati diversi, non c’è che augurarsi che anche il sindaco, prima o poi, riesca ad accettare la “cruda” realtà e tranquillizzarsi.