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A un mese dall’approvazione del “progetto di fusione per incorporazione di Aeroporto di Firenze S.p.A. in Società Aeroporto Toscano (S.A.T.) Galileo Galilei S.p.A.” (9 e 10 febbraio), che dovrebbe completarsi con la trasformazione di SAT in Toscana Aeroporti SpA e la nascita ufficiale della società unica (24 aprile), la questione aeroportuale toscana è sparita dalle cronache locali e dall’attenzione pubblica, citata solo per essere incasellata nelle vicende risolte. In realtà, se le decisioni di un mese fa hanno chiuso (si spera) la fase del riassetto societario, gli aspetti concreti della questione sono ancora tutti aperti, in attesa che si dia risposta agli stessi interrogativi che avevano chiuso il 2014 e concretezza agli impegni delineati nei mesi scorsi per le opere da avviare su Firenze, passaggi indispensabili per dare sostanza alla nascita del sistema aeroportuale toscano e al significato di Toscana Aeroporti.

Ad oggi, nel sistema toscano, da una parte proseguono i lavori per la realizzazione delle principali opere in corso sull’aeroporto di Pisa, dal people-mover all’allungamento e riconfigurazione della pista principale, al processo per la delocalizzazione del nucleo abitato limitrofo alle piste. Opere mai frenate dalle vicende societarie perché mai vincolate dalle istituzioni regionali alla preventiva realizzazione della gestione unica, né assoggettate a particolari passaggi politico-urbanistici o di verifica ambientale o economica oltre quelli normali parte degli stessi progetti. Dall’altra parte prosegue l’attesa per l’avvio reale del percorso verso la nuova pista del “Vespucci” di Firenze, tenuto bloccato per anni con il vincolo della preventiva creazione della società unica e delineato col cronoprogramma presentato in Palazzo Vecchio lo scorso novembre.

Ad oggi, a Firenze, prosegue l’attesa per l’avvio dell’iter ministeriale del masterplan 2014-2029 con l’apertura della procedura di VIA (Valutazione Impatto Ambientale) che era prevista per inizio gennaio. Si attende l’emanazione del decreto attuativo del provvedimento “Sblocca Italia” che attesti il finanziamento per l’aeroporto fiorentino e l’esatta destinazione dei 50 milioni previsti per opere che dovrebbero essere appaltabili entro 50 giorni (30 aprile). Si attende di capire come si districherà la matassa dei ricorsi contro il progetto della nuova pista e il contenzioso giuridico-istituzionale tra Regione ed ENAC sulla variante al PIT. Si attende di capire se la Regione supporterà la creazione del sistema aeroportuale toscano disinnescando i vincoli posti al “Vespucci” e al suo gestore con tale atto (non solo per la dimensione della pista). Vincoli finora confermati da molti esponenti regionali (giunta e consiglio), rivendicando la validità dei contenuti della variante al PIT in contrasto con ENAC e ADF (quindi contro Corporacion America e Toscana Aeroporti). Si attende che si faccia chiarezza sul puzzle urbanistico attorno allo scalo e sui dissidi con i vari soggetti che ballano nell’intorno aeroportuale con propri progetti o previsioni. Puzzle che dovrebbe essere composto da tempo, visti gli anni spesi in studi e valutazioni e le situazioni di compatibilità note agli attori in campo, ma sul quale ad oggi tutti si esprimono in modo ancora evasivo.

Tutti questi aspetti, in una corretta scaletta di priorità, avrebbero dovuto essere sistemati prima di affronare le questioni societarie e posti come garanzia di base per chi ha acquisito gli aeroporti e dovrà gestire il sistema, anche perché proprio con le armi politiche, burocratiche e urbanistiche le istituzioni toscane hanno bloccato per oltre dieci anni i progetti e gli investimenti sullo scalo fiorentino del precedente partner privato (che all’atto del suo ingresso in Toscana, nel 2003, prefigurava la nuova pista del “Vespucci” in funzione entro il 2009, salvo intoppi…).

Andata come è andata la vicenda societaria, è quindi ancora più urgente e opportuno che si chiariscano definitivamente le incertezze ancora presenti attorno allo scalo fiorentino, superando la fase delle previsioni e degli auspici. Anche perché, va ricordato sempre, il problema aeroportuale della nostra regione non è mai stato nell’aspetto gestionale ma nella carenza di capacità delle infrastrutture aeroportuali e le cose da fare per colmare tale carenza sono sempre state le stesse, chiunque avesse guidato gli aeroporti (pubblico o privato, società unite o separate). In sostanza, la società unica di per sé non ha significato finché non saranno completate le infrastrutture aeroportuali carenti o mancanti. Per ora continua quindi, giorno dopo giorno, l’attesa dell’avvio concreto dell’iter della nuova pista del “Vespucci”, primo passo verso la chiusura della questione aeroportuale toscana.

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