ADF, gestore dell’aeroporto “Vespucci” di Firenze, ha illustrato oggi le risultanze dello Studio di Impatto Ambientale (SIA) relativo al masterplan aeroportuale 2014-2029 condotto dalla società specializzata Ambiente s.c. e consegnato il 24 marzo scorso al Ministero dell’Ambiente per l’avvio della procedura ufficiale di Valutazione d’Impatto Ambientale propedeutica alla Conferenza dei Servizi che dovrà dare il via libera definitivo ai progetti dello scalo fiorentino. La presentazione dello studio, tenutasi presso la Camera di Commercio di Firenze, è stata fatta dal presidente di ADF Marco Carrai, dall’amministratore delegato Vittorio Fanti, da Costantino Pandolfi in rappresentanza di ENAC, da Maurizio Silvestrini di ENAV, dal project manager di Ambiente s.c. Lorenzo Tenerani e da Stefano Monni della società Hydea SpA, alla presenza di sindaci e rappresentanti degli enti locali interessati alla procedura di VIA, invitati all’incontro.
Le valutazioni condotte, elaborate tra novembre 2014 e febbraio 2015, confermano il quadro di sostenibilità ambientale del progetto della nuova pista 12/30, nell’ambito del nuovo assetto generale previsto per lo scalo, come già evidenziato dagli innumerevoli studi condotti nel corso degli anni. La nuova documentazione approfondisce tutti gli aspetti della questione, con dati e analisi aggiornati alle caratteristiche più definite dei progetti aeroportuali come delineati nel nuovo masterplan e introduce valutazioni del tutto innovative sul piano nazionale per un masterplan aeroportuale quali quelle sulle vibrazioni e lo Studio di Impatto Sanitario, formalmente non richieste in procedure di questo tipo.
Per quanto riguarda l’aspetto più “sentito” nel rapporto col territorio, quello dell’impatto acustico, il SIA conferma l’evoluzione positiva connessa alla nuova giacitura della pista e alle nuove rotte di volo. Nel nuovo assetto al 2018, con l’entrata in funzione della nuova pista, è stimata una riduzione del 94% della popolazione esposta a livelli superiori ai 60 decibel rispetto alla situazione attuale, riduzione che si assesterà su un -82% al 2029, con lo sviluppo massimo del traffico previsto. L’evoluzione positiva della situazione acustica sarà accentuata dalla maggiore dimensione della pista (2.400 metri invece di 2.000), che consente una riduzione delle emissioni grazie agli accorgimenti attuabili nelle varie fasi della movimentazione aerea (in base al noto concetto “più pista, meno rumore”). Ulteriori benefici, non conteggiati nelle analisi attuate, verranno poi dall’evoluzione della tecnologia aeronautica, con l’introduzione in servizio di nuovi modelli di velivoli con motorizzazioni ecologiche, a consumi e emissioni nettamente inferiori ai livelli attuali, che saranno in servizio quando si presume possa essere in funzione la nuova pista di Firenze (2018).
Il SIA conferma la scarsa rilevanza del contributo aeroportuale alle emissioni atmosferiche, evidenziando il mantenimento di quote minimali rispetto alla situazione dell’area, interessata in modo determinante da altre fonti inquinanti (principalmente il traffico autostradale e stradale) e comunque con livelli in linea con la normativa sulla qualità dell’aria. Le valutazioni effettuate evidenziano come le emissioni aeroportuali incidano sul totale delle emissioni provinciali per meno dell’1% in termini di ossidi di azoto, meno dello 0,05% in termini di PM10 e meno dell’1% in termini di CO2. Anche per questa componente ambientale la disponibilità della pista di maggiore lunghezza (2.400 metri) contribuisce all’abbattimento delle emissioni, grazie a una più efficiente gestione di tutte le fasi del volo (un miglioramento della qualità dell’aria stimato tra il 10 e il 20% rispetto alla pista di soli 2.000 metri).
Qui il comunicato stampa di ADF diffuso nell’incontro odierno.
Ma scusate, da quel che si legge chi fa l’opera si valuta il tutto…affidando a una società l’analisi di impatti vari e stranamente detta società dice che va tutto bene. Anzi ci vuole che la pista sia ancor più lunga rispetto a quanto approvato dalla regione Toscana per diminuire tutte le voci censite.
Mettiamo che tutto sia vero, sembra uno spottone, visto che in quell’area o in zone limitrofe ci dovrebbero sorgere: lo stadio, il polo universitario ecc ecc per non parlare delle opere viarie che insistono oltre al limite posto dalla ferrovia e altro ancora.
A dimenticavo che c’è l’oasi umida del wwf e del polo universitario.
chi vivrà vedrà.
Gentile Marco,
ci permetta di contraddirla: l’opera non è valutata da chi la propone, ma da soggetti esterni. Chi propone, ADF, ha fatto il progetto (e già in questa fase c’è il lavoro di professionisti del settore che progettano rispettando le leggi vigenti e le norme ambientali, per loro stesso interesse e per non lavorare due volte…); poi un ente ministeriale terzo quale l’ENAC, Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (braccio del Ministero dei Trasporti responsabile del settore aeroportuale italiano) lo ha valutato nei vari aspetti, soprattutto quelli tecnici, ed ha apportato le sue correzioni; dopodiché è stato affidato lo Studio di Impatto Ambientale (SIA) ad una società terza, la Ambiente sc, che opera da anni a livello nazionale ma anche internazionale e che niente ha a che fare con ADF o comunque con l’aeroporto. Vada a vedere il sito Internet della società Ambiente per avere un’idea di cosa si tratta. Il tutto è stato quindi sottoposto alla valutazione da parte del Ministero dell’Ambiente, responsabile della procedura VIA, che esprimerà il parere definitivo sul masterplan.
Nel caso dell’aeroporto di Firenze va poi ricordato che i progetti aeroportuali sono stati sottoposti per anni anche a ulteriori studi e valutazioni da parte di organismi pubblici regionali (ARPAT, ARS) e universitari, tutti concordi nel ritenere migliorativa la situazione ambientale della nuova pista rispetto allo scenario attuale.
Capiamo la sua meraviglia sul fatto che una pista più lunga migliori la situazione ambientale, ma è proprio così. Molti aeroporti allungano le piste proprio per abbattere l’inquinamento, due esempi molto vicini a noi sono Bologna (che ha ricevuto anche finanziamenti europei perché l’allungamento comportava benefici ambientali) e Pisa (cha ha appena allungato la corsa di decollo degli aerei di 325 metri diminuendo l’impatto sul centro della città).
Riguardo il rapporto con altre infrastrutture e previsioni urbanistiche attorno allo scalo, naturalmente come qualsiasi altra opera che si inserisce in un contesto territoriale o urbano (ferrovie, tranvie, strade, ecc.) anche il progetto aeroportuale comporta adeguamenti. Per questo il masterplan se ne fa carico, con ridefinizioni negli assetti viari e nel sistema idraulico e opere di mitigazione e compensazione. Interventi che, in un bilancio finale, miglioreranno la sicurezza idraulica, incrementeranno le aree umide e naturalistiche di questo quadrante della piana e contribuiranno alla creazione di spazi attrezzati e fruibili del parco della piana, come spiegato nei minimi dettagli nei documenti del SIA pubblicati integralmente sul sito del Ministero dell’Ambiente.