Come noto, il rapporto tra il volume di traffico di un aeroporto ed i suoi posti di lavoro diretti è calcolato a livello internazionale a circa 1.000 posti per ogni milione di passeggeri, con piccole variazioni in più o meno legate alle realtà dei singoli paesi. Tale rapporto è stato ormai da tempo assunto a livello internazionale sulla base di decennali studi sugli scali aerei di tutto il mondo.
Un’ulteriore conferma arriva dall’aeroporto di Monaco, in Germania, che ha rilasciato oggi il suo studio triennale sui livelli occupazionali. A fronte di 38,36 milioni di passeggeri registrati nel 2012 e previsti stabili nel 2013, le 552 aziende che operano sullo scalo impiegano oltre 32.250 persone, con un rapporto calcolato e ritoccato al ribasso in 841 posti di lavoro ogni milione di passeggeri registrati dall’aeroporto. Nel periodo dal 2009 ad oggi, spiega la società di gestione, i dipendenti sono aumentati di 2.800 unità con la creazione, in media, di 2,5 posti di lavoro al giorno. Per fare dei paragoni, Parigi CDG conta 1.478 dipendenti ogni milione di passeggeri, Francoforte 1.386, Amsterdam 1.240, Londra Heathrow 1.143, Zurigo 1.002, Dusseldorf 985 e Vienna 948.
Applicando all’aeroporto di Firenze questi parametri, validi con piccole approssimazioni per ogni scalo aereo, se verrà realizzato il piano di sviluppo con la nuova pista e si raggiungeranno come previsto circa 4,5 milioni di passeggeri al 2030, nell’area fiorentina si creeranno oltre 2.500 posti di lavoro diretti. Numeri che confermano esattamente le stime più volte condotte in Toscana dai ricercatori dell’IRPET (Istituto Regionale Programmazione Economica) e descritte nei documenti annessi alla variante al PIT in discussione in Consiglio Regionale.