Sta arrivando finalmente a soluzione l’annosa questione delle 50 famiglie che, in seguito al graduale ampliamento dall’aeroporto di Pisa, sono rimaste con le loro 44 abitazioni “intrappolate” tra il sedime dell’aeroporto (con gli aerei a pochi metri dalle abitazioni) e la superstrada Firenze-Pisa-Livorno. Per queste famiglie è stata da tempo decisa la “delocalizzazione”, cioè il trasferimento in un’altra località, sia per eliminare il disagio al quale sono sottoposte, sia per ampliare ulteriormente l’aeroporto. Adesso, grazie all’impegno della società di gestione, degli enti locali e quelli aeronautici e dei ministeri competenti, si sono trovati i finanziamenti necessari (circa 16,5 milioni di euro) e si stanno predisponendo gli ultimi accordi per avviare il trasferimento, che dovrebbe avvenire nel giro di tre anni. I fondi giungeranno dallo Stato (10 milioni), grazie al “Decreto del Fare”, dalla SAT (3 milioni), dalla Regione Toscana (3 milioni) e dall’Aeronautica Militare (0,5 milioni).

Apprezzando il fatto che finalmente si risolva un probema così grande e che lo scalo aereo pisano possa procedere con il suo ampliamento previsto dal masterplan aeroportuale, non si può non evidenziare nuovanente il differente modo di gestire le questioni aeroportuali di Firenze e Pisa da sempre portato avanti dalle amministrazioni locali. A Pisa, riconosciuto da tutti il fondamentale ruolo dell’aeroporto per il sostegno e lo sviluppo dell’economia locale, si procede con gli interventi di potenziamento progettati dal gestore SAT con l’appoggio di tutti ed anche a prezzo di interventi pesanti, come quello della “delocalizzazione” di 44 famiglie. A Firenze ogni passo viene ostacolato e messo in dubbio da parte delle stesse amministrazioni e viene sottoposto ad infiniti studi e verifiche che rallentano ogni decisione. A Firenze si pretende che le spese connesse allo sviluppo dell’aeroporto ricadano interamente sulla società di gestione (anche quando riguardano adeguamenti esterni), mentre a Pisa vengono (giustamente) utilizzati anche finanziamenti pubblici, come sta avvenendo per la realizzazione del people mover e per la “delocalizzazione”. Una situazione che purtroppo di fatto continua a negare in Toscana una vera politica di sistema nel campo delle infrastrutture aeroportuali.

Al centro dell'immagine di Google Earth si vedono le abitazioni rimaste letteralmente circondate dal sedime dell'aeroporto di Pisa. Le caso confinano infatti a nord con un parcheggio per auto e bus, ad est con la testata della pista proncipale, a sud con la testata della pista secondaria e ad ovest col piazzale aeromobili. In alto, oltre la superstrada si può notare il quartiere cittadino di San Giusto.

Al centro dell’immagine di Google Earth si vedono le abitazioni rimaste circondate dal sedime dell’aeroporto di Pisa. Le case confinano infatti a nord con un parcheggio per auto e bus, ad est con la testata della pista principale, a sud con la testata della pista secondaria e ad ovest col piazzale aeromobili. In alto, oltre la superstrada, si può notare il quartiere cittadino di San Giusto.

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