Le discussioni sull’aeroporto fiorentino alimentate dalla questione della lunghezza della nuova pista hanno generato opinioni disparate su quale sia la dimensione “opportuna” per Firenze, dalla pista attuale da mantenere, penalizzando ulteriormente lo scalo, a quella nuova servita in vari “tagli”.
A tal proposito proponiamo la tabella sottostante che indica le dimensioni delle piste dei 48 aeroporti commerciali attualmente esistenti in Italia (dati ENAV/AIP, già pubblicati nella sezione Argomenti del presente sito), abbinati ai rispettivi dati di traffico passeggeri (dati ENAC 2012). Da tale tabella si può vedere la situazione attuale di Firenze in relazione alle altre città italiane e la situazione toscana in relazione alle altre regioni e ognuno può trarne le proprie considerazioni.
Come si può leggere in tabella, la dimensione della pista di per sé non è sufficiente a determinare l’importanza e il ruolo di un aeroporto ed attrarre traffico, in quanto ciò dipende innanzi tutto dalla domanda generata dal territorio che lo scalo deve servire (bacino d’utenza primario). Domanda che dovrebbe indurre le dotazioni aeroportuali, ma che in molti casi risulta invece scollegata dalla realtà dimensionale delle infrastrutture.
Ci sono quindi vari scali che si ritrovano (per varie ragioni) con piste di medie e grandi dimensioni, anche fino a tre chilometri di lunghezza, a servizio di città ed aree a bassa domanda, con conseguente scarso traffico. Ci sono molte altre realtà anch’esse con bacini limitati, rappresentativi di piccole città, che si sono comunque dotate di piste di media lunghezza (le ultime attivate a Crotone e Comiso, rispettivamente terzo scalo calabrese e sesto scalo siciliano) nella speranza di riuscire poi ad attivare una quota di traffico, o che si apprestano a giocare la stessa “scommessa” potenziando le proprie piste di volo (Salerno e Foggia).
Esiste un solo caso – Firenze – in cui a fronte di un bacino di utenza di primaria importanza qual’è l’area fiorentina, che ogni compagnia aerea da sempre vorrebbe poter servire, si ha uno scalo confinato agli ultimi posti del sistema italiano per dimensione di pista e operatività e costretto di conseguenza a respingere voli, vettori e passeggeri. Uno scenario unico al mondo su cui dovrebbe riflettere, vergognandosi, chi ancora in questo momento porta avanti sconcertanti crociate contro la nuova pista per lo scalo fiorentino.