Ieri il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Maurizio Lupi ha presentato al governo la nuova (ennesima) versione del Piano Nazionale degli Aeroporti che adesso prevede per il sistema aeroportuale nazionale 11 aeroporti strategici e 26 aeroporti di interesse nazionale. Per il bacino Centro-Nord, che comprende la Toscana, sono selezionati due scali strategici (Bologna e Pisa/Firenze) e tre di seconda fascia (Parma, Rimini e Ancona).
La prima stranezza, che mortifica la Toscana certificandone la storica e ben conosciuta carenza infrastrutturale, è che la nostra regione è l’unica in Italia che per fare un aeroporto strategico deve mettere insieme due “mezzi aeroporti”, Pisa e Firenze, entrambi penalizzati dalla situazione infrastrutturale (il primo base militare con pochi spazi di crescita, oltre che distante dal principale bacino di traffico regionale; il secondo in attesa di una nuova pista) e nessuno dei due in grado, da solo, di ambire a scalo strategico.
Ma la cosa che più preoccupa è che da questa ultima versione del Piano Aeroporti è scomparsa la clausola dei precedenti documenti che, allo scopo che i due aeroporti toscani potessero rimanere tra gli scali strategici, poneva come condizione la realizzazione della nuova pista di Firenze. Tale clausola è stata sostituita da una nuova che recita: “a condizione, relativamente ai soli scali di Pisa e Firenze, che tra gli stessi si realizzi la piena integrazione societaria e industriale”, condizione rimarcata dalla istituzione di un bizzarro “aeroporto Pisa/Firenze”, senza più alcuna menzione per la questione pista. Ci auguriamo che il progetto, fondamentale per il “Vespucci” di Firenze, sia comunque contemplato nei piani del governo, ma quanto successo non è un segnale positivo e prendiamo atto che le indicazioni del ministro si siano “appiattite” sull’impostazione costruita in Toscana dall’asse Regione-SAT.
In attesa che la cosa si chiarisca, vale la pena far notare a commentatori entusiasti ma un po’ frettolosi e distratti che per avere un sistema aeroportuale funzionale – a qualcuno sembrerà strano – servono prima di tutto strutture dove gli aerei possano atterrare e decollare. E che, indipendentemente da quale sia la forma gestionale, che esista o meno la holding o una società unica, chiunque sia l’azionista pubblico o privato e checché venga scritto in piani e accordi più o meno politici e proclamato in dichiarazioni e commenti da presidenti, sindaci, assessori, sottosegretari o ministri, non cambia di una virgola la priorità assoluta per la costruzione di un vero sistema aeroportuale toscano: avviare al più presto l’iter concreto per realizzare la nuova pista dell’aeroporto di Firenze!
Link all’anticipazione del nuovo Piano Nazionale degli Aeroporti