La questione inerente la compatibilità del progetto per il nuovo stadio di Firenze nell’area Mercafir con il futuro Piano di rischio aeroportuale relativo alla nuova pista del “Vespucci”, arrivata all’attenzione degli organi d’informazione e dell’opinione pubblica nelle scorse settimane, ha ingenerato nuove polemiche e rafforzato strumentalizzazioni e allarmismi che caratterizzano le discussioni attorno allo scalo fiorentino. Per inquadrare meglio questo aspetto connesso alla presenza di uno scalo aereo in un territorio può essere utile evidenziare l’esempio toscano di Pisa, dove nel 2014 l’iter del Piano di rischio aeroportuale è stato sostanzialmente completato.

Il Piano di rischio relativo all’aeroporto “Galilei” di Pisa è stato redatto dalla locale amministrazione comunale, come previsto dal Regolamento ENAC che norma tale atto, e inviato alla stessa ENAC per l’approvazione, ottenuta nell’aprile 2012. Il documento così validato ha iniziato l’iter per il recepimento negli strumenti urbanistici locali delle prescrizioni poste sulle varie zone, iter giunto nel corso di quest’anno all’adozione (febbraio) e approvazione (luglio) della relativa variante al Piano Strutturale di Pisa, pubblicata in ottobre sul bollettino ufficiale della Regione Toscana (BURT n°40, 8/10/2014).

Qui di seguito ricordiamo le prescrizioni relative alle quattro zone di rischio che caratterizzano le aree attorno alle piste di volo (“Regolamento per la costruzione e l’esercizio degli aeroporti” di ENAC, capitolo 9, paragrafo 6):

Zona di tutela A: è da limitare al massimo il carico antropico. In tale zona non vanno quindi previste nuove edificazioni residenziali. Possono essere previste attività non residenziali, con indici di edificabilità bassi, che comportano la permanenza discontinua di un numero limitato di persone.

Zona di tutela B: possono essere previsti una modesta funzione residenziale, con indici di edificabilità bassi, e attività non residenziali, con indici di edificabilità medi, che comportano la permanenza di un numero limitato di persone.

Zona di tutela C: possono essere previsti un ragionevole incremento della funzione residenziale, con indici di edificabilità medi, e nuove attività non residenziali.

Zona di tutela D: in tale zona, caratterizzata da un livello minimo di tutela e finalizzata a garantire uno sviluppo del territorio in maniera opportuna e coordinata con l’operatività aeroportuale, va evitata la realizzazione di interventi puntuali ad elevato affollamento, quali centri commerciali, congressuali e sportivi a forte concentrazione, edilizia intensiva, ecc…

Nelle zone di tutela A, B e C vanno evitati: insediamenti ad elevato affollamento, quali centri commerciali, congressuali e sportivi a forte concentrazione, edilizia intensiva, ecc.; costruzioni di scuole, ospedali e, in generale, obiettivi sensibili; attività che possono creare pericolo di incendio, esplosione e danno ambientale.

 

Le zone di rischio applicate all’aeroporto di Pisa interessano nel versante a nord dello scalo una parte della città, con presenza di insediamenti e attività di varia tipologia; nella parte a sud si sovrappongono in larga parte al territorio del Parco Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli, con presenza di alcuni insediamenti puntuali (ristoranti, agriturismo, aziende, residenza) e infrastrutture. L’immagine seguente (particolare relativo all’area nord dello scalo tratto dalla tavola “Nuovo perimetro UTOE con le zone di rischio aeroporto”, allegato 3 alla variante al Piano Strutturale) rappresenta le quattro zone di rischio riportate sulla cartografia comunale che individua le UTOE (Unità Territoriali Omogenee Elementari).

1 Carta PRischio-PS

 

 

Nell’immagine qui sotto (nostra elaborazione) le zone di rischio sono sovrapposte alla foto aerea della stessa area a nord dello scalo. La zona A comprende il nucleo abitato storico di via Cariola (in delocalizzazione) e il margine sud dei quartieri cittadini di San Marco e Sant’Ermete ed è attraversata dal tracciato della superstrada FI-PI-LI. La zona B si spinge sull’area urbana fino poco oltre il corso dell’Arno. Le zone C e D interessano varie parti del tessuto urbano e insediativo. Nelle zone B, C e D , al momento della predisposizione del piano, sono stati censiti quali obiettivi sensibili 11 scuole (tra materne, elementari, medie e superiori) e 8 distributori di carburante. Nell’immagine è evidenziata anche l’area destinata a ospitare il polo funzionale denominato “Cittadella Aeroportuale”, uno dei progetti connessi allo sviluppo del “Galilei” che prevede una parte da destinare a parco urbano, con attività sportive e ricreative (porzione a nord della superstrada FI-PI-LI), una parte per insediamenti con la previsione di un palazzo dei congressi (4.000 posti), spazi espositivi, centro direzionale, strutture turistico-ricettive e commerciali e servizi di carattere territoriale (porzione a sud della superstrada, parzialmente rientrante nella zona D), serviti dal people-mover tra la stazione ferroviaria e il terminal aeroportuale che attraverserà la stessa area.

2 Foto PRischio Pisa

 

 

L’ufficializzazione del Piano di Rischio di Pisa, con situazioni esistenti teoricamente conflittuali con le prescrizioni in varie zone, naturalmente non ha determinato effetti sulla legittimità della presenza del “Galilei” né imposto l’adozione di vincoli o condizionamenti ai piani di sviluppo delle infrastrutture aeroportuali e del traffico aereo (che in tale quadro è “autorizzato” a crescere dagli attuali 4,5 a circa 7 milioni annui). Ciò perché la predisposizione del Piano di Rischio ha la finalità di incrementare le tutele dei territori circostanti gli scali aerei, tramite prescrizioni e attenzioni da adottare nelle future previsioni urbanistiche per le zone individuate secondo le relative funzioni compatibili, evitando l’introduzione in tali zone di ulteriori carichi antropici e attività rispetto alle situazioni esistenti consolidate, prese appunto necessariamente come stati di fatto. Con la variante al Piano Strutturale sono state quindi valutate e aggiustate le previsioni del documento urbanistico vigente, assumendo il divieto di insediare nuove attività e usi non compatibili o di ampliare quelle presenti.

 

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