Pista attuale
Evoluzione e caratteristiche
L’attuale pista dell’aeroporto di Firenze, con orientamento 05/23 tra monte Morello e l’autostrada Firenze-Mare, è stata realizzata originariamente alla fine degli anni ’30 del secolo scorso. Aveva una dimensione di 1.000×60 metri e la configurazione delle cosiddette “piste Balbo” costruite in quel periodo in molti scali italiani. Tale pista è rimasta sostanzialmente invariata per circa 40 anni, fino all’allungamento a 1.400 metri completato nei primi anni ’80. Nel 1996 è stato realizzato l’ulteriore allungamento a 1.650 metri. Nel 2006, in occasione della completa ricostruzione della pista, la struttura di volo dello scalo fiorentino ha assunto l’attuale configurazione, comprendente la holding bay sulla testata nord e fasce di sicurezza (RESA) di 90 metri sulle due testate.
La lunghezza è di 1.750 metri ma per la presenza di ostacoli le soglie pista (punti sui quali gli aerei possono toccare terra) sono decalate di 150 metri sulla testata 05 e di 697 metri sulla testata 23, originando distanze operative molto penalizzate. Le distanze utilizzabili per la corsa di atterraggio sono di 1.455 metri e 977 metri. Le distanze utilizzabili per le corse di decollo sono di 1.674 metri e 1.605 metri.
Procedure e criticità
Atterraggio 05 (autostrada – monte Morello).
È la direzione di atterraggio principale e ormai da molti anni è l’unica praticabile per arrivare a Firenze per la quasi totalità dei velivoli commerciali e di aviazione generale. È l’unica direttrice strumentale, assistita da ILS. È una direttrice comunque penalizzata: su 1.750 metri di pista ne sono utilizzabili 1.455 per la presenza di ostacoli sul prolungamento della pista. Rappresenta la maggiore criticità operativa per lo scalo: seleziona i velivoli impiegabili e crea in varia misura problemi a tutti i voli in presenza del minimo evento meteorologico, soprattutto il vento in coda (oltre i 10 nodi, ma se combinato con altri fenomeni meteorologici anche con intensità inferiori), con i conseguenti dirottamenti (circa 700 nel 2012, con 50.000 passeggeri interessati). L’incidenza del vento in coda su questa direttrice causa un coefficiente di utilizzo dello scalo del 90,2%, inferiore al minimo del 95% indicato dalle norme ICAO e ENAC. La direttrice è influenzata dalla presenza di monte Morello sulla traiettoria di riattaccata, che costringe a tenere alte minime di avvicinamento. È influenzata dalla presenza del corso del fiume Arno sul prolungamento dell’asse pista sotto la traiettoria di discesa: gli strati di foschia localizzati sopra lo specchio d’acqua impediscono la visione della pista e provocano dirottamenti anche in giornate con ottima visibilità generale. La mancanza di spazio adeguato sui prolungamenti delle piste, dentro e fuori il sedime dello scalo, ostacola l’istallazione di strumentazioni complete che migliorerebbero l’operatività in condizioni meteorologiche difficili. Sotto l’aspetto ambientale è la direttrice di volo che fa percepire i maggiori disagi per il sorvolo a bassa quota degli abitati tra via Pistoiese e via Pratese nel tratto finale di avvicinamento alla pista, con presenza di insediamenti residenziali tra circa 600 metri e 2 km. Con la procedura di “riattaccata” effettuata in caso di mancato atterraggio per le condizioni di vento, comporta il sorvolo della città di Firenze (evento che nell’attuale assetto dello scalo si verifica con estrema frequenza).
Decollo 23 (monte Morello – autostrada).
È la direttrice di decollo principale, l’unica totalmente strumentale, l’unica possibile per partire da Firenze dopo il tramonto del sole e in certe condizioni meteorologiche (visibilità inferiore a 5 km e copertura di nubi inferiore 900 metri). Quando il vento non è compatibile con il suo utilizzo, i decolli sono bloccati e per questo a volte i piloti, pur potendo atterrare, di fronte al rischio di non poter più ripartire decidono comunque di dirottare. Su 1.750 metri di pista consente l’uso di 1.674 metri per la corsa di decollo, una lunghezza marginale per molti velivoli. È cioè praticabile in condizioni meteorologiche buone, ma diviene problematica con vari gradi di criticità appena si ha presenza di vento o pioggia. Se sono presenti entrambi i fenomeni (anche minimi) la situazione diviene estremamente critica. È la direttrice di decollo che sorvola l’area di Peretola, corretta dal 2002 con la procedura antirumore che impone una virata a destra subito dopo il decollo (verso Campi Bisenzio) per evitare il sorvolo dell’area abitata più vicina alla pista.
Atterraggio 23 (monte Morello – autostrada).
È la procedura più penalizzata e penalizzante per l’aeroporto. Su 1.750 metri di pista attualmente ne rende praticabili 977. Da sempre è usabile solo in condizioni di volo a vista, nelle ore diurne e con visibilità superiore a 5 km (per questo si parla di pista prevalentemente unidirezionale). In tali condizioni è stata usata da BAe 146 e turboelica fino a pochi anni fa, poi la situazione è andata peggiorando per l’introduzione di maggiori restrizioni ed oggi è effettuata da velivoli di aero club, aviazione generale e raramente da turboelica (se compatibile con i pesi del velivolo), mentre è chiusa ai velivoli di classe superiore (Embraer, Airbus). La procedura di atterraggio 23 sorvola l’abitato di Firenze sulle zone Isolotto, Novoli, Rifredi, Castello.
Decollo 05 (autostrada – monte Morello).
È la direttrice di decollo secondaria, non strumentale nella prima fase di salita. È utilizzabile solo nelle ore diurne e in condizioni meteorologiche buone (visibilità oltre 5 km e copertura oltre 900 metri). Sui 1.750 metri di pista, permette una corsa di decollo di 1.605 metri. Anch’essa è marginale per gran parte dei velivoli commerciali per il rateo di salita in direzione monte Morello e per l’influenza di ogni minimo evento meteorologico (vento, pioggia, foschia). È la direttrice di volo che comporta il sorvolo del territorio di Sesto Fiorentino, dalla zona di Quinto al centro cittadino, con traiettorie variabili rispetto all’abitato secondo il tipo di velivolo, il peso al decollo e le condizioni di vento.